L’energia gratuita di Tesla

AGGIORNAMENTO del 9/05/2017

Una verifica del video diffuso sul sito di TGcom ha portato a scoprire che la fonte non è la suddetta testata giornalistica ma StudioLife, che all’epoca (2015) aveva una trasmissione simile a Voyager sulle reti Mediaset; l’accordo con la rete era di pubblicare anche sul sito della testata, ma non si tratta di un contenuto giornalistico, bensì di un redazionale. Ciò non toglie nulla al bellissimo articolo di Lola Fox, ma è bene precisare che purtroppo gli accordi commerciali portano anche a pubblicare articoli su cui la testata non ha alcun controllo. Come mi ha potuto confermare la redazione oggi l’attenzione è più elevata nel tipo di redazionali pubblicabili, ma su quelli del passato non ci possono fare nulla.

Ancora lui: voleva darcela, ma non glielo hanno (ovviamente) permesso.

Scusate la monotonia ma dobbiamo tornare per l’ennesima volta (e ci auguriamo anche l’ultima) sull’argomento forse più di moda nell’ambito pseudoscientifico, quello secondo cui Nikola Tesla avrebbe progettato un mondo in cui l’energia elettrica fosse distribuita gratuitamente attraverso l’etere, anziché a pagamento attraverso linee elettriche.

Per la precisione, noi di Butac in passato abbiamo parlato più volte di questo grande scienziato che oggi (ahilui) è diventato il mito di tanti cazzari ignoranti: qua l’energia gratis, qua il motore wireless, qua la torre di Tesla (vedi Wardenclyffe Tower su Wikipedia). Tutto il resto lo trovate qua.

Con tutto questo archivio, sarebbe inutile tornare sull’argomento se non fosse che Mediaset On Demand per Italia 1 il 13 giugno 2015 pubblica un servizio abbastanza tendenzioso:

Due giorni dopo, rimanendo in famiglia, viene ripreso dal TGCOM24. Attenzione alle date, poi vedremo il perché.

 

Una normale persona senza conoscenze di elettrotecnica, vedendo questo video, rimarrebbe sbalordita nel constatare come si può accendere una lampadina da 230 volt, ovvero come quelle che avete nei vostri lampadari di casa, tenendola semplicemente in mano, senza nessun cavo elettrico collegato e senza prendere la scossa.

Scorrendo il servizio poi, tal persona rimarrebbe ulteriormente quantomeno colpita nel vedere come il famoso scienziato serbo-americano, a cui vengono attribuite così tante invenzioni compresa la radio, e che (sempre secondo il servizio) già nel 1899 accendeva 200 lampadine a 40 km di distanza sfruttando (testualmente) l’energia catturata dall’etere, sia in seguito stato ritenuto pazzo in modo da screditare del tutto il suo filantropico progetto.

Tu che nulla sai di conoscenze tecniche in materia cosa penseresti? E tu che invece sai bene come funziona la questione, mettendoti però nei panni di colui che non sa, cosa penseresti?

Ecco perché Tesla è diventato il mito di così tanti creduloni, complottisti e cazzari!

Dove sta il trucco?

Il trucco sta nascosto in due ambiti:

  1. Sfruttare ciò che è assolutamente vero per fare sensazionalismo e magia stile Silvan.
  2. Guarnire l’argomento con piccole bugie di contorno per creare un servizio ad hoc che faccia pensare allo scandalo.

Partiamo col dedurre che la voce narrante (e chi ha prodotto il servizio) nulla sappia in materia, altrimenti non avrebbe fatto un servizio strutturato in tal tendenzioso modo, quasi sull’orlo della bufala, e soprattutto ci avrebbe messo del proprio senza copiare testi trovati in rete (vedi in seguito) laddove mancavano le informazioni date da chi è stato intervistato, ovvero Spazio Tesla.

È possibile che un sito con una qualche valenza scientifica possa permettere simili distorsioni/scopiazzature? Ovviamente no! E infatti Spazio Tesla non è assolutamente un sito a valenza scientifica. Anche su questo torneremo più avanti.

Cosa c’è di vero nel servizio?

