La carne di cane al Carrefour

Ogni anno si torna a parlare di carne di cane e questa volta non si tratta di una bufala ma di storia vera che merita però di essere raccontata bene, e di una novità interessante per gli amanti dei cani (intendo quelli vivi).

Partiamo dalla segnalazione, un post su Facebook di Animal Amnesty che ci parla di una petizione online:

CINA: CARREFOUR VENDE CARNE DI CANE
FIRMA LA PETIZIONE

Animals Asia denuncia Carrefour – il gigante francese dei supermercati che vanta oltre 10.000 punti vendita in tutta Europa – per la vendita di prodotti a base di carne di cane in Cina.
FIRMA la petizione per fermare questo orrore: https://goo.gl/Iidti0

Il link ci porta alla pagina della petizione, dove c’è un testo molto più articolato:

Al CEO di Carrefour, Monsieur Alexandre Bompard,

Sono rimasto scioccato nell’apprendere che Carrefour è stato scoperto a vendere carne di cane in Cina.

Apprendo con piacere Ia notizia che Carrefour ha deciso di rimuovere la carne di cane dai propri scaffali, ma chiedo che mi venga garantito che Carrefour non lucrerà mai più da questa crudeltà.

Animals Asia aveva informato Carrefour della crudeltà del commercio di carne di cane già nel 2012, eppure nonostante la rassicurazione del ritiro dei prodotti, nel 2017 la carne di cane era tornata ad essere commerciata in alcuni punti vendita presenti in Cina.

Carrefour non ha una buona reputazione per quanto riguarda le promesse relative alla carne di cane. Desidero quindi ricevere la garanzia che Carrefour adotti una politica ‘contraria alla carne di cane’, impegnadosi a non supportare mai più la crudele e corrotta industria della carne di cane.

La petizione poi è stata aggiornata il 16 di giugno:

Un’indagine di Animals Asia ha da poco denunciato Carrefour, il gigante francese dei supermercati, per la vendita di prodotti a base di carne di cane in Cina. Leggi la storia integrale e firma la petizione! Poco dopo il lancio della petizione, Carrefour ha dichiarato a Newsweek di aver cessato la la vendita di prodotti a base di carne canina in Cina.Tuttavia, Carrefour non si è impegnato a garantire lo stop definitivo alla vendita di carne di cane, e nonostante aver ripetutamente tentato di contattarli, Animals Asia non può confermare alcun cambiamento della loro politica nei confronti vendita di carne di cane. Già nel 2012, Animals Asia aveva informato Carrefour in merito alle crudeltà e alle sofferenze patite dai cani che vengono macellati in Cina. E all’epoca, avevano promesso di cessare la vendita di carne di cane… Tuttavia, a maggio 2017, la carne di cane è tornata tra gli scaffali di Carrefour. Ora dobbiamo fare in modo che Carrefour si prenda le proprie responsabilità, e assicurarci che questa volta, la carne di cane non possa MAI più tornare tra gli scaffali dei loro punti vendita.

Cosa è successo? Per capire bene la storia bisogna leggere l’articolo sul Newsweek, citato anche nella petizione, dove c’è un dettaglio importante che però dà un dimensione diversa al problema. Innanzitutto la sequenza cronologica:

French-owned supermarket chain Carrefour is selling dog meat products in at least two supermarkets in China, according to a report by an animal charity. Animals Asia and its consultancy Ya Dong said two branches of the store in Xuzhou had items on the shelves containing dog meat when its investigators visited stores in 2016.

Employees of the Ya Dong consultancy visited 150 supermarkets in 11 cities in their investigation into evidence of animal cruelty. The investigators listed products including “Fankuai turtle-juiced dog meat,” which costs 136 RMB (approximately $20) and lists dog meat among its ingredients.

Ya Dong, società che collabora con il gruppo Animal Asia, ha visitato 150 supermercati in 11 città nell’arco del 2016 e durante queste visite ha trovato, all’interno di due punti vendita di Xuzhou, alcuni prodotti che contengono tra gli ingredienti principali la carne di cane. Si tratta di prodotti confezionati contenente carne di cane, non di vendita al banco di carne di cane. Quando sono tornati a maggio per altri controlli sono stati trovati ancora disponibili sugli scaffali nonostante la segnalazione. Altro dettaglio importante è che non sono prodotti trattati da tutta la catena, ma prodotti locali e che, finalmente, dopo la seconda segnalazione sono stati tolti dagli scaffali:

Carrefour told Newsweek that they would like to specify this is a locally produced product sold in only two stores in Xuzhou (Jiangsu). “We immediately took the items off of the shelves.”

Come detto anche nella petizione è dal 2012 che Carrefour si è impegnata a non vendere prodotti contenenti carne di cane. Il fatto che fossero venduti solo in due punti vendita non esonera Carrefour dalla responsabilità di averli resi disponibili, ovviamente, ma va ricordato che in Cina è legale vendere carne di cane.

Come spiegato bene i problemi del consumo di carne in Cina sono dati dai bassissimi standard di controllo della filiera:

“[Selling dog meat] is not illegal in China, but the practice isn’t exactly legal. Every stage of dog meat production breaks food safety laws,” she says. “Many of the animals are untraceable. We’ve done an investigation into this between 2011-2015, and found that many of the dogs used in dog meat were stolen pets or strays off the street.”

Per quanto non sia illegale la vendita e il consumo di cani, la maggior parte dei cani consumati viene cacciato con metodi inappropriati, il trasporto viene fatto in maniera antigienica e non esiste un metodo per tracciarne la provenienza. Di fatto non esistono veri allevamenti di cani e questa carne da qualche parte dovrà pur arrivare.

Questa petizione, come la quasi totalità delle petizioni online, serve a ben poco,  ma negli ultimi anni la situazione in Cina sta migliorando molto. La buona notizia che annunciavo all’inizio è che la famigerata mangiata annuale di carne di cane di Yulin sarebbe stata sospesa:

Humane Society International and Duo Duo Animal Welfare Project (DDAWP) have learned from sources that the Yulin government is set to ban restaurants, street vendors, and market traders from selling dog meat at its summer festival. This is one of the most symbolically significant animal cruelty festivals in the world, and the southwestern Chinese town has become synonymous with animal suffering for its barbaric butchering of dogs and cats for human consumption.

Per il momento è meglio usare il condizionale, ma bloccare questa tradizione è un passo molto importante ed è segno di una sensibilità sempre più crescente della società cinese. Vedremo nei prossimi giorni se questo divieto verrà rispettato o meno.

Animal Asia sul suo sito racconta bene gli avvenimenti, ma il testo della petizione secondo me rimane un po’ troppo vago. Giusto tenere sulla corda le grandi aziende e pretendere che rispettino la parola data, ma fintanto che la legge in Cina permette il consumo di questi prodotti credo che potrà capitare ancora di trovarli sugli scaffali. Quello che serve è un cambio di mentalità e il blocco della fiera di Yulin è il segnale più importante possibile in questa direzione.

Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.
neilperri @ butac.it
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