Le banane e la disinformazione

BANANAOGM

La Fucina ci regala un classico esempio di come si possa fare pseudogiornalismo in maniera occulta… ma nemmeno tanto.

Il lato oscuro della produzione di banane

Un quinto dei lavoratori uomini è sterile e le lavoratrici rischiano di avere figli con difetti genetici

In cosa consiste? Si prende un articolo del Corriere della sera di 5 anni prima, dove si presentava il libro di Dario Bressanini, Pane e bugie, allora alla prima edizione! Chi conosce Bressanini sa che la sua precisione è pari al suo amore per gli OGM e mi pareva strano che attaccasse la banana con cotanto allarmismo.
E infatti…

Le parole della Fucina sono le stesse dell’articolo del Corriere, ma sono state estrapolate dal contesto originale, rendendo il tutto davvero disinformativo. Si sa: per portare acqua al proprio mulino, ogni mezzo è lecito.
L’articolo del Corriere era una “dichiarazione d’amore” per la banana OGM, spiegando perché sia necessario passare a uno studio serio su come avere banane refrattarie alle infezioni, specialmente quelle causate da un fungo. La Fucina questo non ce lo spiega: ci mettono solo in allarme su quanto male possa fare la banana ai coltivatori, senza spiegare null’altro. In realtà, il sempre bravissimo Dario ci spiegava tutto per bene.

Un consorzio mondiale sta sequenziando il genoma della banana. I ricercatori sperano di trovare geni di resistenza ai funghi e alle altre pesti in alcuni banani selvatici, e di trasferirli con le biotecnologie nella Cavendish, nella Gros Michel o in varietà utilizzate localmente nei Paesi poveri. L’ingegneria genetica è il metodo più promettente perché consente di “incrociare” varietà che non si possono ottenere in modo convenzionale a causa della sterilità. Mangereste una banana Ogm che contiene il gene di un’altra banana? Io sì, senza nessun problema.

E ancora:

una banana Ogm comporterebbe vantaggi economici, ambientali e sanitari: ridurrebbe le spese per fungicidi e altre sostanze chimiche tossiche, e quindi anche i piccoli coltivatori ne trarrebbero beneficio. Ridurrebbe poi i danni all’ambiente e ai lavoratori … Le rese delle piantagioni aumenterebbero, e questo avvantaggerebbe anche chi produce i frutti per la propria sussistenza. Anche la biodiversità ne sarebbe arricchita perché aumenterebbe il numero di varietà e questo contribuirebbe a migliorare la resistenza ai virus. Se avete sentito dire che gli Ogm sono contro la biodiversità, be’, non è mica vero in generale (diffidare sempre delle affermazioni generali non dimostrate) e questo è un esempio concreto.

E perché non continuare con questo?

Non tutti i ricercatori pensano che le biotecnologie siano la strada migliore per salvare la banana… Alcuni scienziati stanno cercando di ottenere ibridi resistenti al fungo mediante i più convenzionali incroci. … Per darvi un’idea dell’impresa quasi impossibile vi basti pensare che a questo scopo sono state impollinate manualmente circa trentamila piante di banana con polline prelevato da banani selvatici. Dalle piante impollinate sono state raccolte quattrocento tonnellate di frutti, che hanno prodotto quindici (!) semi, di cui soltanto cinque (!) sono germogliati. … Per verificare le caratteristiche dell’ibrido bisogna aspettare diciotto mesi: il tempo impiegato dalla pianta per produrre i frutti. Per le varietà come la Cavendish, che non riesce neanche a produrre quei cinque semi essendo completamente sterile, la modificazione genetica è l’unica possibilità. Ogm o estinzione.

Bressanini riporta uno studio dell’università della Costa Rica. Uno degli stati che produce banane, ma di certo non il più prolifico, come si vede da questa tabella di Wiki.

Production and export of bananas and plantains by country
Country Millions
of tonnes
Percentage
of world
total
Table 1: Production (2012)
 India 24.9 18%
 China 10.6 8%
 Uganda 9.8 7%
 Philippines 9.2 7%
 Ecuador 7.6 5%
 Brazil 6.9 5%
 Indonesia 6.2 4%
 Colombia 5.3 4%
 Cameroon 4.9 3%
 Ghana 3.6 3%
All other countries 50.2 36%
Total world 139.2 100%

Questo non per sminuire il fatto, che è sicuramente un dato grave, ma solo per evidenziare che Bressanini ne faceva solo un esempio per spiegare perché usare gli OGM sarebbe buona cosa. Anche gli studi citati dalla Wiki americana arrivavano alle stesse conclusioni di Bressanini, o quasi. La banana come la conosciamo può esser destinata a scomparire dalle nostre tavole:

While in no danger of outright extinction, the most common edible banana cultivar Cavendish (extremely popular in Europe and the Americas) could become unviable for large-scale cultivation in the next 10–20 years. Its predecessor ‘Gros Michel’, discovered in the 1820s, suffered this fate. Like almost all bananas, Cavendish lacks genetic diversity, which makes it vulnerable to diseases, threatening both commercial cultivation and small-scale subsistence farming. Some commentators remarked that those variants which could replace what much of the world considers a “typical banana” are so different that most people would not consider them the same fruit, and blame the decline of the banana on monogenetic cultivation driven by short-term commercial motives.

Seppur non in pericolo di estinzione a titolo definitivo, la più comune qualità di banana commestibile, la Cavendish (estremamente popolare in Europa e nelle Americhe) potrebbe diventare impraticabile per la coltivazione su larga scala nei prossimi 10-20 anni. Il suo predecessore, la ‘Gros Michel’, scoperta nel 1820, ha subito questo destino. Come quasi tutte le banane, alla Cavendish manca la diversità genetica, il che la rende vulnerabile alle malattie e minaccia sia la coltivazione commerciale che, su piccola scala, l’agricoltura di sussistenza. Alcuni commentatori hanno osservato come le varianti che potrebbero sostituire  quella che gran parte del mondo considera una “banana tipica” sono così diverse che la maggior parte della gente non li reputerebbe la stessa frutta, e danno la colpa del declino della banana alla coltivazione monogentica guidata da ragionamenti commerciali a breve termine.

A meno che non ci si adatti all’uso di OGM per cercare un’alternativa valida per i nostri palati e per la resistenza a malattie e parassiti tipici della pianta. Io sarei d’accordo… ma la falange anti-OGM è ovunque e bella compatta, specie in Italia.
maicolengel