La memoria corta dell’olio (tunisino)

OLIOTUNISINO

I giornali stanno facendo girare moltissimo questa storia.

L’Ue ci impone l’olio tunisino: lo schiaffo ai nostri agricoltori

Via libera a 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero. Anche il Pd vota a favore. Salvini: “Che schifo!”

E io già leggendo i titoli mi trovo a pensare che la storia possa non essere proprio come ce la raccontano. Non parliamo poi di quando mi fate vedere le immagini che circolano sui social. Vediamo di fare una piccola ricerca insieme.
Questo è uno dei comunicati stampa che presentavano la mozione:

The European Parliament’s Trade Committee has backed a proposed emergency measure to import 77,160 tons of olive oil from Tunisia duty-free, to help boost the struggling Tunisian economy.
Members of the European Parliament (MEPs) supported the European Commission’s proposed exceptional measure by 31 votes to seven, with one abstention.
If the full Parliament endorses the measure, a two-year temporary zero-duty tariff quota of 38,580 tons per year for European Union (EU) olive oil imports from Tunisia would be available from January 1, 2016, to December 31, 2017. The committee also called for a mid-term assessment, which would require the Commission to review the impact on the EU olive oil market after one year and take any corrective measures required.
There would be no increase in the overall volume of imports from Tunisia, and the EU would discount duties from the olive oil Tunisia is already exporting to the EU. Olive oil is Tunisia’s main agricultural export and the sector accounts for one-fifth of agricultural jobs.
Parliamentary rapporteur Marielle de Sarnez said: “At a time when Tunisia is facing very serious problems, our vote gives the right signal: that the EU stands alongside Tunisians and that we intend to exercise solidarity in a tangible way. I know that for some countries, the question of olive oil is a sensitive one. I want to reassure them that the amendment we adopted provides that, if after a year we realize that there is indeed a problem, the Commission may then take steps to rectify the imbalance.

Non sto a tradurvi tutto, credo di aver già ripetuto più volte come l’inglese sia necessario se si vuole imparare a scavare un po’ più a fondo nelle notizie. In parole povere, l’Unione Europea ha soltanto approvato con un primo voto l’abolizione dei dazi doganali su oli che vengono già importati dalla Tunisia. Quindi non aumenterà il quantitativo d’olio che viene importato nei paesi dell’Unione, costerà solo meno esportarlo ai produttori tunisini. È una misura d’aiuto che dovrebbe durare solo due anni e se causerà problemi, sarà prevista una modifica subito dopo il primo anno. Questo è quanto spiega il rapporto della parlamentare Marielle de Sarnez. I voti con cui è stata votata la proposta il 25 gennaio sono 31 a favore, 7 contrari, un astenuto.
Tutto questo oltretutto rientra nell’ottica di aiuti votata già a maggio 2015, anche in Italia. Con una risoluzione che porta le firme dei rappresentanti di tanti schieramenti.
Vediamoli insieme:

Primo firmatario: CICCHITTO FABRIZIO
Gruppo: AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Data firma: 05/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell’atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
AMENDOLA VINCENZO PARTITO DEMOCRATICO
VALENTINI VALENTINO FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE
PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D’ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 
LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) – LIBERALI PER L’ITALIA (PLI)
MARAZZITI MARIO PER L’ITALIA – CENTRO DEMOCRATICO 

Mancano il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord, ma per il resto il parterre politico italiano mi pare ci sia quasi tutto, mi sbaglio? Trasversalmente.

Questa parte del testo della risoluzione:

l’Italia ha un interesse vitale nella stabilizzazione democratica e nel consolidamento istituzionale della Tunisia, in quanto modello virtuoso di evoluzione pacifica dalla dittatura verso la democrazia e alternativo per le migliaia di giovani di tutti i Paesi della regione nordafricana e mediorientale rispetto all’opzione rappresentata dal fondamentalismo estremista; il sostegno alla giovane democrazia tunisina e alla sua economia rafforzerebbe la posizione dell’Italia in Europa e nel Mediterraneo, in linea con le premesse dettate dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a partire dalla sua visita in Tunisia come primo impegno ufficiale all’estero, e confermate dalle successive missioni del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, nonché dalle iniziative di diplomazia parlamentare assunte dalla Commissione affari esteri della Camera dei deputati nei mesi di gennaio e marzo 2015, da ultimo a seguito degli attentati perpetrati al Museo del Bardo;

considerato che l’Italia è il secondo partner economico della Tunisia, Tunisi resta un interlocutore privilegiato per gli investitori e le imprese italiane e ciò malgrado le perdite registrate nel settore del turismo dopo gli attentati del Bardo e alla luce dell’iniziativa assunta dal Ministro Gentiloni sul taglio di 25 milioni di euro del debito tunisino, unitamente alla proposta di un «piano Marshall» per la Tunisia derivante dalla destinazione verso Tunisi di una parte significativa dei finanziamenti provenienti dal piano Junker per contribuire ad una crescita sostenibile, in considerazione delle gravi diseguaglianze esistenti tra il nord e il sud del Paese, e alla creazione di opportunità di lavoro soprattutto con riferimento alle fasce giovanili della popolazione;

La risoluzione chiede di:

  • promuovere, di concerto con gli altri Paesi europei, una conferenza internazionale per gli investimenti in Tunisia, con l’obiettivo di rafforzare l’impegno nella lotta contro il terrorismo e per il consolidamento delle istituzioni e dell’economia tunisine;
  • a promuovere l’attribuzione alla Tunisia dello «status avanzato» nel quadro della nuova Politica europea di vicinato, e dello status di Paese partner per la democrazia in sede di Consiglio d’Europa.

Quindi mi sembra di poter dire che sì, è vero, in Italia arriverà olio dalla Tunisia a costo inferiore rispetto a quanto era precedentemente, ma non aumenteranno le importazioni di 35mila tonnellate. Saranno le stesse che costeranno un po’ di meno.

Ragionamento dell’uomo della strada: non si venderà meno olio italiano, ma chi già comperava olio tunisino lo pagherà un po’ meno. Forse, perché alla fine può anche essere che chi lo venda se ne infischi dei dazi e tenga il prezzo in linea con l’anno prima, tanto la convenienza non dev’essere sulla vendita finale, ma sull’esportazione.

Per aggiungere un tassello al puzzle, l’Italia produce circa 440mila tonnellate d’olio all’anno, non credo che le 35mila che andranno spalmate [ah, non versate? NdNinth] sui 28 paesi europei possano farle temere alcunché.

Una minuscola considerazione. Il Giornale fino a poco tempo fa (che io sappia) teneva alto il nome di Silvio Berlusconi. Oggi, pur essendo Forza Italia tra i firmatari della risoluzione che chiedeva aiuti alla Tunisia, il Giornale decide di seguire la linea di Lega Nord e Cinque Stelle. Buffo, non trovate?

La memoria dei giornalisti è davvero di breve durata.

Chissà se sono stato sufficientemente chiaro.

maicolengel at butac.it

EDITED

Nella prima versione del pezzo  avevo sbagliato il link per la votazione della commissione, e riportavo un informazione errata. Ora è a posto.