A che genere giochiamo?

GENEREGIOCHIAMO

Si lo so, che barba che noia, ma questa storia anche a scuola incominciata non accenna a scemare, e le segnalazioni sono davvero tante. Da chi mi manda a vedere pagine Facebook di attività commerciali il cui titolare, vicino ad una certa politica, non fa altro che fomentare la paura tra i propri clienti postando a ripetizione ogni qualsivoglia sciocchezza si sia scritta in merito alla teoria del gender, per arrivare a chi mi segnala quest’articolo qui.
Il sito che posta l’articolo è kevideo.eu, che entra così all’interno della blacklist, senza passare da alcuna ulteriore verifica. Mi basta notare che su Facebook si fanno passare per un sito di video divertenti e virali, mentre sul sito a cui si viene indirizzati la maggioranza dei video in home page è di politica, anzi, scusate, pseudopolitica e una sana dose di proselitismo. Ma ormai alcuni politici hanno capito che è così che si raccolgono consensi, sfruttando la rete senza guardare in faccia nessuno. Sto aspettando che venga invaso anche youporn prima o poi.
Veniamo al dunque, su questo sito, che dovrebbe passare link a video di youtube e vimeo è comparso un articolo con video al seguito.

“A che GENERE giochiamo?” – Ecco il video girato in una prima elementare di Roma

Mentre il Ministro Giannini minaccia denunce e gli LGBT dicono che il Gender non esiste, noi abbiamo trovato un video caricato su Youtube il 23 settembre 2014 dal titolo: “A che GENERE giochiamo?“.
Si tratta di un “Laboratorio di educazione socio-affettiva” svolto presso la Scuola Primaria Statale CARLO PISACANE di Roma in collaborazione con il Centro Donne D.A.L.I.A. nell’anno scolastico 2013/2014.

Questo corso esiste, non è una bufala, ma su cosa si focalizza in realtà? Lasciamo che sia la pagina del Centro Donne Dalia a spiegarlo:

Il percorso è mirato alla decostruzione degli stereotipi di genere e alla costruzione di un immaginario in cui le differenze individuali e culturali dei bambini e delle bambine siano rispettate e valorizzate.

Lo stereotipo di genere non è quello che ci dice che dobbiamo essere trans, ma quello che fa si che una bambina voglia fare la modella e un bambino il calciatore. Quello che spinge la società ad avere identità ben definite nei due settori. Identità che in tanti casi non hanno più alcun senso nel 2015. Una donna può essere un ottimo ingegnere o astronauta, come un uomo può fare il cuoco o il sarto.

L’associazione Donne D.A.L.I.A. si pone come obbiettivo il:

…promuovere attività finalizzate alla prevenzione della violenza contro le donne e di accogliere e sostenere le donne vittime di maltrattamenti, abusi, violenze, nel loro percorso di fuoriuscita, in sinergia  con i servizi presenti nel territorio e in particolare con i consultori, recentemente oggetto di una proposta di riforma regionale che intende snaturarne la fondamentale funzione di tutela del diritto della donna di decidere del proprio corpo e di vivere una sessualità libera e consapevole.

 
Quindi l’associazione è femminile, dedicata alle donne e alla loro tutela. KeVideo però non usa questo nel suo racconto, tutt’altro, loro devono convincerci che la realtà sia un’altra. Quindi distorcono il senso di quello che si può vedere nel video che mostrano.
Il primo libro di cui ci parlano è Nei Panni di Zaff, un testo edito già nel 2007 lo trovate su Amazon, che ce ne da una descrizione:

Questo libro, pieno di divertimento e di colore, affronta un tema delicato: quello della discriminazione cui spesso vengono fatti oggetto i bambini che si trovano bene “nei panni dell’altro”. Avviene spesso che il maschietto voglia vestirsi da bambina e giochi con le bambole sognando di fare la ballerina o che la bimba voglia vestirsi da maschio e sogni di fare il calciatore. Questo libro, che parla ai bambini con il loro linguaggio della libera esplorazione della propria identità e del rispetto di quella dei compagni, è anche un invito agli adulti perché ne accompagnino senza ansia la crescita.

