Morbillo e igiene personale

maicolengel butac 8 Feb 2014
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Diciamo che qui non c’è una fonte bufalara, ma spesso negli ultimi tempi quando ho debunkerato qualche notizia che riguardasse i vaccini per i bimbi mi sono sentito commentare da tanti che le ragioni per cui certe malattie sono “svanite” è da collegare alla maggiore igiene che si usa nella vita di tutti i giorni.

Come se negli anni 60 fossimo stati tutti degli sporcaccioni che non si lavavano. La cosa ogni volta mi lascia basito.

So che non è vero, ma rispondere con dati e statistiche ad un commento sul web lo trovo sciocco, non serve a nulla e si perde nel marasma d’informazioni che ogni giorno la rete produce.

Così ho deciso di scrivere questo breve articoletto che riunisce dati e statistiche degli ultimi 50 anni di morbillo e vaccini, lasciando che siate voi a trarre le vostre conclusioni. Qualcuno sui social si è lamentato di questa mia campagna pro vaccino (stiamo parlando di vaccinazioni nei bimbi, non negli adulti), mi dispiace, è un tema su cui sono estremamente sensibile, non è mia intenzione lasciar correre.
L’immagine di apertura gira sul web per merito dei siti pro vaccini americani, io l’ho solo tradotta e riportata a dati più nostrani. Ma è vero negli Stati Uniti fino al 1963 si ammalavano di morbillo circa mezzo milione di americani, dopo l’introduzione del vaccino nel decennio 2002-12 si è arrivati a circa 60 casi all’anno. 499.980 casi in meno.
Non mi sembra che i bagni di casa e le condizioni igienico sanitarie siano così drasticamente variate dal 1963 ad oggi, si forse laviamo la frutta di più, forse usiamo precauzioni diverse, ma sono modifiche minime, non così impattanti: quel crollo nei casi di morbillo è chiaramente dato dall’introduzione del vaccino.

Measles cases reported in the United States, 1944-2007, represented as thousands of cases per year vs. year, with an inset 1983-2007 as cases vs. year. Data are from the US Centers for Disease Control. Cases 1944-1983

E in Europa come vanno le cose?Non così bene, in alcuni  paesi si sta notando un aumento o stabilizzazione dei casi dopo il grande crollo nelle infezioni,  in altri per fortuna si può dire che la malattia sia totalmente dormiente.
In Inghilterra (e Galles) la media fatta sui dati dal 1953 al 1963 parla di circa 425.000 casi all’anno con una media di 98 morti all’anno, mentre se prendiamo i dati dal 2002 al 2012 vediamo che arriviamo ad una media di circa 3000 casi all’anno, con un numero di decessi inferiore ad uno all’anno!
Tristemente la mia conoscenze delle lingue limita la ricerca per quanto riguarda i dati degli anni 50 e 60 a solo i paesi anglofoni, ma basta vedere come vada in alcuni paesi europei oggi:
  • In Bulgaria, Croazia, Cipro, Estonia, Finlandia, Grecia, Ungheria, Islanda, Latvia Lettonia, Lituania, Malta, Olanda, Portogallo, Slovacchia, Slovenia siamo sotto ad 1 caso per ogni milione di abitanti.
  • La Germania e il Lussemburgo sono sui 2 casi ogni milione di abitanti.
  • In Austria ci sono circa 4.2 casi di morbillo all’anno di morbillo ogni milione di abitanti
  • In Belgio,Italia e Francia, quasi 9 casi ogni milione di abitanti.
  • In Irlanda ben 23 casi.
  • In Romania 170.
questa è la situazione oggi!
Negli anni 60 e 70 in Italia, paese che era già industrializzato e con regole sanitarie valide morivano per morbillo circa 180 bambini all’anno, non grandi numeri, ma pur sempre 180 bimbi che oggi hanno una chance in più, la tabella qui sotto viene da questo PDF dell’Unicef coi dati raccolti dall’ISTAT:
Manca il dato di quanti fossero i nati nel 1961, ma diciamo fossero come negli anni 60 (circa 900 mila bimbi nati all’anno) ne morivano 0,2 ogni mille, quindi  180 bambini, nel 2008 erano zero, così come zero sono oggi. Merito di condizioni igieniche migliori ? Non credo come dimostrano i due bei grafici americani e inglesi di cui sopra, l’introduzione dei vaccini è stata la causa scatenante di quel crollo nella mortalità da morbillo. I siti che pubblicano altri dati non so quali fonti ufficiali abbiano, le mie vengono da Organizzazione Mondiale della sanità, Unicef , Ministero della sanità ed ISTAT.

Lascio a voi qualsiasi considerazione.

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