Accendere una lampadina come viene mostrato, ovvero senza cavi connessi, è assolutamente normale ma a certe condizioni:

  1. Deve essere una lampadina fluorescente (volgarmente detta a basso consumo o elettronica), oppure un tubo fluorescente (volgarmente detto neon). Se pensate di farlo con una vecchia lampadina a filamento, scordatevelo.
  2. Devi stare negli immediati paraggi di un forte campo elettrico. Se ti allontani un pochino il gioco finisce.
  3. A questo tipo di utilizzatore (lampadina fluorescente) vi fermate: non pensate di far funzionare lavatrici, forni elettrici, condizionatori, televisori, asciugacapelli o frigoriferi.

E infatti i signori di Spazio Tesla che ben sanno queste cose mica hanno fatto funzionare un televisore. E manco vi hanno detto il perché, altrimenti si sarebbe perso l’alone di mistero e complotto.

Una lampadina o tubo fluorescente funziona per ionizzazione del gas contenuto. Gas che può ionizzare anche con bassissime correnti circolanti, del tutto tollerabili dall’organismo umano. Mio fratello (diplomato in elettrotecnica e tecnico Enel da 27 anni) a 18 anni, nell’età del cazzeggio, andava a “divertirsi” con gli amici durante le giornate nebbiose d’autunno della Pianura padana: con un “tubo neon” si ponevano nei paraggi di un elettrodotto, dove senti costantemente quel minaccioso ronzio che incute tanta paura ma che è del tutto innocuo, e laddove i cavi erano più vicini a terra potevano vedere accendersi il tubo che tenevano in mano.

Ovviamente la luce emessa era debole e variabile (non costante, come quella che si vede nel servizio) perché la densità dell’aria (che funge da conduttore) era anch’essa variabile, tuttavia si sfruttava ciò che a scuola si spiega bene: il campo elettrico può far “funzionare” utilizzatori tenuti in mano che impieghino correnti galvaniche (micro correnti), correnti che per il fisico umano sono trascurabili.

Avete mai visto quello strano cacciavite dell’elettricista? Quando lo inserisci in uno dei fori della presa di casa e lo tocchi si accende. Si chiama “cacciavite cercafase” e serve per sapere quale cavo è la “fase” (cioè quello dove potete prendere la scossa) e quale il “neutro” (quello che non vi dà nessuna scossa). L’elettricista non avverte nessun fastidio ma la lampadina si accende proprio perché sfrutta lo stesso concetto di microcorrente visto nel filmato, con la differenza che in un caso (Spazio Tesla e mio fratello) si riceve il campo elettrico dall’aria, nell’altro c’è un contatto con un conduttore elettrico.

Ma ci si ferma alle lampadine fluorescenti! Niente lampadine a filamento, asciugacapelli, televisori o lavatrici. A meno che non vogliate provare la sedia elettrica.

Teoricamente si potrebbe aumentare il campo elettrico a dismisura sino a far funzionare una lampadina a filamento o un televisore, ma ciò creerebbe alcuni “fastidiosi” problemi come l’emissione di scariche elettriche, sotto forma di scintille, potenzialmente letali per l’uomo. Un piccolo fulmine, insomma.

Quali sono le bugie di contorno al servizio ?

Beh, il fatto di non spiegare che la “magia” è possibile solo ed esclusivamente con lampadine fluorescenti è una bugia implicita perché lascia credere che tale magia la si possa fare con qualsiasi dispositivo.

Entrando però nel nocciolo invece troviamo che:

  1. Il primo vero indicatore della distanza simile agli odometri moderni (contachilometri), con un cilindro per ogni singola cifra, venne inventato da William Clayton, sebbene già Benjamin Franklin avesse applicato un odometro tradizionale alle carrozze su cui viaggiava. Niente Tesla dunque.
  2. Il primo tubo a raggi catodici della storia è il tubo di Crookes, realizzato da William Crookes nei primi anni 70 del XIX secolo. Ancora niente Tesla.
  3. Non c’è nessun riconoscimento ufficiale e scientificamente valido che riconosca a Tesla di aver acceso 200 lampadine a 40 km di distanza. Non se ne parla né sulla pagina di Wikipedia dedicata al famoso scienziato, e nemmeno su quella dedicata alla sua stazione sperimentale a Colorado Springs, che precisa invece che durante degli esperimenti alcune lampadine si illuminarono a 30 metri (30 metri, non 40 chilometri). Chi invece riporta lo straordinario fatto lo fa semplicemente a uso e consumo pro-complotto, senza tuttavia riportare dati precisi, misure, caratteristiche elettriche ecc. Questo sito, che come gli altri cita l’esperimento senza dettagli tecnici, precisa che “Tesla era dell’opinione che per generare l’energia iniziale fosse sufficiente usare impianti idroelettrici. Il punto debole di tanta invenzione stava nel fatto che se il trasmettitore avesse inviato, anziché su tutto il globo in maniera uniforme, una forte quantità d’energia in un solo punto, allora si sarebbe verificata una distruzione totale”. Io aggiungo che per dare l’energia sufficiente a far accendere 200 lampadine (fluorescenti?) a 40 km di distanza serve un campo elettrico tale che creerebbe continue e pericolose scariche verso terra.
  4. “Inviare energia catturata nell’etere, via etere”. Cosa significa questa frase? Qualcuno ce la può spiegare, meglio se con numeri e leggi fisiche? Io ipotizzerei una specie di grande accumulatore, un’enorme batteria che si carica da sola e si scarica a comando. Al contrario si dice che Tesla progettasse di produrre le grandi quantità di energia necessaria tramite centrali idroelettriche.
  5. Non è stato ritenuto pazzo dal mondo della scienza che fece fallire il suo progetto, ma J. P. Morgan, dopo aver finanziato la Wanderclyffe Tower con 150.000$, ritirò tale finanziamento per disaccordi di carattere economico con Tesla stesso, causando il fallimento dell’impresa. C’è molta voglia di complotto, a quanto sembra.
  6. Spazio Tesla ha riprodotto l’esperimento di Colorado Springs in forma ridotta. Sì, appunto, la forma ridotta, l’unica forma fattibile. Che detta energia esista, sotto forma di campo elettrico, non vi è alcun dubbio. Quel che è in dubbio è la quantità utilizzabile non per ionizzare una lampadina, ma per far funzionare dei normali elettrodomestici da centinaia o migliaia di watt.
  7. Infine uno che dice che “da poca energia dobbiamo riuscire a farne tanta” dimostra quantomeno di non essere andato a scuola proprio perché tutti (o quasi!) conoscono la legge di conservazione dell’energia che (molto) volgarmente dice che “nulla si crea e nulla si distrugge”. Ora come si può ottenere energeticamente 110 da 100? Altro che moto perpetuo, qua avremo il moto iper-perpetuo. Non dovremmo più mangiare per vivere, anzi, ingrasseremmo, le nostre auto (e anche le bici) si muoverebbero senza nessuna spinta, accelerando all’infinito, e avremmo calore infinito per scaldare il pianeta anche da un chicco di riso. Bello eh? Ci credo che (testualmente) “non sarebbe male”, come dice l’intervistato: “Fare delle centrali che con una batteria alimentano Milano” non è una delle mie precedenti utopistiche estremizzazioni portate a esempio, ma una sua dichiarazione di cui lascio a voi ogni interpretazione.

Genio o pazzo visionario? Chi era Tesla?

La mia personale opinione sullo scienziato è che indubbiamente sia stato un genio. Un genio come Marconi, Edison e altri. Con la grande differenza che Tesla aveva anche idee che, alla luce delle conoscenze di oggi, non avrebbero potuto funzionare. Naturalmente bisogna risalire a oltre cento anni fa per comprenderne i dettagli. Tuttavia questi concetti oggi dimostratisi non attuabili sono diventati il pane ideale per i denti dei complottisti. Per giunta ignoranti o quantomeno smemorati, perché basterebbe andare a documentarsi un pochino, o ricordare cosa ci dicevano i professori a scuola, per capire le fesserie che si stanno supportando.

