Negazionisti dell’AIDS: facciamo chiarezza

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Abbiamo già parlato del negazionismo dell’AIDS, più volte, ma ogni tanto qualche segnalazione rispunta fuori. E per arricchire l’archivio di Butac credo che sia utile trattare anche argomenti già trattati in altri contesti.

Nell’ultimo mese mi avete più volte segnalato due video, di vecchia data, che fanno parte dei cavalli di battaglia di chi insiste nel negare l’esistenza dell’AIDS come sindrome causata dall’infezione dell’ HIV.

Non è mia intenzione aumentare le visualizzazioni dei due video, pertanto se volete, mi dispiace, ma ve li dovete andare a cercare da soli! Qui vi riporto solo screenshot.

Melodrammatico Robert Willner

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Nel primo dei due video c’è un medico che si punge con un ago, ago che prima era stato intinto nel sangue di un paziente infetto. A suo dire dimostrazione che l’HIV non causa l’AIDS. Il medico in questione è il Dottor Robert Willner, per ben due volte ha rifatto lo stesso giochino, poi è morto. No, non sto scherzando. Willner è morto, non a causa dell’AIDS, sia chiaro, ma è morto l’anno dopo la seconda punturina, per attacco cardiaco.

Ma anche non fosse morto voi lo sapete, vero, che il rischio di venire infettati dall’HIV se punti da un ago infetto è basso, decisamente basso?

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Il rischio medio d’infezione HIV a seguito di puntura o taglio con esposizione a sangue HIV infetto è dello 0,3% (1 caso su 300), quindi la scena fatta dal Dott. Willner è decisamente meno “a rischio” di quanto lui stesso ci abbia voluto far credere, a questo aggiungiamo che in nessuna delle due occasioni il nostro eroico medico ha fatto analizzare l’ago usato, quindi ci si basa solo ed unicamente sulla sua parola. Il fatto che il dottore sia morto l’anno dopo chiude il caso.

Usare il video dove lui si punge come dimostrazione che l’HIV non causa l’AIDS è decisamente fallace, ma  passati 20 anni dalla sua morte i negazionisti continuano a farlo senza raccontare tutta la storia. Siete sicuri che vi volete fidare di questi soggetti?

Il Nobel Montagnier

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Ma andiamo oltre, perché il caso più eclatante è quello di Luc Montagnier, premio Nobel, colui che ha scoperto nel 1983 il virus HIV. Montagnier è un medico, biologo e virologo francese, classe 1932. Montagnier è colui che ha scoperto il virus per primo, ma non è colui che l’ha collegato all’AIDS, questo primato spetta all’equipe di Robert Gallo.

Montagnier ha vinto tanti premi, e le sue ricerche sono state acclamate, dopo le sua scoperta sull’HIV disse che non era ancora conclamata la relazione tra HIV e AIDS, ma in occasione della consegna del premio Nobel fece una dichiarazione che i negazionisti cercano sempre di far sparire dalla rete:

“It was important to prove that HIV was the cause of AIDS, and Gallo had a very important role in that. I’m very sorry for Robert Gallo.”

Sì, perché il Nobel era stato dato solo a lui e non a Gallo, e di questo Gallo rimase sorpreso, visto che anche lui era giunto alle stesse conclusioni del collega.

Le critiche della comunità scientifica

Da qui in poi Montagnier si è dedicato a studi (e dichiarazioni) che la comunità scientifica ha criticato più volte. Dal racconto di come si possa venire contagiati dal virus anche solo con un bacio profondo, alle sue ipotesi su come si potrebbe guarire dall’AIDS variando l’alimentazione. Non è detto che a 80 anni si rimanga sempre lucidi.

E difatti Montagnier dal 2009 si dedica ad un unica ricerca, intitolata “Electromagnetic Signals Are Produced by Aqueous Nanostructures Derived from Bacterial DNA Sequences“. Il fatto che si parli di elettromagnetismo dell’acqua ha fatto godere i supporter dell’omeopatia (anche se Montagnier ha spiegato più volte che le cose non sarebbero collegate). Ma a sei anni di distanza dalla pubblicazione della sua ricerca nessuno è stato capace di replicare i risultati dello studio, e l’analisi dei fatti ha portato a criticare le modalità in cui sono presentati i dati, che mancano del rigore scientifico necessario.

Le prove devono essere convincenti

Ci sta, il premio Nobel non è garanzia di infallibilità, specie superata una certa età. Non voglio dire che da anziani diventiamo tutti dei vecchi tromboni, ma vorrei ci ricordassimo che fino a 40/50 anni fa non avremmo mai dato credito alle parole di un ottuagenario, non senza prove certe che quanto afferma sia vero. Montagnier sull’elettromagnetismo dell’acqua di prove convincenti non è riuscito a darne. Dargli ancora ascolto sulla base delle sue scoperte fatte oltre trent’anni fa mi pare errato.

E invece i soliti negazionisti lo usano come cavallo di battaglia da anni.

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Siti e pagine social di questa gentaglia andrebbero segnalati e rimossi d’autorità, rischiano solo di fare del male, sia a chi è già malato sia a chi si cerca d’informare in merito.

Non fatevi fregare. Nel nostro paese ci sono soggetti anche politici che hanno cercato di cavalcare questa disinformazione, sono soggetti che non andrebbero ascoltati (e invece purtroppo a seguirli siete in tanti). Chi diffonde questa fuffa senza averci fatto la minima ricerca sopra è una persona non degna di guidare un paese, probabilmente nemmeno di guidare un triciclo.

maicolengel at butac.it

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