I profughi che votano

profughi che votano

PER I PIÙ PIGRI:

  • Il Consiglio di Stato già nel 2004 spiega che i cittadini extracomunitari residenti hanno diritto di voto per il consiglio di quartiere
  • Il diritto di voto ai residenti per i consigli di quartiere è esercitato anche in altri comuni. Alcuni da anni.
  • Chi voterà tra i “nuovi residenti” extracomunitari di Vittorio Veneto sono pochi elementi, il numero preciso è ignoto, ma più di dieci elementi, meno di quaranta, oserei stimare.

PER CHI VUOLE LE FONTI:

Secondo la stampa a Vittorio Veneto sta succedendo qualcosa di strano, il sindaco avrebbe dato la possibilità di votare ai profughi. O almeno questo è quanto appare dai titoli de Il Giornale e Libero Quotidiano, che sono i due che mi avete segnalato di più:

Libero 23 settembre 2016

Vittorio Veneto, il Paese dove fanno votare anche i profughi

Il Giornale perlomeno già nel sottotitolo spiega meglio le cose:

Alle urne per i consigli di quartiere. Il Comune è sotto accusa.

Quindi, come avete capito il voto di cui si sta parlando è solo ed unicamente per eleggere il consiglio di quartiere, nemmeno il sindaco, ma solo chi dirigerà il quartiere in cui sono residenti gli stranieri di cui si sta parlando.vote-aqui1

Non trovo la cosa scandalosa, ma prima di fare le mie verifiche sui fatti voglio vedere cosa ne pensa la legislazione in merito. Io so che mia moglie, straniera, ma con regolare permesso di soggiorno, da residente può votare per il sindaco, per il consiglio comunale e di quartiere e null’altro.

Ma cosa dice la legge?

Cercando trovo una risposta perfetta, il parere del Consiglio di Stato nell’aprile 2004 (II° governo Berlusconi):

Ritiene cioè la Sezione che l’attribuzione agli stranieri extracomunitari residenti del diritto di elettorato attivo e passivo ai fini della costituzione dei consigli circoscrizionali di cui all’articolo 17 Tu 267/00, così come disposto dall’articolo 50 dello statuto del Comune di Forlì, sia de plano consentita dalle disposizioni di legge ordinaria di cui al citato articolo 17, e non trovi ostacolo insormontabile nelle norme e nei principi costituzionali che disciplinano la materia.

Il parere veniva appunto da una diatriba identica apertasi a Forlì. Diatriba conclusasi come avete potuto leggere con esito favorevole: il voto dei residenti stranieri per i consigli circoscrizionali è permesso e non trova nessun ostacolo nelle normative preesistenti.

Le norme da allora non sono cambiate, come non sono cambiate le regole per essere residenti. Basta dimostrare di avere dimora abituale nel Comune, e produrre documenti d’identità validi e documenti che attestino la vostra titolarità a risiedere nella locazione che dichiarate. Sono gli stessi da sempre, anche qui nulla è cambiato. E difatti se cercate è già stato fatto più volte da allora. Senza nessuno scandalo se non sulle testate che volevano indignare.

Oltre ad esser un’indignazione non dovuta è anche esagerata rispetto ai numeri. Sì, perché secondo quanto ci spiega la Tribuna di Treviso:

Sono almeno una sessantina gli ospiti tra il Ceis e la Caritas che hanno ottenuto l’importante documento (la residenza). Numerosi hanno già lasciato i centri di accoglienza e pure la città; costoro, per la verità, hanno perso la residenza che, il più delle volte, avevano richiesto come presupposto per contenere le spese mediche.

Restano a Vittorio, comunque, decine di profughi con il sospirato certificato e tanti di loro hanno già fatto sapere di voler esercitare il diritto al voto.

Quindi diciamo più di venti (alcune decine) ma meno (numerosi) di sessanta.

Tanto rumore per nulla, quindi.

E fin qui i fatti, se eravate qui per quelli, grazie è stato un piacere, spero di avervi spiegato a sufficienza perché non è una notizia, ma manipolazione dei fatti.

