Il costo della vita: ieri e oggi

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…quest’articolo è stato per la prima volta pubblicato su Facebook nella mia pagina personale, poi successivamente è passato su LegaNerd e ora è alla sua terza reincarnazione su Butac, ogni volta è stato rivisto, aggiornato un poco e ampliato, ma il succo è sempre il solito: è vera la leggenda che vuole che oggi il costo della vita sia raddoppiato rispetto a un tempo? Io ho già una certa età, e di amici che sostengono la cosa inizio ad averne tanti, ma il peggio è sentire queste stesse frasi da ragazzi ventenni che di quanto costasse la vita quindici anni fa non hanno alcuna idea, tanto pagavano mamma e papà!

Ormai sono più di dieci anni che ci sentiamo ripetere come un mantra che tutto è aumentato, che le cose oggi costano davvero il doppio, che con l’euro ci siamo fregati da soli, che non si può più fare nulla senza indebitarsi, che si stava meglio una volta, ahhh non ci sono più le mezze stagioni… ma è davvero così?

Io sono nato nel lontano 1972, e sicuramente ricordo un’epoca dove tutto mi sembrava (paragonandolo ad oggi) quasi regalato, il ghiacciolo costava cento lire, un gelato serio mai più di mille lire e così via.

Prima di iniziare a leggere

tenete presente questo: lo stipendio che ho usato come confronto è quello del Contratto collettivo nazionale del lavoro di operaio che negli anni è stato così:

  • 1980 – lire 352.000
  • 1985 – lire 608.000
  • 1990 – lire 1.100.000
  • 1995 – lire 1.300.000
  • 2000 – lire 1.400.000
  • 2014 – circa  € 1.250,00

Non è lo stipendio che prendete probabilmente, siamo d’accordo, ma è quello del Contratto Nazionale del Lavoro; non si può calcolare lo stipendio di tutti, non credo che CCNL possa essere così diverso dalla media degli stipendi pagati in Italia oggi, se avete dati più precisi ed aggiornati vi prego di segnalarmeli.

Le fonti da cui traggo le cifre che vi riporto sotto sono varie ed eventuali, tanto viene dai miei ricordi spesso aiutati da vecchie pubblicità nei fumetti che ancora conservo, nei Quattroruote che ho in cantina e tanto da ricerche online per immagini (è impressionante quanti depliant, quante vecchie pubblicità si trovino ancora oggi nei server di qualche remoto pc, grazie mamma Google.)

  Partiamo dalle cose da ragazzi…

atari-woody

Nel 1980 mio padre comperò la prima console per videogiochi che io abbia mai visto, l’Atari 2600. Costava  circa 230.000 lire, una console a 8bit che supportava solo nove giochi (tra cui il celeberrimo Pong), lo stipendio medio di un operaio era di circa di lire 350.000, il biglietto dell’autobus costava 200 lire, il giornale circa 300, un caffè 250 lire… insomma una console da videogiochi costava circa 2/3 dello stipendio di un operaio di medio livello.

Oggi, facessimo il rapporto, una Playstation 4 o un XBoxOne (che supportano ben più di nove giochi) costano sui 390 euro; a fronte di uno stipendio netto di circa € 1250,00, parliamo di circa 1/3 dello stipendio contro i 2/3 del 1980.

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Ancora oggi fanno bella mostra di sé nei negozi di giocattoli i mitici Transformers…

Quanto costavano appena usciti negli anni 80? circa 12000 lire per quello più sfigatello (ma siamo nel 1987 e lo stipendio dell’operaio è di circa 600mila lire)… al massimo se ne poteva comperare una cinquantina al mese, oggi coi soliti 1250,00 euro che abbiamo preso di riferimento comperarne uno sfigatello va sui cinque euro per quelli KREO ai 15/16 euro per quelli un po’ più rifiniti (poi ci sono tutti quelli più fighi, ma il riferimento è con quello che all’epoca era il prezzo base di un Transformer, anche nel 1987 ce n’erano da cinquantamila lire).

Diciamo pure che quello da 5 euro è più tristo di quello del 1987, e facciamo una mezza via, diciamo che oggi costa circa 10 euro, beh coi miei 1250 euro al mese me ne posso comperare il doppio che nel 1987 (50 e rotti contro 125) !

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(Lo so che questo è un IBM e non è un 8086, ma questo è l’unico trovato che somigli ai miei ricordi di cinno)

Nel 1985 sempre quel munifico del mio papà mi comperò un pc Olidata 8086, che costava svariati milioni, nel prezzo era incluso il DOS™ su dischetti floppy , un Framework™ su 10 floppy, a cui poco più tardi venne aggiunto un Autocad™ ! Oggi un pc base costa circa 500 euro, e può fare molto di più del mio vecchio (sigh) caro cassone!