Come viene spiegato anche nei commenti:

Divertentissimo (dall’ultimo anno d’asilo alla quarta elementare, ma anche oltre). Un libro che ADORO e che aiuta a far riflettere come il rispetto deve essere il faro che ci guida nelle relazioni con l’altro. Utilissimo per affrontare angherie e prevaricazioni ai danni di chi è diverso dalla massa.

Me lo ha portato mia figlia un pomeriggio in biblioteca e mi ha chiesto di leggerlo, attirata dai disegni. E veramente carino, delicato, ironico, e con estrema semplicità e bei disegni parla con leggerezza e naturalezza della felicità e dell’importanza di essere se stessi e di vivere bene nei propri panni.
Libro per bambini davvero molto divertente, che spiega, con ironia, ai piccini che essere ciò che si vuole è bello e fondamentale anche se, a volte, è considerato strano. Molto ben fatto, belle anche le immagini. Non dovrebbe mancare nella libreria di nessuna mamma.
Ci sarebbe molto da dire su questo libro. Brevemente… è da comprare. Può piacere a qualunque bambino. Moderno, empatico, scritto con sensibilità, contro i pregiudizi sulle scelte sessuali dei bambini in fatto di giochi e vestiti.

Si è vero il libro parla di un bambino che dopo aver fatto il portiere vuole fare la principessa. Ma come si evince dai commenti delle mamme è un libro che vuole spiegare proprio la differenza dello stare nei panni dell’altro. Per imparare a rispettarsi meglio durante la crescita. Quasi tutti i programmi di educazione socio affettiva che trovo online si dividono (da anni) tra discriminazione razziale e sessuale. Quindi ne troviamo alcuni per insegnare a convivere con chi ha il colore della pelle diverso dal nostro, ma anche solo chi parla un’altra lingua. E altri per insegnare a rispettare le donne.
Subito dopo si attacca Piccolo Uovo, libro del 2011 illustrato da Altan con i testi di Francesca Pardi, che è salito agli onori della cronache per aver osato mostrare una coppia di pinguini “gay”. Ovviamente anche in questo caso la malizia è negli occhi di chi la guarda, visto che come spiega molto accuratamente Framcesca Pardi in un video che trovate qui. Come ci viene mostrato è la storia di un piccolo uovo che va in cerca di famiglia e nel suo percorso incontra famiglie d’ogni tipo quella dei conigli, l’ippopotamo mamma single, i canguri genitori adottivi, pinguini omogenitori, i cani di colori diversi, tutti esempi perfetti per mostrare famiglie diverse. Senza alcuna preferenza in alcuna direzione. Tanto che il libro lascia solo capire che piccolo uovo si sta schiudendo, senza sapere in che famiglia andrà a finire. Ma lo scandalo c’è stato comunque; nel 2012 era persino stata fatta una mozione per eliminarlo dagli asili in una zona di Milano. Ma come ci raccontava il Corriere, il pinguino maschio ha un forte istinto materno, anche nella realtà. Quindi nessuno stava raccontando una bufala, il libro ha tutte le ragioni di esistere e di essere letto!
Procediamo con RosaConfetto, l’apoteosi della fiaba gender, in rete ne ho trovato il testo completo, mentre reperire il libro online sembra sia diventato difficile, se non sul sito dell’editore Giunti, dove scopriamo che è una storiella per bambini degli anni 70, ce n’è voluto di tempo per decidere che era una storiella genderIl testo l’ho trovato qui:

“ C’era una volta, nel paese degli elefanti, una tribù in cui le piccole elefantesse erano costrette a nutrirsi esclusivamente di fiori rosa per avere gli occhi brillanti e la pelle morbida come le loro mamme. Per incoraggiarle, venivano loro infilati calzini rosa, un elegante colletto e un fiocco anch’essi di colore rosa. Le elefantine guardavano invidiose fratelli e cugini tutti grigi giocare e rotolarsi nell’erba e nel fango. Nonostante gli anemoni e le peonie, Pasqualina proprio non riusciva ad assumere il colorito roseo delle altre elefantesse. Il suo colore grigio preoccupava molto i genitori, che si chiedevano chi l’avrebbe mai chiesta in moglie. Alla fine i genitori rinunciano e la lasciano in pace. Per Pasqualina è la liberazione. Si spoglia di tutti gli orpelli rosa, esce dal recinto e va a divertrsi nel fango insieme agli elefantini maschi, tutti grigi. Le altre rimaste nel recinto la osservano prima preoccupate e poi invidiose fino a che tutte, una a una la seguono. Oggi non si riesce più a distinguere di quella tribu i maschi dalle femmine perchè tutti gli elefanti sono grigi.

Vi pare qualcosa di scandaloso? Io a sentirla ricordo di averla sentita leggere, credo all’asilo, dalle suore.
“L’articolo” di ke.video prosegue, attaccando il libro Salverò la principessa. Anche questo è di qualche anno fa, il 2008 per la precisione. Su Amazon ce lo descrivono così:

Un giovane e coraggioso cavaliere deve salvare una bellissima principessa imprigionata nella torre, e un drago sbrana-gente fa la guardia al castello. Questa è una vecchia storia e tutti conoscono il finale… O almeno, credono di conoscerlo. Perché invece niente è come sembra. Il cavaliere è una bambina e la principessa la sua amichetta, il brutto drago il portiere e la torre il balcone. Insieme giocano e si divertono a inventare favole e leggende, così una giornata come tante si trasforma in un’avventura straordinaria. Una favola moderna sull’amicizia e il gioco, un coloratissimo e bizzarro albo illustrato che rovescia ogni regola e capovolge tutte le tradizioni. Età di lettura: da 5 anni.

Anche qui nulla di scandaloso, un gioco innocente tra bimbi che vuole insegnare la parità dei sessi. O vogliamo pensare che il cavaliere debba per forza esser uomo per poi portarsi a letto la principessa?

Fonte:Wikimedia

Nel pezzo di ke.video poi si analizza il resto del video del progetto, scandalizzandosi per un ballo dove tra le tante mosse da fare bisogna fare anche quella della Principessa. Un po’ com il Gioca Jouer dei bei tempi andati:

Lascio le ulteriori considerazioni di ke.video ai coraggiosi che avranno il coraggio di andarsele a leggere. Io credo non sai necessario proseguire. Ho segnalato l’articolo all’associazione DALIA, spero possano agire contro questa gentaglia in qualche maniera.
Non so chi sia dietro a ke.video, i contenuti del sito sono molto simili a quelli di LoSai, fuffa, clericale, estremista, poco importa quanto verificata.
Non c’è alcuna intenzione d’insegnare una supposta Teoria Gender, come abbiamo già spiegato in più articoli (in attesa di quello definitivo a cui Noemi sta lavorando da qualche giorno).
Chi spaccia questa robaccia sono persone in malafede che comunicano in questa maniera per indignare i lettori e farseli sempre più amici. Poco importa che la disinformazione sia fatta sui bambini, sui richiedenti asilo…basta che porti farina al mulino giusto.
È sempre più triste vedere segnalati sempre più spesso siti di questo livello.
maicolengel at butac.it
PS
nel cercare info sul sito ke.video mi sono imbattuto in un profilo personale, che riporta come cover un immagine che conoscevo bene:
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Che dire: l’amore è ricambiato. Essere accomunato al mito Paolo Attivissimo, al Cicap (che giusto questo weekend è impegnato nel Convegno Nazionale), Bufale e dintorni, Bufale.net, e a quei buontemponi di Protesi di Complotto è come sempre un onore.
La rubrica degli annunci personali:
@matteorenzi, oh bischero, siamo ancora in attesa dei pagamenti degli ultimi due anni, sai com’è. Tenere un blog come il nostro ha spese importanti, e senza pocket money dar la mancia alla cameriera che mi porta la colazione in camera è un problema. Si lo so che sei stato impegnato a volare per seguire la tua tennista del cuore, ma basta un minutino, una firmetta e via, la cifra la compilo dopo io, non preoccuparti.