Il profugo a cui han fatto lo sgambetto

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Così ha titolato “L’ultima ribattuta” testata che tratta “Notizie e retroscena che i media nascondono”.

Il profugo sgambettato? Un jihadista di Al Qaeda

Il profugo sgambettato dalla reporter ungherese? Altro che migrante in fuga dalla guerra: è un jihadista del Fronte Al Nusra (ovvero il ramo di Al Qaeda in Siria).

Sono ovviamente una testata schierata con qualche fazione politica. Ma poco importa. Quello che importa è la notizia, che in realtà non è poi così notizia:

La vera identità dell’uomo che fuggiva dalle forze dell’ordine sul confine ungherese con il proprio figlio in braccio, a quanto pare, sembra essere molto diversa rispetto a quella rilanciata dai media europei. Immediato e giustificato era scattato lo sdegno per l’azione di ostacolo esercitata dalla giornalista ungherese che ha ostruito la corsa dell’uomo siriano con il piccolo. Ora, però, il coordinamento Fronte Europeo per la Siria denuncia il reale volto dell’uomo che ha suscitato commozione per la sua fuga: il “rifugiato” in realtà sarebbe un militante del “Free Syrian Army” che si è poi unito al Fronte Al Nusra nella zona di Deir Ez Zor, in Siria.

A quanto pare, sembra. Ma come? il titolo dice bello chiaro: Un jihadista di Al Qaeda. È un’accusa pesantina, se nelle prime righe usiamo pare e sembra io avrei titolato diversamente, non trovate?

Quali sono le prove?

Ma andiamo a vedere su cosa si basa la notizia: nessun link che porti al profilo di cui ci mostrano le immagini, profilo che anche cercandolo al momento pare esser stato chiuso.
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Uno screenshot che mostra uno status del 2013 dello stesso profilo FB:
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La fonte di entrambi è un tweet di una supposta testata giornalistica, la quale invece che linkare o includere nel tweet il profilo Facebook ha ben deciso di postare solo queste immagini catturate. L’account Twitter sembra essere di Ahmady News, ma non ho trovato un sito di referenza, solo il profilo Twitter, che ha tantissimi follower, ma stranamente tutti molto poco attivi sulla maggior parte delle notizie, tanto da far pensare che siano tutti profili fake, parte di una strategia di disinformazione già notata in tanti altri casi.
Ma anche così il profilo non è più accessibile, gli screenshot potrebbero esser falsi, ma poco importa, perché è importante quel che ci viene detto:

Ora, dunque, si aggiunge una nuova storia che mette in dubbio l’identità di molti “rifugiati”: l’identità del siriano del Fronte al Nusra è stata accertata grazie al clamore mediatico causato dallo sgambetto della giornalista ungherese, ma ci si chiede quanti altri finti-profughi stiano entrando in Europa e, soprattutto, quali siano i loro reali scopi.

Finti profughi? Quindi gente che non sta fuggendo da una guerra? Capiamoci, il profugo in questione, come ci hanno spiegato altre testate, è sicuramente non schierato con Assad, visto che sembra sia stato detenuto e torturato proprio dal governo ufficiale. Che tifi per una o l’altra fazione nella guerra in Siria poco importa, è invalso al regime, è in fuga. Non ha imbracciato il fucile, è scappato in Turchia, dove è rimasto per un periodo, e da lì in Ungheria.
Quello che fa sorridere è che ovviamente tutti i servizi giornalistici hanno recuperato le foto del profugo dal suo profilo Facebook, visto che non credo abbia un ufficio stampa tutto suo. E nessuno ha riportato le foto con la bandiera del Fronte o altro. Cosa che mi fa sempre più supporre che il collegamento profugo-AlQaeda sia principalmente nella mente criminale che per prima ha creato la storia. Ma non ho prove dalla mia parte se non supposizioni basate sulla logica.
Ma poco importa, perché i i civili in fuga da una guerra sono sempre profughi, non importa per quale fazione “tifassero”, non importa il colore della loro pelle.

Un profugo è un profugo.

Il fatto che Osama sia un oppositore del governo (come riportano altri siti medio orientali) è confermato. Il fatto che sia stato un allenatore di calcio pure. Per chi tifasse politicamente poco importa, ripeto: è un civile, è suo diritto fuggire da una guerra, è suo diritto cercare rifugio con il figlio. Non era diritto della giornalista ungherese fargli lo sgambetto.
Qui NBC news cerca di spiegare il perché si fugge dalla Siria, non è uno spettacolo per tutti, ma se siete curiosi di approfondire:

 
maicolengel at butac.it