Tanto di ciò che consideriamo bene di prima necessità costa (in rapporto) meno che nel 1980, un chilo di carne costava circa 7.600 lire, oggi un chilo costa circa € 10, ovvero nel 1980 costava un 46° dello stipendio, oggi un chilo costa un 120°, circa due terzi di meno… E il latte? Bene necessario per la crescita… nel 1980 costava lire 480, oggi costa dai 0,70 senza marca a € 1,49 per i marchi più noti.. il nostro operaio del 1980 ne poteva acquistare 770 litri mentre oggi arriva quasi al doppio.

Qualcuno su Facebook nei commenti all’articolo è riuscito a postare scontrini dove si racconta che il latte costa molto di più, io mi sono fatto un giro su Centro Volantini, dove trovate TUTTI i depliant dei supermercati associati alla Grande Distribuzione italiana e confermo quanto scritto sopra. OVVIO che se invece che andare in un ipermarket comperate le vostre cose nel negozietto sotto casa costano di più, ma dovendo fare confronti tra varie regioni si è scelto di prendere in considerazione SOLO i prezzi verificabili da tutti nella GD e non il prezzo del minimarket sotto casa, che farà poi quel che pare a lui in termini di ricarico!

Sempre nel fare questo giochino di portare esempi NON validi, la stessa persona che prima sosteneva che lui nel 2001:
roninpizza

 IO parlo per esperienza personale ,tornato da viaggio di lavoro la sera del passaggio all’euro sono andato a prendere la solita pizza da portare a casa,prima 8 mila lire…quella sera 8 euro..ok il giorno dopo sono andato a fare la spesa i pelati che costavano 230 lire la scatola 23 centesimi…perciò io ho la prova che ci hanno fottuto per bene e non mi appecoro come tutti i pidioti….e il nostro potere d’acquisto è stato dimezzato…..!!!!!!

Io ho risposto che NON è vero che una pizza margherita oggi costi 8 euro, ma qualche uTonto ha dato comunque ragione a lui, perché a lamentarci siamo bravissimi nel nostro paese, senza mai metterci un po’ di cervello… peccato che anche qui basti fare un piccolo sforzo, aprire uno dei mille servizi d’asporto che ormai popolano il web e fare un confronto, la pizza margherita su CosaOrdino costa:

ROMA- € 4,50

pizzaroma

Milano € 4,50

cosaordinoMI

BOLOGNA € 3,50 (ma in realtà anche a Bologna la maggioranza delle pizzerie la fa a 4/4,50, questa era un’offerta di quella pizzeria)

cosaordino

Non dico mica seduti al ristorante, ci saranno sicuramente ristoratori TRUFFALDINI che fanno prezzi anche doppi o tripli, ma siete voi uTonti che ci andate ad avere la colpa di pagare così tanto, non loro, loro sono imprenditori e hanno il diritto di fare il prezzo che gli pare… se smetteste di andarci dall’oggi al domani state tranquilli che la politica dei prezzi varierebbe! E sia chiaro a Bologna la pizza margherita nel 2000 non costava 8000 lire, ma solo 6000 se non meno, tredici anni dopo costa tra i 3,50 e i 4,00€m un aumento di circa 1500/2000 lire, in 13 anni può anche starci, no?

Altro bene necessario era il telefono (la tua voce… cit.): mi ricordo che dopo la prima media, quando iniziai ad avere delle fidanzatine, ogni volta che arrivava una bolletta erano ca**i amari, mio padre che urlava, mia madre che addossava ogni colpa a me, fino a che non arrivarono le bollette con relative numerazioni… e si scoprì che la colpa era equamente condivisa tra me e lei, ma quanto costava telefonare?

Tanto, tantissimo rispetto ad oggi, innanzitutto perché costava sempre in base ai minuti, altro che telefonate urbane senza limite, ogni cinque minuti per le urbane e ogni tre minuti per quelle sopra ai 50 chilometri scattava il gettone, che nel 1984 costava 200 lire, circa 10 centesimi di oggi, insomma per parlare con la fidanzatina una ventina di minuti si spendevano 800 lire, 40 centesimi di oggi.

gettone

Nel 2013, prendendo spunto dalle tariffe Telecom base (senza offerte tutto incluso) si spendono circa 8 centesimi alla risposta e circa 2 centesimi al minuto di conversazione (sappiamo bene che quasi tutti facciamo contratti all inclusive con chiamate urbane comprese, ma giusto per fare un rapporto tra cose simili facciamo finta di no), per cui i cinque minuti di urbana ci costano circa 18 centesimi; tornando al nostro stipendio da operaio del 1980 lui aveva un potere d’acquisto di 350 ore di telefonate urbane, oggi il nostro operaio può contare su quasi 590 ore al telefono (urbano senza offerte).

