L’algoritmo di Google

GOOGLEALGORITHM

In tanti ci avete chiesto un parere sulla notizia che ha circolato tantissimo in questi giorni dell’algoritmo di Google definito su tanti siti italiani come l’algoritmo “anti bufala”. Così lo descrive Geekissimo:

Trattasi sostanzialmente di un vero e proprio algoritmo scova bufale tutto basato su una valutazione da parte di Google che risulta più qualitativa e che prevede il basarsi sempre meno sul numero di link in entrata per stabilire la posizione di un sito web tra i risultati di ricerca.

Volendo qui potete trovare tutte le info in merito al funzionamento dello stesso, e sia chiaro, trovo la cosa ottima ma tristemente so che servirà decisamente a poco. Si per l’utente che non fa uso di social network sicuramente la cosa porterà qualche miglioramento, ma il problema delle bufale e della informazione poco corretta è che il loro mezzo di maggior diffusione sono i social network, e non i motori di ricerca.

L’altro grande problema è che OGGI le bufale sono passate NON SOLO da imbecilli a caccia di uTonti, ma da testate giornalistiche ritenute serie, che sfruttano la notizia poco verificata per aumentare le loro visite. Non credo che Google abbia intenzione di togliere visibilità al sito del Fatto Quotidiano o di Repubblica, Libero o il Giornale, ma più a pagine come MedNat. Beh Mednat come tante altre pagine di disinformazione medica si basa molto di più su lettori che arrivano da pagine Social come queste:
autismovaccini-fb cancroamodomio
E queste non le si ferma, né con l’algoritmo di Google né con quello di Facebook, non c’è modo, online vige la libertà d’espressione, e il sistema è fallato. A poco serve introdurre nuovi algoritmi, finché esisteranno persone che credono alle sciocchezze diffuse su queste pagine la disinformazione resterà dilagante!
Il rischio piuttosto sarà per quei piccoli blog (probabilmente anche Butac) che pur passando informazione corretta non hanno la rilevanza e la notorietà dei siti populisti. Come ben sanno alcuni di voi Butac fu bannato da Adsense in settembre in quanto sito con contenuto per adulti, a nulla sono valse le mie lamentele, avere due articoli (su circa 1500) che avevano come oggetto cose a sfondo sessuale (bufale)  ci è valso il ban, il tutto perché qualcuno ci aveva segnalato massicciamente come sito NON adatto a partecipare ad AdSense. Quindi lo capite vero, chi vuole spacciare informazione eticamente scorretta non si pone problemi a segnalare pagine, combattere chi li sbufala, anche usando sistemi poco corretti. Chi invece come noi crede nella democrazia e nella libertà di parola non banna, non cancella commenti se non volgari…e alla fine si ritrova punito per questa policy.
Basta vedere quanti detrattori di Butac compaiono sulle nostre pagine ogni qual volta tratto argomenti che li toccano nel vivo, che sia quando smontiamo le scie chimiche, o quando spieghiamo il decreto contro l’omofobia, quando sputtaniamo un metodo di cura alternativa o quando scalziamo dai primi risultati di ricerca dei truffatori che vendono aria fritta. Sempre subiamo segnalazioni, minacce di denuncia, ban da parte dei social. Io sono al terzo profilo che sono costretto a cambiare, e ogni volta ho capito che le segnalazioni erano tante, organizzate per benino da questi gruppi alternativi alla realtà…
Questo direi dimostri ampiamente come funzionano in realtà le cose. Continueremo a leggere fuffa come quella di oggi:
stampa-harrisonford
Quando basterebbe leggere pagine americane per accorgersi che:
harrison-tweet
harrison-battered
 
Se guardate con attenzione vi accorgete che i pezzi italioti sono di poche ore fa, quelli americani di ieri, perché non riportare le informazioni corrette che la stampa e il tweet del figlio dell’attore già riportavano ieri pomeriggio? Perché fare leva sul binomio Ferito Grave?
State tranquilli anche dopo l’introduzione dell’algoritmo le pagine de La Stampa, il Messaggero, Il Secolo XIX resteranno sempre quelle che vi arriveranno per prime, dandovi informazione errata, Harrison Ford è stato costretto ad un atterraggio d’emergenza, ma sta bene, non è grave come invece (per attirare lettori) ci raccontano tanti pseudogiornalisti che non hanno avuto voglia di fare ricerche.
Ripeto chi ci rimetterà al massimo saremo proprio noi piccoli blogger, che non facciamo pubblicità, non investiamo in visibilità, non partecipiamo ad AdWords by Google. Non so se alla fine sarà un bene o un male, sono sicuro che pagine come VoxNews compariranno di meno nei risultati di ricerca, ma questo non vorrà dire aver eliminato la bufala, ma solo averne limitato un po’ la diffusione tramite determinati canali. Nulla di eccezionale, non scompariranno i razzisti non scompariranno gli pseudo scienziati, tutt’altro.
 
maicolengel