Il mercatino di Natale degli Champs-Élysées

Dicono che per colpa degli islamici non ci sarà più il mercatino di Natale sugli Champs-Élysées, lo dicono con veemenza, perché indignare è ormai l’unica cosa che certi giornali sanno fare.

Vince l’islam, Parigi cancella il mercatino di Natale agli Champs Elysees

Così difatti titolava LiberoQuotidiano ieri, la cosa curiosa è che siamo di fronte all’ennesima notizia politica, che verrà probabilmente passata anche su altre testate nei prossimi giorni; ma non siamo di fronte ad informazione, bensì siamo di fronte a una campagna ben precisa mossa da alcune redazioni, che ha come obiettivo quello di continuare a indignare nei confronti degli immigrati, ancor meglio se islamici.

I fatti, che vengono ben raccontati su The Local edizione francese sono decisamente semplici: il comune di Parigi, la scorsa estate, ha scelto di non rinnovare la licenza all’imprenditore che dal 2008 aveva in appalto il mercatino di Natale degli Champs-Élysées, la ragione? Si è ritenuta la fiera, per come era strutturata, decisamente inadatta a rappresentare il Natale in una delle più belle città del mondo, e dando in concessione ad altri la licenza la città di Parigi perdeva il controllo dell’evento. Non rinnovando più la licenza potranno decidere di uniformare meglio le attrazioni e di avere un evento degno della Ville Lumière.

Perché allora Libero ne parla in questi giorni, se la decisione risale all’estate? Ma perché evidentemente sono solidali con i giostrai che hanno scelto di inscenare una protesta nei giorni scorsi, che ha bloccato la circolazione in alcune zone di Parigi.

La cosa che mi ha più divertito è stato leggere le spiegazioni dell’amministrazione cittadina:

Jean-François Martins, in charge of tourism at City Hall justified the decision to scrap the market by basically arguing “it wasn’t good enough for Paris.”
For Martins the problem was that most of the goods on sale at the market were made in China rather than France and he described the stalls as all “rotten”.
Ma come, non era LiberoQuotidiano il difensore di ogni campanilismo? Dovrebbe plaudire alla decisione del Comune francese, via la robaccia made in China, sì al prodotto nazionale. E invece per un corto circuito logico, pur di attaccare l’odiato islamico si decide di omettere questo genere di informazioni, che farebbero la differenza tra un giornale e un ottimo mezzo per pulire i vetri.
maicolengel at butac punto it
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