L’acqua come veicolo d’informazione

acqua

Qualche settimana fa avevamo parlato di medicina quantica in Val d’Aosta, oggi parliamo di memoria dell’acqua a Genova.

Girare l’Italia seguendo le pseudoscienze.

Potremmo organizzare tour, si farebbero i soldi, ah no, scusate c’è già gente che fa soldi con la pseudoscienza. Veniamo ordunque all’argomento di questa puntata di SuperQuack. Il 3 dicembre 2016 a Genova si terrà un corso con questo titolone altisonante:

“Stato della ricerca sperimentale in medicina omeopatica: contributi della sperimentazione clinica e di laboratorio e della ricerca in fisica quantistica”.

Come sanno i tanti che leggono Butac da tempo la sperimentazione sulla medicina omeopatica è ferma, o meglio, ad oggi non è mai stato prodotto uno studio che dimostri che la medicina omeopatica abbia risultati differenti da quelli di un comunissimo placebo, non lo dico io, lo dice la scienza.

Ma allora? Perché parlare di medicina omeopatica a un corso organizzato da un Ordine di medici? Non è già stato detto e spiegato tutto in merito? Oltretutto l’evento vale come “corso formativo” e quindi dà crediti ECM ai medici che vi partecipano. Che crescita formativa potrà mai dare un corso basato sulla fuffa? Ha senso? A mio avviso no, esistono tantissime materie su cui poter fare formazione, probabilmente varrebbe anche un corso di verifica dei fatti e uso della rete visto quanto poco alcuni professionisti sanno districarsi sul web. Ma regalare crediti formativi a chi assiste a un evento dove si parla di memoria dell’acqua mi sembra un po’ troppo facile.

Sul sito dell’Ordine dei medici di Genova ci spiegano il fulcro dell’evento:

Da quando esiste la medicina omeopatica, ormai da più di due secoli, l’eterno interrogativo che si pongono medici e scienziati è: una disciplina di tal genere, che appare assolutamente fuori dai canoni classici che noi utilizziamo per definire i parametri della scienza, ha dei fondamenti credibili, ripetibili, efficaci, terapeutici al di fuori dell’annosa definizione di placebo? A giudicare dalle poderose, ripetute e frequenti sollecitazioni che in varie nazioni si pongono l’obiettivo di espellerla dal novero della moderna medicina e soprattutto dai soggetti istituzionali in cui è stata ed è inserita, tali criteri sarebbero inesistenti, ma sarà completamente ed assolutamente vero?

Ma la domanda che pongono trova la sua risposta nello studio australiano di cui abbiamo già parlato qui su Butac. C’è bisogno di organizzare un corso di aggiornamento per parlarne? Evidentemente sì, perché si vuole continuare a credere, credere alla fuffa. A me preoccupa tutto questo, perché ci sono medici che al corso ci andranno, un po’ per i crediti formativi, un po’ per curiosità, e si faranno infinocchiare dalla fuffa che verrà raccontata, e poi magari ai pazienti proporranno i rimedi antinfluenzali omeopatici invece che quelli veri, basati su studi seri e che sappiamo con certezza che funzionano.

Uno degli interventi che sono in programma durante il corso ha questo titolo:

“Medicine non convenzionali: priorità percepite, comunicazione, ed evidenze scientifiche. L’evidence based medicine è “il verbo”…?”

Il relatore è Luca Poma, che come ci spiega Oca Sapiens sul suo sempre ottimo blog:

Luca Poma era il responsabile delle relazioni con i media del convegno di ciarlatani che doveva tenersi al Senato e che ha avuto un tale successo mediatico da essere annullato. Sarà un infiltrato di Big Pharma?

Poma è un esperto di scienze della comunicazione, questo dovrebbe far drizzare le antenne, parla di evidenze scientifiche ma lui non è un medico o un ricercatore in campo medico, che cosa ne può sapere? Quello che mi viene in mente è che Poma sia stato chiamato proprio in quanto esperto di comunicazione, per insegnare ai medici che assisteranno come suggerire l’omeopatia senza dover far ricorso alle evidenze. È facile suggerire a un paziente un rimedio omeopatico magari per il raffreddore spiegandogli che in sette giorni farà miracoli, facile quanto spiegargli che senza quel rimedio lo stesso raffreddore passerà in una settimana.

Al convegno oltre a Poma parteciperà anche Paolo Renati, qui potete trovare la sua bio, ve ne riporto qualche riga:

Dopo la Laurea in Ingegneria e Scienza dei Materiali, il Master di II Livello in Materials for Nano and Micro Technologies ed iniziato il lavoro di ingegnere come dipendente presso una grande azienda, la tensione esistenziale superò il punto di breakdown, come un diodo polarizzato in tensione inversa rispetto al verso in cui far passare corrente. Come mai una grande sofferenza nel fare cose non di per sé dolorose..? Come mai il senso di oppressione ed annullamento nei ritmi che milioni di persone accettano tranquillamente come ordinari e pacifici..? Perché il disagio che chiama in altrove, molti possibili purché davvero miei, diversi da quello in cui mi trovavo..? Sono pazzo?

Non ho una risposta alla sua domanda sull’essere pazzo, lascio a voi qualsiasi considerazione in merito, ma l’ing. Renati ha le idee decisamente chiare, direi limpide, come l’acqua di cui parla:

L’acqua è sfruttata da tempo nei procedimenti di guarigione naturali in quanto portatrice di informazioni. Osservazioni sperimentali e cliniche hanno dimostrato che l’acqua è capace di memorizzare per tempo prolungato le frequenze del campo elettromagnetico globale. Possiamo così spiegare gli effetti dannosi e quelli positivi, curativi. L’acqua è la madre di tutte le forme di vita e della dinamica del processo energetico vitale. In natura l’acqua rappresenta il miglior elemento per l’accumulo e il trasporto del calore e per la propagazione delle onde.

Osservazioni sperimentali e cliniche hanno dimostrato cosa? E se l’hanno dimostrato senza ombra di dubbio perché non  lo mostrate anche a noi? Sylvie Coyaud aveva parlato delle teorie di Renati e di altre fuffate quantistiche in un articolo che vale davvero la pena leggere su OggiScienza, e forse sarebbe il caso che lo leggesse anche il presidente dell’Ordine di Genova.

Sia chiaro, ci sono ottimi medici che sfruttano i placebo per trattare pazienti per cui sanno che possono fare la differenza, ma questo non significa che dobbiamo continuare a perdere tempo dando autorevolezza a un rimedio che di valido ha solo il modo in cui viene propinato al pubblico.

Non credo serva aggiungere altro, se non che in questa battaglia contro il convegno di Genova non siamo soli, oltre alla già citata Oca Sapiens altri si sono espressi negativamente,come ci raccontava il Secolo XIX:

Un corso che viene contestato dal Cicap, Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, e da alcuni cattedratici come Marco Bella, Professore associato di Chimica Organica all’Università La Sapienza di Roma, il professor Giorgio Cevasco, Presidente Sezione Liguria della Società Chimica Italiana (SCI), Carlo Cosmelli, professore associato di Fisica alla Sapienza di Roma, Silvano Fuso, chimico, responsabile per la Liguria del Cicap, Mario Armando Sirito, medico chirurgo a Genova e Alessandria.

Per ora è tutto.

maicolengel at butac punto it

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