Le sentenze che collegano i tumori al cellulare

cellulare

Freschissima è uscita sui giornali la notizia di una seconda sentenza:

Danni dall’uso scorretto del cellulare, un’altra sentenza a Firenze

Per 10 anni ha passato 2-3 ore al giorno al telefono. Inail condannato: dovrà corrispondere al lavoratore una rendita da malattia professionale

Purtroppo vale la stessa regola già spiegata nel caso delle sentenze per danni da vaccinazioni pediatriche: il Tribunale applica la legge alla regola, se non gli vengono presentate sufficienti prove che confermano l’impossibilità della tesi viene dato per assunto che la possibilità (anche minima) esiste e quindi condanna al pagamento di un vitalizio.

Nel caso di Ivrea veniva riportata la dichiarazione dell’esperto usato dal tribunale :

“Sulla base dei criteri elencati nel preambolo delle monografie della Iarc, le emissioni a Rf/Mo dei telefoni mobili (cellulari e cordless) dovrebbero essere classificate nel gruppo 1 dei sicuri cancerogeni per l’uomo”. Lo scrive il professor Angelo Levis nella consulenza prestata in tribunale a Ivrea.

Peccato che una veloce visita al sito dell’AIRC ci riporti questa dichiarazione:

Che cosa dicono gli studi di correlazione tra esposizione a campi elettromagnetici e insorgenza di cancro?

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici come cancerogeni di gruppo 2B, ovvero come sospetti agenti cancerogeni per i quali vi è una limitata prova di cancerogenicità negli esseri umani e un’insufficiente prova di correlazione nei modelli animali. In pratica sono in questa lista tutte le sostanze sulle quali sono state fatte sperimentazioni ad altissimi dosaggi in laboratorio, ma per le quali non c’è al momento alcuna prova di pericolosità per l’uomo alle concentrazioni comunemente presenti nell’ambiente.

L’uso dei cellulari può aumentare il rischio di tumori del collo e della testa?

Nell’ottobre del 2012 la Corte di Cassazione ha riconosciuto una pensione di invalidità al manager Innocente Marcolini. Secondo la sentenza, il tumore benigno al nervo trigemino di cui soffriva il manager era attribuibile a un uso eccessivo del cellulare (5-6 ore al giorno per oltre 10 anni). Si tratta della prima sentenza in Italia che ha indicato un nesso di causalità tra un uso intensivo del cellulare e un tumore.

Una sentenza non costituisce, però, una prova scientifica. Molti esperti hanno infatti ribadito che tale sentenza non trova solida giustificazione nella scienza poiché non esistono prove scientifiche di un nesso di causa-effetto tra l’uso dei cellulari e i tumori del collo e della testa, tra cui quello al nervo trigemino. Inoltre la IARC considera limitato il grado di correlazione tra l’utilizzo intensivo di telefoni cellulari e lo sviluppo di tumori cerebrali come gliomi o neurinomi acustici; mentre lo considera inadeguato (cioè non dimostrato scientificamente) per tutti gli altri tipi di cancro.

In conclusione

I campi elettromagnetici sono generati sia da sorgenti naturali che da apparecchi di uso comune e, di conseguenza, ne siamo costantemente esposti. Nonostante le onde elettromagnetiche penetrino nel corpo umano e possano causare riscaldamento dei tessuti, i livelli a cui siamo normalmente esposti sono talmente bassi che questo fenomeno è pressoché inesistente. Studi di correlazione tra esposizione a campi elettromagnetici e aumento del rischio di cancro sono ancora in corso, soprattutto per valutare eventuali effetti a lungo termine. Gli organi sanitari internazionali, come lo IARC e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, raccomandano un continuo controllo e monitoraggio del fenomeno. Finora però le numerose ricerche epidemiologiche e di laboratorio non hanno fornito prove di una relazione diretta di causa-effetto tra campi elettromagnetici e insorgenza del cancro.

E difatti anche sulla monografia dedicata ai campi elettromagnetici si parla di evidenze davvero ridotte, che potrebbero dimostrare forse una minima possibilità in più di essere a rischio di glioma o neuroma acustico. Nessun’altra evidenza è stata trovata, i campi elettromagnetici rientrano nel gruppo 2B.

This category is used for agents for which there is limited evidence of carcinogenicity in humans and less than sufficient evidence of carcinogenicity in experimental animals.

La sentenza sempre contro l’INAIL di Firenze ancora non ha circolato, ma dagli articoli che ho visto direi siamo di fronte ad un caso identico. Pensare che bastava un giro sul sito dello IARC per verificare come stanno le cose, ma anche sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità:

È vero che i campi elettromagnetici ad alta frequenza, come quelli emessi dai telefoni cellulari, sono ufficialmente riconosciuti come cancerogeni?

No.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha esaminato le evidenze scientifiche relative ad un’eventuale cancerogenicità dei campi elettromagnetici ad alta frequenza, come quelli emessi dai telefoni cellulari ma anche da numerose tipologie di sorgenti per le trasmissioni radiotelevisive, telecomunicazioni, applicazioni industriali ed altro e li ha classificati come “possibilmente cancerogeni per l’uomo” sulla base di alcune indicazioni provenienti da studi epidemiologici sul rischio di tumori cerebrali ed altre neoplasie in relazione all’utilizzo dei telefoni cellulari.

Una sentenza non cambia le prove scientifiche, continuare a titolare come se il Tribunale avesse davvero trovato evidenze che certificano il collegamento tra uso del cellulare e formazione di tumori è sbagliato, ha solo applicato la legge in mancanza di prove certe che la correlazione non sia possibile.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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