Depenalizzare l’incesto?

 Sì, ma con i dovuti distinguo…

INCESTO-LEGGE

Una senatrice del Partito democratico, Donatella Poretti, detiene la paternità della legge S. 1154 “Riconoscibilità dei figli incestuosi”, approvata con un consenso trasversale. Ma la senatrice Poretti è andata oltre, insieme al collega Perduca, ha depositato un disegno di legge, S.1155, che prevede la “Depenalizzazione dei delitti contro la morale della famiglia”, con il quale si chiede, e di fatto lo si depenalizza,l’abrogazione del reato di incesto.

Scrive Donatella Poretti:

“I due articoli che si intende abrogare, art 564 (incesto) e arti 565 (attentati alla morale familiare) marchiano il nostro codice penale di un reato contro la morale di cui non si capisce l’utilità”.

Letti in questo contesto, senza spiegazione, sembrerebbe che la sen. Poretti voglia legalizzare l’incesto e questo ha ovviamente fatto scatenare le associazioni a difesa della famiglia tradizionale, mentre la sua proposta è molto più articolata e soprattutto, almeno a parere di chi scrive, potrebbe portare addirittura ad un miglioramento nella gestione dei casi di incesto.

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E quindi?

Cominciamo con il definire l’incesto per la legge: il codice penale stabilisce –ex art 564– la pena della reclusione da uno a cinque anni per chiunque commetta incesto con un discendente o un ascendente, o con un affine in linea retta, ovvero con un fratello o con una sorella, in modo che ne derivi scandalo pubblico. In primo luogo, il reato così configurato appare estremamente limitato nell’applicazione, perchè ad esempio non tutelerebbe il caso di un incesto fra cugini di primo grado o fra zio e nipote; ulteriore problema nell’applicazione di detto articolo è che il magistrato deve dimostrare che nel caso in questione vi è stato uno scandalo pubblico, ovvero che la notizia dell’avvenuto incesto ha effettivamente creato uno scandalo – cosa peraltro abbastanza facile perchè quando una notizia simile diventa pubblica, è abbastanza facile credere che la reazione del pubblico non sia favorevole.

Quello che chi cita la proposta della senatrice Moretti non dice, però, è che in Italia dal 1996 esiste un reato a parte: con la legge 66/1996 si è configurato il reato di violenza sessuale non più contro la morale ma contro la persona, ed è una legge che prevede pene e aggravanti quando la violenza e’ di un ascendente e nei confronti di un minore, anche se il genitore e’ adottivo. I due articoli che la senatrice Poretti intende abrogare risultano di conseguenza inutili per tutelare minori o persone costrette a subire con violenza fisica e/o psicologica relazioni sessuali da parte di loro consanguinei. Sono una aberrazione legale nata in un contesto sociale dove si cercava di rendere punibile non un reato bensì un peccato – nel senso più religioso del termine -, e che adesso rischiano di essere un fardello in più da sopportare quando la relazione incestuosa sia voluta da entrambe le persone coinvolte e non vi sia nessun tipo di violenza, nemmeno psicologica, a coercere uno dei due. Così due persone che sicuramente possono avere bisogno di assistenza, finiscono in carcere con un’accusa infamante quando probabilmente sarebbe bastata una terapia di recupero.

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Ancora più contraddittoria la posizione di chi per difendere l’esistenza della legge porta ad esempio la possibilità che dall’incesto nascano figli disabili o con malformazioni, dal momento che eventuali geni recessivi troverebbero terreno fertile: se queste motivazioni venissero utilizzate per la prevenzione di un reato, non si comprenderebbe perchè non estenderle a tutta la popolazione praticando quindi una specie di razzismo eugenetico, ipotesi di un mondo futuro dove solo le persone sane e che non presentano alcun rischio di trasmettere malattie genetiche o di altro tipo avrebbero il diritto di avere relazioni sessuali e quindi di procreare.

La battaglia della senatrice Poretti va avanti da più di cinque anni, e viene ciclicamente riportata sui giornali come “Primo passo verso la legalizzazione della pedofilia”; indubbiamente è una decisione pesante da prendere, e non è questo il posto dove discutere se l’incesto fra consanguinei maggiorenni e consenzienti sia o no “giusto”: quello che deve rimanere chiaro è che nella condizione di cui sopra, è l’unico reato di cui possano essere accusati i due della coppia, ed è evidentemente un reato contro la morale.

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