Paul Krugman e le previsioni errate

EURO-KRUGMAN

Nessuno di voi mi ha segnalato questo video che circola online: l’ho trovato sulla pagina del grande LeFou e risale a poco più di un mese fa, ma credo che alcuni farebbero meglio a guardarselo con attenzione.

L’intervista è a Paul Krugman, economista, premio Nobel, spesso citato dagli anti europeisti come primo critico dell’euro e detrattore di Mario Draghi. Capisco che l’inglese non sia per tutti, anche se dovreste seriamente mettervi a studiarlo. Se avete meno di 40 anni e non siete in grado di vedere un video come questo, senza comprenderlo, è davvero necessario uno studio della lingua. Lo reputo una testimonianza importante da riportare; non è lunghissimo, perciò ho deciso di riportarvene il testo.

Business Insider: Su che cosa si è sbagliato? Quali sono le cose che passato un certo periodo di tempo lei si è detto, va bene ne ho parlato, ho fatto previsioni, ma mi sono sbagliato?
Paul Krugman: Sì, ho una lista. Ho ampiamente sottostimato l’impatto economico dell’IT. A metà degli anni novanta ero davvero scettico riguardo ai piani che ci potesse essere un boom produttivo, mi ero sbagliato, c’è stato. Ero anche abbastanza in torto in merito alla crisi fiscale: all’inizio degli anni 2000 ho previsto che gli Stati Uniti avrebbero potuto passare una crisi, qualcosa di simile a quella avvenuta in Grecia. C’erano i segnali e io l’avevo predetto. In seguito è parso chiaro che mi fossi sbagliato, è stato uno di quei casi in cui mi sarei dovuto basare solo sui dati e non sulle mie sensazioni. Avevo previsto la bolla immobiliare, avevo previsto qualcosa ma senza avere previsto la devastazione che poi c’è stata. Non avevo idea dei debiti sulla casa americani, non avevo idea della fragilità del sistema finanziario. Credevo l’Euro sarebbe fallito, e non perché avessi i dati economici errati, ma perché ho sottostimato la determinazione dell’élite europea per mantenere la cosa insieme. Non credevo possibile che sarebbero stati capaci di attraversare crisi come quella a cui poi è andata incontro la Grecia e il Portogallo, e di resistere, ma lo faranno. E avevo sottostimato Mario Draghi: alla fine forse non riuscirà a tenere tutto insieme, ma sicuramente ha fatto un bello sforzo. Ci sono diverse cose su cui mi sono sbagliato, avevo previsto dati sbagliati, avevo un quadro della situazione sbagliato, andava cambiato quello per avere il punto corretto.
Business Insider: E allora ha cambiato il quadro della situazione? Perché diciamolo, mettendola così lei è come se dicesse agli altri, “Suvvia ragazzi, avete dato un quadro errato della situazione, cambiatelo”. Lei ha cambiato il suo?
KRUGMAN
Paul Krugman: Si, l’ho fatto, intendo, in certi casi si va avanti e indietro su alcuni argomenti, ma su altri si è dovuto cambiare. Ad esempio ero molto scettico della “Self-fulfilling currency crisis”, ci ho perfino scritto uno studio in merito dove spiego che mi ero sbagliato. Se si ammette di avere sbagliato su qualche cosa si può andare incontro a grossi guai, io ci provo, se sto difendendo una posizione in maniera irrazionale spero che chi mi segue me lo faccia presente. Se non ci si sbaglia mai, se gli eventi non sono mai avversi alle tue previsioni allora c’è qualcosa che non va, nessuno è infallibile.

Io non credo siano necessari ulteriori commenti, Krugman è citato su tantissime pagine anti euro (e anche da tantissimi nostri detrattori su Facebook), come colui che ha previsto tutto, Krugman ammette d’essersi sbagliato. Non aggiungo altro.