Altri esempi: prendiamo il riso, un chilo di riso nel 1980 costava circa 1000 lire per cui potevamo comperarne circa 350 chili al mese, oggi un chilo di riso varia da 1,35 € al chilo fino ai 3 € per quello più pregiato, diciamo € 1,60 per star tranquilli… posso comperarne circa 750 chili contro i 300 degli anni 80, diventerò un bidone a furia di riso (ah no, sorry, già lo sono)!

Stranamente il pane rimane quasi stabile, difatti un chilo nel 1980 costava circa 850 lire quando oggi lo paghiamo quasi 3 €, ma comunque sia siamo sempre sui 400 chili al mese (10 più 10 meno) come potere d’acquisto dell’operaio dell’esempio.

panda

Prendiamo invece un’auto come la Panda, inossidabile eterna amica di tanti italiani, la Panda nel marzo 1980 costava 3 milioni e 700 mila lire, dieci stipendi del nostro operaio, oggi lo stesso modello aggiornata negli anni costa circa 8 volte il nostro stipendio, anche qui un po’ si risparmia.

L’oro e le pietre preziose invece sono aumentati (e poi si sono riabbassati) negli ultimi tre anni portando il nostro operaio, che nel 1980 poteva comperarne 38 grammi, a un potere d’acquisto quasi uguale, con le quotazioni dell’oro di oggi (giugno 2014) ne comprerebbe circa 40…

E quindi?

Perché, mi direte, abbiamo invece la percezione che tutto sia aumentato a dismisura, e i vostri genitori non fanno altro che lamentarsi? Intanto bisogna dire che è vero che certe cose tra il 2000 e il 2013 sono aumentate tantissimo, ma in buona parte sono aumentate perché tanti commercianti hanno atteso l’avvento dell’euro per aumentare di botto il costo della propria merce, ma quegli stessi prodotti (come avete potuto vedere nel confronto con gli anni 80) in realtà sul lungo periodo (ben più di dieci anni) hanno visto i prezzi rimanere stabili o addirittura diminuire.

A questo aggiungerei che oggi abbiamo più spese “necessarie” che si sono aggiunte a quelle del nostro amico operaio degli anni 80: lo smartphone, il computer (o tablet… ma comunque l’accesso alla rete) sopra tutti, con conseguenti aumenti nei consumi nelle bollette (anche se oggi tanti usano strumenti alternativi e hanno eliminato i telefoni fissi, con conseguente risparmio d’abbonamento e tasse).

Non voglio con questo dire che oggi sia tutto rose e fiori: le tasse, la benzina, i balzelli comunali, le sigarette (beh vabbè qua fan anche bene eh, non fraintendete) …ecco quelle sono tutte cose che sono andate di anno in anno sempre peggio, anche se guardando le tabelle la benzina nel 1980 costava 715 lire al litro e il nostro operaio ne poteva portare a casa circa 500 litri al mese, oggi arriva a quasi 700 litri, ma il costo di bollo e dell’assicurazione sono lievitati per cui anche i costi di gestione della macchina sono saliti un bel po’.

Le cose non vanno bene nemmeno sul fronte affitti che sono cresciuti un po’ (ma in calando, specie usando le risorse di cedolare secca e canone concordato), anche se il prezzo delle case è rimasto simile, specie paragonandolo con oggi (17-04-2013) quando il mercato del mattone segna un -23%!

 Conclusioni

Insomma non avremmo di che lamentarci, si trovasse lavoro stabile e fossimo capaci di rinunciare ad alcune comodità si potrebbe addirittura pensare di risparmiare qualcosa! Ovviamente avendo un lavoro giustamente retribuito e con un contratto a tempo pieno… ma quello tristemente spesso manca.

L’epoca digitale tuttavia ci permette di fare paragoni che una volta non erano possibili, sfruttare offerte che i nostri genitori si sognavano, comparare i prezzi della merce non più solo tra il supermarket sotto casa e quello a 3 chilometri, ma anche con quello che è a 30.000 km di distanza, le normative europee sulla libera circolazione delle merci ci permettono inoltre d’importare anche in piccola quantità tante cose di cui un tempo facevamo a meno, di confrontarle fra i vari market online, anche di rivenderle volendo facendo piccoli guadagni.

Fonti

Spero di non aver annoiato nessuno, conto nei vostri commenti e nelle vostre impressioni…

AGGIORNAMENTO del 7 Giugno 2014 ore 15:00

Nei commenti sui social network, un’attenta lettrice mi ha postato gentilmente la foto del listino prezzi medi in una giornata del 1985 al mercato ortofrutticolo di Montecatini Terme, credo sia giusto riportarvela qui, lascio a voi fare i confronti coi prezzi di frutta e verdura in un supermarket grande distribuzione…

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Grazie immensamente a Carla V. per l’aiuto!

maicolengel @ butac.it

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