Come per esempio questa. Notate come è stata stravolta la vicenda:

L’idea dello scienziato serbo darebbe vita a centrali in grado di “moltiplicare” l’elettricità senza inquinare e inviandola a costo zero a grande distanza. Un dispositivo in grado di “moltiplicare” l’energia catturandola dall’aria e di inviarla a grande distanza senza produrre inquinamento e a costo zero. Non è fantascienza, anzi: si tratta di un principio ideato a fine Ottocento dal celebre inventore serbo Nikola Tesla. Gli esperti sostengono che grazie alla sua Wardenclyffe Tower si potrebbero realizzare centrali energetiche che con una sola batteria sarebbero in grado di illuminare Milano o Mosca nel giro di un secondo.

Nel 1899 lo scienziato Nikola Tesla realizza un esperimento clamoroso: dal suo laboratorio di Colorado Springs riesce ad accendere 200 lampadine situate a 40 chilometri di distanza. E il tutto senza alcun filo elettrico, ma semplicemente inviando l’energia catturata nell’etere via etere. “Ho scoperto una fonte di energia finora sconosciuta – ha scritto nella sua autobiografia – un’energia senza limiti che può essere incanalata“. Il sogno di un’energia gratis e pulita – Tesla sogna di inviare energia gratis a tutti utilizzando questo metodo e costruisce il suo mega generatore, la Wardenclyffe Tower. Ma per il mondo della scienza è solo un pazzo, e il suo progetto fallisce. In parole povere, Tesla sosteneva che l’energia è nell’aria, disponibile, e con il suo strumento è possibile catturarla e poi ridistribuirla. Le onde sono “imprigionate” da una sorta di “antenna” e vengono trasformate in energia da inviare via etere per incendiare i gas luminescenti presenti in lampadine e led.
La “free energy” a impatto zero – Il sogno della free energey, l’energia libera nell’aria è più che realizzabile, senza produrre il minimo impatto sull’ambiente. L’inquinamento è scongiurato, spiegano gli esperti, perché non viene generato un campo magnetico: in questo modo si possono catturare delle particelle dall’aria e farle oscillare a una certa frequenza come se fossero onde sonore.

Hey! Non so se avete notato, ma le stesse parole (in blu) sono usate dalla voce femminile fuoricampo nel servizio tra i minuti 0:52 e 1:46.

Peccato che l’articolo sopra sia datato 26 aprile 2006, e che provenga da MedNat, uno dei siti più utilizzati come fonte da ogni sorta di complottisti, tanto da essere inserito da tempo nella nostra black list.

Ora capiamo le “fonti” della voce fuoricampo, piena di errori e castronerie: un sito preso ad hoc per raccontare la nemmeno tanto celata volontà di urlare al complotto. Insomma, di parlare senza sapere ciò che si dice. Da tipici italioti.


Voi capite perché la mia televisione è praticamente sempre spenta, vero?

Senza contare che mai nessuno ha prodotto calcoli su come moltiplicare l’energia inviandola gratis a grande distanza. Voi che leggete e credete a tutto questo, siete in grado di produrli? Li attendiamo, perché vi spetterebbe un premio Nobel!

Spazio Tesla: chi sono costoro?

Il servizio dice che è un’associazione piacentina che promuove il pensiero fuori dagli schemi.

Urca! Quando sento la frase “fuori dagli schemi” il pelo mi si rizza, gli occhi diventano gialli, i canini si allungano e inizio a soffiare ululando alla luna piena, perché l’esperienza mi dice che spesso (troppo spesso) dietro a queste terminologie (come anche “l’altra medicina” e simili) c’è solo fuffa che oscilla tra disconoscimenti scientifici e vere e proprie cazzate.

Ma da quali schemi sono fuori? Andiamo a vedere:

  • Pagina sugli Ufo: http://www.spaziotesla.it/avvistamenti.html
  • Pagina sulle…. ommioddio noo… scie chimiche: http://www.spaziotesla.it/scie-chimiche.html
  • Et-voilà… terremoto in Emilia e HAARP: http://www.spaziotesla.it/sisma-emilia-romagna-5-12/23-terremoto-in-emilia-e-haarp.html
  • Inoltre corsi e seminari Qigong per la salute, per la comunicazione efficace e il viaggio interiore, per la comunicazione multidimensionale consapevole…

Più fuori schema di così…  E infatti: autorevolezza zero!

Povero Tesla, genio morto davvero povero. Insomma, per dirla con una battuta: prima morto di fame e 70 dopo (ri)morto di fama.

Lola Fox
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