Ecografia al quinto mese, agenzie giornalistiche e Agitalia

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La pigrizia regna incontrastata in certe redazioni, ma mi preoccupa quando quella pigrizia è dentro alle agenzie di stampa, quelle che dovrebbero passare le notizie (affidabili) da pubblicare sui giornali. Posso anche capire che capiti di usare come fonti il Daily Mail e il Sun, passi il non verificare mai nulla ma limitarsi a tradurre notizie di altri. Ma continuare a pubblicare notizie da fonti riconosciute come FALSE credo andrebbe seriamente sanzionato.

“Ecografia al quinto mese di gravidanza? Ripassi tra 10 mesi”

Questo il titolo passato da ADNKronos qualche giorno fa, la fonte? Agitalia.

“Giovanna Coppola, 41 anni, sposata, già vittima di un grave incidente stradale che l’ha costretta ad una grave afonia, era già nostra associata per la sua pratica di invalidità civile”, spiega all’Adnkronos Salute Giovanni Ripoli, responsabile Agitalia, associazione che tutela, in particolare, i risparmiatori. “Ma sono in aumento le segnalazioni che ci arrivano in tema sanitario: su 100 richieste di intervento di tutela di risparmi abbiamo almeno 5 persone si lamentano per disservizi in sanità”. Come nel caso “della signora Coppola, originaria di Napoli ma residente a Bergamo che qualche giorno fa, attraverso una amica, ha fatto contattare il Cup della sua Asl in Campania per prenotare l’esame diagnostico-strumentale, ecografia del quinto mese gestazionale, esame convenzionato con il Ssn”.

Dalle poche righe della velina che ha circolato capiamo che ADNKronos una qualche verifica l’ha fatta, ha chiamato Agitalia stessa per farsi rilasciare una dichiarazione. Ma se hanno perso tempo a fare la chiamata non potevano perdere altri 2 minuti per una veloce ricerca su Google?

Anche l’ADUC lo segnala

Il secondo risultato In prima pagina su Google troviamo velocemente chi siano i nostri cari amici.  E basta scorrere gli altri risultati per trovare articoli dell’ADUC che spiegano ancor meglio quanto siano fuffari i responsabili di Agitalia. Basta cercare un po’ per trovare anche i tanti nostri articoli che ne hanno parlato nel tempo.

Ma tutto questo evidentemente ad ADNKronos non interessava. Basta avere una notizia da dare in pasto alle testate che comprano le veline dell’agenzia, vera o falsa non è importante, basta che se ne parli.

Oltretutto Agitalia aveva già sfruttato l’argomento delle prenotazioni per visite mediche l’anno scorso, la chiave è semplice, avevano colto che è una storia che fa leva sull’indignazione dei lettori, sanno che storie così girano moltissimo e quindi perché non inventarne una nuova?

Perché mi arrabbio?

Ma perché Agitalia con queste notizie riesce a bucare il web, a finire sui giornali e ad acquisire autorevolezza. Tutti elementi che fanno sì che più gente li cerchi e magari decida di consultarli per avere qualche aiuto. Aiuto che non arriverà mai, l’unica cosa a cui sono interessati è la quota che ogni iscritto versa loro. Pochi euro sia chiaro (dalle mie fonti si parla di 110 euro ad iscritto), ma che moltiplicati per i tanti che ci cascano possono diventare cifre interessanti. E ADNKronos in questo caso, a mio avviso, è colpevole quanto loro, nei confronti dei tanti che ci cascano.

Come dicevo un tempo #lettoreribellati: smetti di leggere testate che pubblicano veline che hanno come fonte Agitalia, verificare le notizie non è la loro passione.

Guarda caso basta cercare un po’ ed ecco le testate che, senza porsi il minimo problema, hanno rigirato la notizia dell’ecografia a 15 mesi:

Su qualche testata hanno anche scelto di firmare gli articoli (che così si guadagnano crediti per un tesserino da pubblicista), altre sono state almeno più decenti e han firmato solo come “la Redazione”.

Resta pseudogiornalismo, sia che siano articoli firmati che anonimi.

Farditalia

Per completezza vorrei portare alla vostra attenzione che da qualche mese Agitalia sta cercando di bucare le redazioni con un altro marchio che sto monitorando ormai da novembre, Farditalia, stesso genere di notizie fasulle, stesso modus operandi, stesse facce dietro al marchio. E con Farditalia hanno già spopolato su diverse testate regionali, per ora per fortuna sembra che non siano finiti anche su quelle più blasonate.

Quindi, cari giornalisti, se vedete veline circolare sotto il marchio Agitalia o Farditalia non rigiratele sulle vostre testate, stateci alla larga, in caso contrario aiuterete questa gente a incassare quote d’iscrizione che servono solo a ingrossare il loro portafoglio e non ad aiutare il lettore, destinatario finale dei vostri articoli.

Giornalista avvisato, mezzo salvato.

maicolengel at butac punto it

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