La lobby gender e l’affido dei figli

 

affidolesbica
Gira un post sui social network che dice così:

DALLA CONSULTA SUPREMA VIOLENZA SUI BAMBINI
Una mamma tenta di proteggere i suoi due gemellini da un’altra donna con cui ha avuto una relazione #omosessuale. Quest’ultima, in preda all’odio che attanaglia gli #Lgbt, chiede ai magistrati di riconoscerle diritti da genitore sui bimbi che vivono da anni con la madre, e che probabilmente si sono perfino scordati di lei.  Interviene la Corte Costituzionale, prona alla lobby gay, e si dichiara pronta a concedere all’ex amante il ruolo di genitrice “nel supremo interesse del minore”. L’anonima Lgbt impone l’ennesima violenza sui bambini, e lo fa agendo direttamente sulla Consulta, che peraltro anticipa la sua decisione al quotidiano Repubblica prima della Camera di consiglio.  Questa è l’Italia in cui comanda la lobby Lgbt, un Paese in cui tutte le istituzioni sono occupate da questi banditi. Il dramma lo vivranno quei due gemelli e la loro mamma, costretti ad accettare per legge un’estranea come genitrice. Se la mamma non avesse avuto una relazione omosessuale non sarebbe finita in questo #incubo.  Se l’è cercata, certo. Ma il problema resta.  Che fare per cambiare il nostro Paese e per liberarlo da queste belve? Per cominciare dobbiamo votare #NO al referendum costituzionale il #4Dicembre.
#IoVotoNO #FermiamoLaLobbyGAY #NoGender#StopCirinna

È stato messo in circolazione due giorni fa, anche se i fatti narrati sono un miscuglio di notizie. La prima, e più importante e recente, è quella che vede la Cassazione dare ragione ad una coppia lesbica (sposata in Spagna sin dal 2009) che ha chiesto la trascrizione all’anagrafe italiano del certificato di nascita; in prima istanza la richiesta era stata negata in quanto il certificato riportava i nomi di entrambe le mamme, ma la Cassazione ha ritenuto questo errato. Non ci sono norme che lo vietino, quindi è corretto che sia stata permessa la registrazione. Le regole sono identiche fossero stati due uomini o un uomo e una donna, non ci sono regolamenti che facciano questo genere di differenza. Sicuramente sono regole scritte prima che ci si ponesse il problema coppie omosessuali con figli, ma se le regole non prevedono distinzioni non vedo perché dovrebbero essere fatte.

La storia della mamma dei gemellini invece è un po’ più vecchia, da quel che trovo risale al 2015, già ad aprile su La 27esima ora, inserto del Corriere, se ne parlava:

Potrà vedere i bambini, due gemelli di sei anni, un giorno a settimana e due weekend al mese, come un qualsiasi genitore separato, anche se per la legge non è la loro madre: i giudici hanno riconosciuto a una donna di Palermo il diritto di rimanere nella vita dei bimbi avuti con la ex compagna, che è la loro mamma biologica. Il decreto , emesso lunedì dalla prima sezione civile del Tribunale palermitano, fa valere per la prima volta in Italia i diritti del genitore non biologico di una coppia lesbica in nome della «tutela del supremo interesse dei minori».

Sul sito dedicato al diritto minorile spiegavano ancor meglio:

È così che quando una coppia di fatto decide di lasciarsi l’ex partner ha diritto a continuare a vedere i figli minori dell’altro se prima tutti insieme formavano una famiglia di fatto. Ma soprattutto sono i bambini ad avere diritto a proseguire il rapporto con una figura che per loro è stata importante e potrà ancora esserlo molto. E ciò sia se la coppia non sposata è eterosessuale sia quando è omosessuale: l’articolo 8 della convenzione europea dei diritti umani, infatti, tutela la famiglia al punto che anche una relazione de facto ben può avere rilevanza giuridica nell’interesse preminente del fanciullo.

Cosa dice l’articolo 8?

Diritto al rispetto della vita privata e familiare

1. Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza. 2. Non può esservi ingerenza di una autorità pubblica nell’esercizio di tale diritto a meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria alla sicurezza nazionale, alla pubblica sicurezza, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e delle libertà altrui.

La questione potrebbe apparire debole, che legame c’era tra i gemelli e l’altra mamma? Purtroppo il post che circola su Facebook e di cui ci stiamo occupando non ce lo dice, come non lo riporta nessuno degli articoli sopra citati. Per fortuna viene in nostro aiuto la Nuova Bussola Quotidiana, in un articolo che racconta gli antefatti per bene:

Maria e Laura vanno a convivere nel 2006. L’anno seguente Maria con la fecondazione artificiale eterologa ha una coppia di gemelli. Poi le due donne lesbiche si lasciano nel 2014 e i gemelli ovviamente per legge vengono affidati a Maria, unico genitore esistente sia per la legge che per il buon senso. Laura però vuole vederli e ricorre a un giudice palermitano che lunedì scorso, per la prima volta in Italia, le dà ragione, in nome «del superiore interesse dei minori». E così potrà stare con loro due week-end al mese e un giorno alla settimana.

Quindi Maria e Laura hanno avuto una coppia di gemellini da allevare insieme per 8 anni. Otto anni di vita condivisa, per Maria e Laura magari 8 anni non sono tantissimi, ma per i gemelli è la maggior parte della loro vita, sono legati affettivamente (salvo dimostrazione del contrario) ad entrambe le mamme, come lo sarebbero se fossero una mamma e un papà, o un papà e un papà.

Fin qui i fatti.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it


Quanto segue sono le mie personali opinioni, non venitemi sotto a commentare che “eh ma allora lo vedi che sei di parte? Fazioso che non sei altro”, questo è il mio blog, non piace? L’uscita è in alto a destra.

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Non è importante il legame di sangue: se una famiglia è affiatata un bambino si sente figlio di entrambi i genitori alla stessa maniera, non ha idea di cosa significhi figlio biologico, sono i suoi genitori, belli o brutto omo o etero, i dubbi, le domande arrivano dopo. Nel corso della vita magari prenderanno strade diverse, ma ora sono in quell’età (9 anni) in cui le figure genitoriali sono ancora molto rilevanti è giusto che entrambe le donne che li hanno allevati finora siano quel punto di riferimento.

La notizia è vera, ma a mio avviso cavalcata nella maniera sbagliata. O meglio raccontata nella maniera giusta per indignare e portare acqua al proprio mulino. La sentenza è di un anno fa, votare NO al referendum non cambierà le motivazioni della stessa. A meno di non voler, con questo primo passo, poi arrivare a cancellare o modificare decreti leggi già esistenti, decreti che in parte riguardano tutte le coppie di fatto, etero e omosessuali.

maicolengel

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