Il costo della scorta a Saviano

Su una pagina Facebook che si chiama Fratelli Meridionali Uniti è apparso un meme che ritrae Roberto Saviano, il testo che è riportato nell’immagine è il seguente:

Questo signore ha la scorta pagata da 10 anni, costo circa 3 milioni annui. Con i suoi racconti (copiati) e massacrando la reputazione dei napoletani, ha guadagnato milioni di euro, si è comprato case in mezza Europa e un attico a New York, ma si fa pagare ancora la scorta dai contribuenti. Esponenti dell’antimafia hanno ribadito più volte che la scorta non serve a Saviano… In pratica la camorra non lo caga proprio.

A me onestamente che una pagina legata al Sud attacchi frontalmente uno scrittore del Sud che ha denunciato il malaffare del Paese lascia un filo esterrefatto.

Non voglio però soffermarmi su questo, ma sulle affermazioni che vengono riportate. Non so quanti milioni di euro abbia fatto Saviano coi suoi libri, sicuramente non soffre la fame, su questo non c’è dubbio.

3 milioni di euro

Ma davvero la sua scorta costa tre milioni di euro? Qual è la fonte che lo afferma? Nessuna, o meglio, due anni fa era la cifra raccontata dal senatore Vincenzo D’Anna, ma basta cercare in rete per comprendere che non è possibile che la scorta allo scrittore costi così tanto.

Per capirci meglio, sono anni che i costi delle scorte in Italia creano indignazione ogni volta che vengono riportati. Ma sono anche anni che alcune testate fanno i conti in tasca allo Stato. La scorta a Laura Boldrini, per capirci, secondo Panorama coinvolgeva 27 uomini in servizio stabile, venendo a costare più di un milione di euro all’anno. E sempre secondo il settimanale era la scorta “più imponente d’Europa”. Questo vi fa velocemente capire come il meme su Saviano riporti un dato non verificato solo per polemizzare contro lo scrittore. Riportarlo è raccontare un’imprecisione ai propri follower.

L’idea è che pagine di questo tipo siano ben felici di poter mantenere lo status quo, senza voler apportare nessun miglioramento sostanziale alla situazione del proprio territorio. Anche perché il testo è chiaramente tendenzioso.

La scorta non è una scelta

Saviano non ha alcun potere sulla sua scorta, non spetta a lui decidere se ne abbia o meno diritto, non spetta a lui accettarla o meno. È lo Stato, l’unico arbitro che può decidere se togliergliela. Riporta Il Post in un bell’articolo di qualche tempo fa:

Dopo l’uccisione da parte delle Nuove Brigate Rosse del giuslavorista Marco Biagi nel marzo del 2002, per il quale era stata decisa la rimozione della scorta alla fine del 2001, il governo Berlusconi II stabilì con un decreto legge l’istituzione dell’Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza Personale (UCIS). Il nuovo organismo, formalizzato poi nella successiva legge n. 133 del luglio 2002, ha il compito di gestire e coordinare l’assegnazione della scorta da parte del ministro dell’Interno “per la protezione delle personalità istituzionali nazionali ed estere, nonché delle persone soggette, per funzioni o per altri comprovati motivi, agli specifici pericoli o minacce individuati dalla norma”; successivi decreti hanno chiarito meglio compiti e organizzazione dell’UCIS. (…)

Semplificando, sulla base delle normali attività di indagine e su particolari segnalazioni da parte delle forze di polizia, un prefetto può segnalare all’UCIS che Tizio ha bisogno della scorta. Nella segnalazione spiega in base a quali analisi e indagini si è arrivati alla conclusione che quella persona possa essere a rischio. L’UCIS esamina la richiesta e sulla base di altri accertamenti dispone che sia assegnata una scorta, stabilendo inoltre con quale modalità (numero di agenti, mezzi a disposizione e via discorrendo). Quindi non è la persona ritenuta a rischio a dotarsi di una scorta, l’assegnazione compete all’UCIS.

Non spiegare queste cose e diffondere dati inesatti sui costi è chiaramente per spingere all’indignazione lettori convinti che uno faccia richiesta della scorta e il “governo” gliela dia così, sulla parola.

L’attico a New York

A questo vorrei aggiungere che nel testo del meme si parla della proprietà di un attico a New York, notizia che ho visto riportare da tantissimi soggetti in rete, incluso il noto Diego Fusaro. Ma cercando fonti di questa magnifica proprietà ho trovato sempre e soltanto la stessa storia: Saviano ha insegnato a New York su invito di un’università che ovviamente gli ha dato alloggio. C’è stato per sei mesi qualche anno fa, per lavoro. E ci si è trovato bene, ma non trovo nessuna conferma di un suo acquisto casa a New York, anzi a Manhattan.

L’antimafia

Sempre nel meme si fa riferimento a esponenti dell’antimafia che avrebbero dichiarato che la scorta non serve. Cercando sui giornali degli ultimi quindici anni però non trovo traccia di queste dichiarazioni da parte di esponenti dell’antimafia. Sul Corriere della Sera del 9 ottobre 2014 veniva riportato un articolo dove Vittorio Pisani, capo della Squadra Mobile di Napoli, affermava che:

Saviano non doveva avere la scorta

Ma nello stesso articolo il procuratore di Salerno, Franco Roberti, fino a poco prima capo della Direzione Distrettuale antimafia di Napoli, prendeva chiaramente le distanze da questa dichiarazione:

Non commento l’opinione personale del dottor Pisani ma vorrei ricordare che il comitato presieduto dal prefetto che assegnò la scorta a Saviano lo fece sulla base di una serie di informazioni an­che confidenziali e tutte con­vergenti. E quindi non ho dubbi che lo siamo di fronte a un soggetto da proteggere as­solutamente.

Non trovo dichiarazioni di membri dell’antimafia che sostengano quanto riportato nel meme, ma è evidentemente più semplice mettere in bocca a uno le parole di un altro invece che riportare i fatti.

Non ho letto Gomorra

Onestamente non ho letto Gomorra, non ne ho sentito il bisogno, come non ho visto la serie TV. Non necessito di libri e film per accorgermi che il nostro Paese è da decenni in mani pessime, che non hanno alcun interesse a risolvere problemi seri come la mafia e la camorra.

Basta studiare, leggere, documentarsi per accorgersi del muro di gomma che s’incontra ogni volta che si cerca di scavare su certe figure. Basta notare come soggetti che subiscono condanne vengono prontamente difesi da amici altolocati, altri che denunciano il malaffare invece sono sotto costante attacco mediatico. Che ci siano diverse regie dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti i cittadini, ma così non è, e continuiamo a prenderci da soli per i fondelli. Felici di stare nel “Paese più bello del mondo” senza accorgerci del cancro che ci sta crescendo dentro da tempo. Ho paura che ormai siamo allo stadio terminale, ma la speranza è sempre l’ultima a morire, magari potremmo provare una delle tanto amate terapie alternative.

Vorrei dire altre cose, vorrei poter esser più diretto in certi attacchi, vorrei poter scavare più in profondità, ma lascio che lo facciate voi, che mi leggete da sempre.

Siete voi che potete trarre conclusioni da soli, e capire che il male è sempre più somigliante al nostro vicino di casa.

maicolengel at butac punto it
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