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Se siete tra quei dieci amici che si divertono anche a leggere le mie considerazioni personali, potete proseguire nella lettura.

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Che cosa è nero e non lavora mai? Un decaffeinato, bastardo di un razzista…

Capiamoci, va bene fare politica, va bene portare acqua al proprio mulino. Ma qui ci sono svariati soggetti complici. Il consigliere che si lamenta della cosa coi giornali NON POSSO CREDERE che prima di farlo non abbia verificato la questione, e quindi sappia sia che non è nulla di nuovo, sia che il Consiglio di Stato ritiene non ci sia nulla di sbagliato e ha annullato un ricorso identico nei confronti del comune di Forlì dodici anni fa. Se invece la ricerca non l’ha fatta, perdonatemi ma non merita il vostro voto, mica perché sia una brutta persona sia chiaro, magari è un ottimo ragazzo, ma non sa fare il suo lavoro, che è servire il cittadino nel consigliare al meglio sindaco e assessori nell’amministrazione del proprio comune.

A sua volta le testate che hanno riportato la cosa sono tra quelle che riportano la notizia se fa comodo a loro, esattamente come la ricevono senza alcuna verifica dei fatti. Non interessa informare il cittadino della diatriba (spiegando però le normative che da sempre regolano la questione), interessa dargli ad intendere una cosa ben precisa: qualcuno ha modificato delle regole per favorire altri che voi non amate, indignatevi!

L’articolo di Libero è un inno all’idignazione, sempre riportando pedissequamente le parole del consigliere, senza mai metterci un filo di giornalismo:

Pulizia etnica – Anche senza far ricorso a complicati sondaggi, è prevedibile che le preferenze espresse dalla popolazione ospite dei centri di accoglienza, degli Sprar e delle varie cooperative che si occupano di migranti, non si orienteranno a destra. E infatti la sezione locale della Lega Nord leva gli scudi di fronte all’ ipotesi che i profughi ospitati in città possano presentarsi alle urne. «Già che ci siamo – attacca il consigliere comunale Gianluca Posocco – perché i profughi non presentano anche loro rappresentanti? Vuoi vedere che dalle urne usciranno consiglieri tutti loro?».

Sempre cercando il voto agli stranieri il consigliere in poco tempo avrebbe scoperto che invece quanto lui dice come battuta sia vietato dalle norme, come vietato è che votino per sindaco, consiglieri regionali, e qualsivoglia altra elezione, referendum inclusi. Quindi la battuta resta solo battutaccia ignorantella, anch’essa buttata la solo per fare indignare. Inoltre l’articolo della Tribuna di Treviso da cui partono tutti spiega che :

Numerosi hanno già lasciato i centri di accoglienza e pure la città; costoro, per la verità, hanno perso la residenza.

Purtroppo la cosa non mi è stata chiarita da chi ho contattato per la verifica, ma a me quella frase lascia capire che non si tratti di “richiedenti asilo” ma di soggetti a cui l’asilo sia stato concesso, quindi abbiano in fin dei conti diritto alla residenza nel comune in cui trovano regolare alloggio e decidono di stabilirsi. Lecito decidere che non ti piace, malizioso spingere all’indignazione sulla basa di qualcosa permesso dalle normative e di minimo impatto (poche decine di votanti).

E voi, ingenui ocarotti dal click facile, invece vi arrabbiate, sbraitate, alimentate ancora un po’ il fuoco che vede negli immigrati la colpa d’ogni male d’Italia. Ma non siete in grado di vedere più in là del vostro naso, se lo faceste vi accorgereste che PURTROPPO gli immigrati sono una briciola nel mare del “problema Italia”, fossero loro la fonte della nostra crisi sarebbe una bazzecola risolverla. Ma parlando sempre e solo degli stranieri si evita l’argomento. Perché è facilissimo dare addosso allo straniero, quando “l’unica soluzione per uscire dalla crisi” per quegli stessi ocarotti è uscire dall’euro.

maicolengel at butac punto it

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