La Tunisia svuota le carceri e ci spedisce i suoi galeotti

Così titolava Libero Quotidiano il 5 settembre 2017, in un articolo di cui vi riporto solo alcune parti:

Quando entriamo nell’hotspot di Lampedusa, li troviamo raggruppati, con le gambe ciondolanti e gli sguardi persi, in attesa di un pullman che potrebbe portarli altrove, in un centro di espulsione come quasi sempre capita, o in un centro di accoglienza dove rivendicare – cosa assurda, visto che non fuggono né da guerre né da persecuzioni – lo status di rifugiati. Con un neologismo potremmo definirli «clandestunisini».

Sono uomini fantasma approdati a bordo di barche fantasma, in cale sulla costa sud siciliana e nelle isole Pelagie, nella speranza di restare invisibili. Da tre mesi Lampedusa, Linosa e l’Agrigentino sono meta di sbarchi di tunisini che arrivano nell’inavvertenza delle nostre pattuglie costiere e provano a disperdersi sul nostro territorio. Quasi sempre si tratta di ex galeotti, appena rimessi in libertà dal governo tunisino e lasciati nelle condizioni di imbarcarsi in direzione Italia.

Il loro arrivo coincide infatti con la liberazione di detenuti, perlopiù per reati di furto o spaccio, graziati dal presidente della Repubblica di Tunisia in occasione di due ricorrenze: la fine del Ramadan a giugno (allora in 196 sono stati scarcerati) e il 60mo anniversario della Repubblica a luglio, come conferma anche l’Ambasciata italiana a Tunisi (in quella circostanza 1.583 detenuti sono stati rimessi in circolo).

Avete letto con attenzione?

…rimessi in libertà dal governo tunisino e lasciati nelle condizioni di imbarcarsi in direzione Italia

Questa frase, sommata al titolo, a mio avviso porta il lettore a credere che sia gente spinta a partire per il nostro Paese. Ma non è così, si tratta di una pratica abbastanza comune in Tunisia: in occasione di determinate celebrazioni si fa un’amnistia grazie alla quale vengono liberati principalmente oppositori politici. Come riporta anche l’Osservatorio del Medio Oriente:

Tunisian President Beji Caid Essebsi has pardoned 1,583 detainees to mark the 60th anniversary of the proclamation of the Republic of Tunisia.

Of these 1,583 detainees, 412 will be released, according to the presidency on its official Facebook page.

Solo 412 verranno rilasciati, dei 1583 che hanno visto una riduzione della pena da scontare. Potremmo quindi pensare che solo quelli con pene più lievi vengano rilasciati. Vi ricordate il titolone di Libero? La Tunisia svuota le carceri, ma il sistema carcerario tunisino alla fine del 2016 contava circa 53300 incarcerati. 412 sono lo 0,77% dei detenuti. Un po’ poco per parlare di svuotamento delle carceri. E lasciati nelle condizioni di venire in Italia significa semplicemente “liberati”, di certo non “direzionati verso le nostre coste”: se sono liberi faranno ciò che preferiscono. Ma di questi 412 quanti avranno voglia di venire in Italia? Quanti, avendo scontata la pena, torneranno a fare opposizione al proprio governo? E come dovrebbero essere collegate le due cose, secondo i giornalisti di Libero?

Non credo serva aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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