#BastaBufale e gli attacchi ad hominem

#bastabufale

I suggerimenti del #bastabufale con la collaborazione della Presidenza della Camera stanno evidentemente rompendo le scatole ai soggetti che sulla disinformazione hanno creato dei business, sia che si tratti di vendere prodotti fuffa, sia che il prodotto fuffa sia la stessa disinformazione che viene messa in circolo.

Tanti hanno attaccato i consigli di navigazione presentati pochi giorni fa da Laura Boldrini ma pochissimi li hanno riportati per intero, molto più facile affermare che la censura sia dietro l’angolo che sostenere una seria discussione sui punti trattati.

I suggerimenti del #bastabufale:

1. Condividi solo le notizie che hai verificato

Resisti alle catene e non farti imbrogliare, diffondendo notizie false.

2. Usa gli strumenti di internet per verificare le notizie

Cerca informazioni su chi pubblica. Guarda bene il nome del sito, se è una storpiatura o la parodia di un sito più famoso. Cerca la fonte originale di una notizia scrivendo su un motore di ricerca, fra virgolette, un nome di persona o di luogo citato dalla notizia.

3.Chiedi le fonti e le prove.

Chiederle è un tuo diritto: fallo valere.

4. Chiedi aiuto a una persona esperta

Oppure rivolgiti ad un ente davvero competente.

5. Ricorda che anche internet e i social network sono manipolabili

Non fidarti di chi non conosci soltanto perché ti piace quello che dice, non è detto che dica la verità.

6. Riconosci i vari tipi e gli stili delle notizie false

Spesso li puoi riconoscere perché usano titoli drammatici e allarmisti, scrivono con tanti punti esclamativi.

7. Hai un potere enorme, usalo bene

Diffondere o condividere una notizia falsa può avere conseguenze pesanti: potresti spaventare, diffamare, umiliare, istigare all’odio e violenza.

8. Dai il buon esempio: non lamentarti del buio ma accendi una luce

Crea anche tu, magari con gli amici, una pagina social, un blog, un sito per segnalare le notizie false che hai scoperto.

Li avete letti con attenzione? Trovate ce ne sia qualcuno che sia da condannare o attaccare? Sono semplicissimi suggerimenti base, chiunque senta di doversi difendere da questi ha ovviamente paura che i suoi lettori, seguendoli, possano rendersi conto facilmente di quanto siano stati presi per i fondelli negli ultimi anni. È l’unica ragione che mi viene in mente per i tanti attacchi che ho visto seguire alla presentazione di questi semplici 8 punti.

Non smetteranno mai

Si tratta di un minuscolo ABC di dritte su come evitare di contribuire alla crescita delle fake news. Può servire? Non lo so, ma sappiamo che la verifica dei fatti eseguita da blogger e giornalisti non basta. Bisogna che tutti diventino capaci di farla, o che se impossibilitati evitino la condivisione di pancia. Che si insegni questo anche nelle scuole lo trovo ottima cosa, sappiamo bene che tanto ci saranno sempre quelli che se ne infischieranno. Il sostenitore delle teorie del complotto, l’allarmista ansioso, il “dietologo” su Youtube non smetteranno mai di cercare di propinarci la loro fuffa, sta a noi avere abbastanza spirito critico da non caderci.

Ridurre il gap

Sarebbe importante cercare di ridurre anche il gap tra chi è nato col telefono a disco e chi con lo smartphone, ma per questo servono altre vie, la principale sarebbe quella di vedere i giornali cominciare a fornire notizie e opinioni ben separate fra loro. Nessuno dice che non può esserci un’opinione contraria o favorevole, ma il lettore dovrebbe prima essere informato dei fatti, senza estrapolazioni, e solo dopo dell’opinione legata ai fatti. Ma una cosa, semplicissima da fare, sarebbe quella di riportare sempre la fonte di quanto si mette tra virgolette. Non solo un nome e cognome, ma un link, un audio, un video, che dimostri che quanto riportato è corretto.

Pagati dai poteri forti

Gli attacchi che Paolo Attivissimo, David Puente e io riceviamo sono all’ordine del giorno, verrebbe quasi da dire maledetto il giorno che la Presidente della Camera ha invitato noi tre a moderare i tavoli del progetto. Ma sarebbero state diverse le cose? No, chi spaccia fuffa a tutto spiano accusa da sempre chi verifica i fatti di essere pagato dai poteri forti, lo facevano anche prima: filogovernativi, amici di Big Pharma, nemici della verità. Poco importava che fossimo tre soggetti diversi con tre lavori diversi e che non esistesse un singolo collegamento tra noi e i partiti politici italiani. Chi ci attacca, chi ci accomuna a uno o all’altro partito lo fa solo perché ci vede come un nemico, ma non siamo nemici di nessuno, l’analisi dei fatti è nemica solo della menzogna, della manipolazione.

Se leggete testate che hanno attaccato il #bastabufale chiedete loro di portarvi esempi tangibili di quanto sostengono, #chiedeteleprove, non condividete attacchi ad hominem senza prima aver cercato davvero d’informarvi sui fatti: siate scettici, siate diffidenti.

maicolengel at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!