Gli edifici di polistirolo

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Libero scrive che la scuola amatriciana crollata aveva polistirolo nei muri. Sì, è vero, e allora?

Il signor Pinco (sì, Pallino, lo conoscete vero?) è anemico e il medico gli prescrive un’intensiva terapia a base di ferro e perché no, una bella vacanza al mare per rilassarsi anche se non è ancora estate inoltrata. Un giorno però, dopo un corposo pranzo, il signor Pinco ancora a stomaco pieno, commette l’imprudenza di entrare in mare con l’acqua fredda, che gli blocca la digestione, congestionandolo: egli prima sviene e poi muore annegato. La notizia arriva al quotidiano locale che titola: “Annega Pinco: era pieno di ferro”.

Se fa ridere pensare che una terapia a base di ferro faccia annegare un bagnante reso troppo pesante per galleggiare, fa altrettanto ridere leggere che il polistirolo nei muri di una scuola crollata nel sisma sia causa della fragilità della struttura.

Questo infatti è ciò che scrive Libero a chiare lettere:

Scuola crollata, nei muri c’era il polistirolo – Certo, sarà la magistratura a fare luce sul perchè la scuola Capranica di Amatrice, restaurata nel 2012 al costo di circa 500mila eruo per dotarla di misure anti-sisma, sia crollata nel terremoto dello scorso 24 agosto (e un altro pezzetto è venuto giù oggi per una scossa inferiore ai 4 gradi Richter). Ma intanto, a svelare le falle di quell’edificio ci hanno pensato, in questi giorni, i tantissimi reportage fotografici e video che sono apparsi su giornali e televisioni. I quali hanno svelato come il crollo sia stato causato in certi punti dalla scarsità di cemento legante, in altri da soffitti di cemento armato troppo pesanti che sono venuti giù. Ma il colmo lo si doveva ancora vedere: le immagini del Tg1 (delle quali, insieme alle altre, il giudice ha disposto l’acquisizione ai fini delle indagini) mostrano chiaramente come all’interno di alcuni muri dell’edificio scolastico ci siano intere lastre di polistirolo. Sì quello che si usa per gli imballaggi.

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Polistirolo nei muri? E allora? Sono cinquant’anni che in edilizia si usa inserire pannelli di polistirolo (detto anche polistirene) nei muri per migliorare l’isolamento termico (integrandolo e/o sostituendolo con lana di roccia). Le aziende lo sbandierano ai quattro venti come vanto della propria professionalità nella realizzazione del cappotto termico nelle costruzioni edili.

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E ovviamente tutti i costruttori edili lo sanno! Lo sanno anche tutti gli ingegneri edili e civili, i geometri, gli architetti, i periti edili e lo sanno persino i muratori e manovali di cantiere con la licenza media. Lo sanno proprio tutti tutti, anche i benzinai, gli arrotini e mio padre quasi ottuagenario. Insomma lo sa anche la gente comune: leggete i commenti sotto l’articolo. A giudicar da essi, siamo in presenza di un articolo che… si tira la zappa sui piedi da solo.

Un autogol!

È la logica conseguenza di questo genere di informazione che noi chiamiamo giornalettismo. Possibile che lo sappiano proprio tutti tranne l’autore? Forse il colmo non è tanto vedere polistirolo nei muri, ovvero constatare come l’acqua sia bagnata, ma scriverlo spacciandolo per uno scoop sensazionale. Più che un colmo ci sembra perciò una bella fesseria.

La solita ridicola notiziucola per i pochissimi stupidotti allocchi rimasti, che credono che gli edifici siano fatti come la casa di Barbie!

Sinceramente da un giornale prestigioso io mi aspetterei volentieri ben altro tipo di informazione, molto più intelligente e utile, che valorizzi e nutra la mente del lettore, non che lo rimbecillisca trattandolo da stupido!

In secondo luogo, una domanda: se sarà la magistratura a fare luce sul crollo della scuola (così come dev’essere e così come scritto nell’articolo – per fortuna che una cosa giusta c’è!) perché poi si scrive che “…a svelare le falle di quell’edificio ci hanno pensato i tantissimi reportage fotografici e video apparsi su giornali e tv i quali hanno svelato come il crollo sia stato causato in certi punti dalla scarsità di cemento legante, in altri da soffitti di cemento armato troppo pesanti che sono venuti giù”?

Con fotografie e video si può stabilire con certezza se un muro ha la giusta percentuale di cemento e sabbia? Un’immagine può dimostrare senza ombra di dubbio che un soffitto sia eccessivamente sovrastrutturato e troppo pesante?

Se fosse davvero così, cosa ci starebbero a fare periti, geometri e ingegneri? Tutta gente inutile: basterebbero i giornalettisti a distribuir sentenze!

La sensazione è che questo tipo di informazione voglia fornire giudizi sommari e inconsistenti da dare in pasto al lettore nazionalpopolare che si nutre di fuffa. Un giornalettismo lasciato in mano a persone che usano terminologie scarsamente tecniche e professionali (soffitti di cemento armato troppo pesanti che sono venuti giù – più che l’articolo di un laureato, sembra di leggere il tema di un alunno di terza elementare).

La conclusione quindi è la solita ovvia, laconica e triste deduzione: se ogni lettore legge ciò che vuol leggere in base al proprio livello intellettuale, non oso immaginare chi siano i lettori di questo giornalettismo da spiaggia.

Io, in colonia estiva a Cervia nel 1972, leggevo Tiramolla!

Lola Fox

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