Rinchiusa per 9 anni in cantina

Ieri sera qualcuno di voi mi ha segnalato una notizia dai toni decisamente tragici:

Rinchiusa per 9 anni in cantina e violentata dal padre: choc a Scafati

Tra coloro che me l’hanno segnalata uno mi spiegava subito che aveva cercato di fare verifiche senza trovare fonti decenti alla notizia. Io ho fatto ancora prima e ho chiamato i Carabinieri di Scafati, che senza perder tempo mi hanno detto chiaro e tondo:

È una bufala!

Purtroppo però le testate (poche per ora) che la diffondono non pubblicheranno smentita, e la storia continuerà a circolare come vera. Questa è l’unica ragione del breve articoletto che state leggendo, contrastare una notizia falsa per cercare di far sì che Google la indicizzi bene e che risulti subito tra i primi risultati di ricerca, in modo che chiunque cerchi approfondimenti al riguardo sappia che in realtà è di fronte a una notizia fuffa!

La fonte è il sito MetropolisWeb, da cui poi altri la riprendono tale e quale, nessuno a cui venga qualche dubbio vista la mancanza di informazioni sulla storia presenti in testate più blasonate. No, la si prende e la si fa ricircolare senza alcuna verifica. Incapaci…

Vediamo cosa ci racconta MetropolisWeb, che subito prende le distanze:

A raccontare la storia è Marco Esposito, da anni impegnato nella lotta contro la violenza sulle donne e che da pochi mesi ha fatto partire il suo progetto dal nome “Woman Respect – Il silenzio ti uccide”. Ed è proprio il silenzio della madre di Teresa che, pur non condividendo le gesta del marito, lo ha coperto per tutti quegli anni davanti alle domande di parenti e amici che chiedevano della figlia scomparsa improvvisamente. «Si è trasferita da una zia al nord, sta facendo le scuole lì, si vive meglio»,  era questa la risposta che riceveva chiunque chiedesse di Teresa.

Quindi la notizia non è di cronaca, non è chiaro quando e dove sia avvenuto il fattaccio e se sia avvenuto per davvero. Perché allora titolare come se fosse una news? Clickbaiting, probabilmente.

Per dirla in parole povere, c’è un signore, Marco Esposito, che sta facendo un progetto che si chiama Woman Respect, il progetto include un film e un libro in uscita, dello stesso Esposito. Che il film narri questa storia? Può essere, ma la storia non è d’attualità, non ci vengono forniti elementi per capire dove, come e quando, e se davvero il fatto sia avvenuto.

Sia chiaro, con questo non voglio dire che se questa è falsa tutte le storie di violenza sulle giovani donne lo siano, abbiamo ben presenti casi eclatanti che sono finiti sui giornali negli ultimi anni. Ma se gli orchi esistono per davvero non vedo che bisogno ci sia nel sensazionalizzarne uno fittizio. Si farebbe molto meglio ad accendere i riflettori su storie vere, verificabili, di cui la cronaca è piena.

Io spero che non ci siano raccolte fondi per un’associazione che si dice difendere i diritti delle donne e poi racconta favole sui giornali, non è così che si difendono davvero le donne, non è con le bufale che si combatte la violenza, non servono bufale, la violenza esiste, la leggiamo tutti i giorni sui giornali.

maicolengel at butac punto it
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