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Questa non è una sbufalata, non può esserlo visto che l’affermazione che viene fatta è in buona parte vera:

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Onida vota NO alla riforma che abolisce il,CNEL, Suo fratello (Fabrizio Onida) è l’ex-presidente e ancora lautamente remunerato come consigliere del CNEL. Tutto torna!

Ma è quel “Tutto torna!”, che sottintende un accordo tra i due, l’uno in difesa dell’altro, quasi a voler sminuire il valore del No di Valerio Onida (ex giudice della Corte costituzionale), che invece non torna, vediamo insieme il perché.

I due Onida

Valerio Onida, che è anche stato Presidente della Corte costituzionale dal 22 settembre 2004 al 30 gennaio 2005, quasi sicuramente voterà No alla modifiche alla Costituzione, ma la sua scelta può essere stata fatta solo per difendere il posto di lavoro del fratello?

Non credo proprio, visto che Fabrizio Onida, fratello di Valerio, professore emerito e senior a contratto di International Economics nel programma PhD Bocconi in International Law and Economics, non il primo che passa), parlando del CNEL già due anni fa si era espresso così:

Il CNEL è divenuto, secondo la versione più cattiva, una stanza di compensazione, in cui le parti sociali cercavano di collocare i propri rappresentanti per ragioni di servizio. L’assegnazione delle cariche provenienti dalle parti (sindacali e di Confindustria) retribuite (non in maniera elevatissima) sono diventate uno strumento di premio per i buoni servizi, questo significa che non sono stati selezionati gli elementi maggiormente competenti. I nominati per un buon servizio svolto, e non per merito delle loro competenze, non potevano offrire molto ai contenuti che il CNEL predisponeva e poi trasmetteva al Governo e Parlamento. Questo vale soprattutto per i sindacati ma anche in parte per le altre rappresentanze”. Quindi “il CNEL come è adesso, data la sua composizione del capitale umano, di fatto forse è meglio che chiuda perché  viziato da molti anni da atteggiamenti non ideali, dalla tradizione del Governo di non considerarlo come un interlocutore utile ma di cornice. Il messaggio è chiaro, sarebbe opportuno che non venisse estinta la funzione che la Costituzione prevede, cioè un’istruttoria ben fatta, ovviamente con funzionamenti non burocratizzati e ingestibili come quelli attuali, ma una stanza d’istruttoria dove si possa con le dovute competenze elaborare dei testi utili perché diretti alle commissioni parlamentari.

Tanto rumore per nulla

Quindi secondo Fabrizio Onida già nel 2014 il CNEL era da chiudere, e nel 2015 ha presentato le dimissioni, ne faceva menzione il Fatto Quotidiano, pur evitando di raccontare che Onida era da tempo che spiegava l’insensatezza del CNEL per come era stato usato sin dall’inizio.

Onida ha ricevuto un’indennità finché ha collaborato col CNEL, ma non è grandissima cosa, decidete voi se è un così lauto stipendio: nel 2014 ha ricevuto un importo lordo di 25644 euro, lo stesso nel 2013, nel 2015 sul sito del CNEL risulta dimissionario, ovviamente nessuno di questi dati viene riportato nell’immagine che, dopotutto, è fatta solo per insinuare un’intesa tra i due fratelli e screditare l’opinione di un noto giurista che ha da tempo dichiarato (probabilmente spiegandone le ragioni a chi lo chiedeva) che il suo voto andrà al No.

Non mi pare che siamo di fronte a qualcuno che stia cercando di difendere il proprio lavoro con i denti, e a voi?

maicolengel at butac punto it

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