1 2 3… prova…

Prova… siamo di nuovo online?

Mi sentite?

Siamo in onda?

Chissà quando leggerete queste righe, io ho cominciato a scriverle domenica notte, un filo frastornato, dopo due sere da venerdì 6 aprile 2018. Sia chiaro, non frastornato da quanto avvenuto ma dalla marea di contatti e richieste ricevute. Non mi sarei mai aspettato la tonnellata di calore che abbiamo ricevuto. Supporto dal basso, ma anche dall’alto, tanto, inatteso. Hanno preso le nostre difese anche alcuni di quelli che ci vedrebbero volentieri chiusi definitivamente. Poi ci sono gli amici, che magari non senti per anni e sbucano dal nulla a tenderti una mano, quelli che si presentano per una birra e un po’ di compagnia, insomma, sono stati due giorni intensi.

Ero convinto che il “sequestro preventivo” si sarebbe risolto. Non credo che BUTAC sia un luogo pericoloso, ma quando necessario abbiamo bannato, quando richiesto abbiamo cancellato.

Sapevo che saremmo tornati.

Noemi, Neil, Pietro, Thunderstruck ed Elivet sono stati di grandissimo supporto in questi giorni, e siamo rimasti tutti molto sereni, sempre.

Ma per me è stato un bel momento per poter riflettere, studiare, ascoltare. Non i tanti messaggi di sostegno, ma quelli di critica. Perché è solo dalle critiche che si può migliorare, sono quelle che possono far riflettere.

Non so cosa verrà fuori, ma come sempre conto sul vostro aiuto per cercare di migliorare.

La critica più interessante è quella che vede BUTAC come blastatore, ed è quella che mi ha fatto più male. Pur concordando che ci siano alcuni articoli sopra le righe – capita di farsi prendere la mano – per la maggioranza quelli su BUTAC sono articoli che evitano le “parole ostili” e alla stessa maniera gli autori che hanno scritto per BUTAC negli anni si sono per la maggioranza posti in maniera educata nei confronti del lettore e degli argomenti trattati.

Pensare che l’accusa di blastatori possa colpire persone e autori come Neil Perri o il dott. Arina (DottPA), Thunderstruck, Elivet Logan Rogers o LadyCocca è triste. Ma cercheremo di stare più attenti nei toni, o meglio io cercherò, perché oggi sono probabilmente l’unico che a volte sconfina nell’aggressività.

Una riflessione importante però va fatta.

In questi anni più volte siamo stati contattati per avere un nostro parere sull’eventualità di nuove leggi che potessero colpire gli avvelenatori di pozzi, ci siamo sempre schierati contro, spiegando in lungo e in largo che esistevano già leggi che potevano essere usate per contrastare la disinformazione. Credo che quanto è avvenuto a BUTAC sia la lampante dimostrazione che questi mezzi esistono.

Quando sentirete politici e divulgatori chiedere nuove misure di controllo della rete ricordatevi che esistono già, chi ve lo sta proponendo è solo qualcuno che vuole avere ancora più armi per limitare la libertà d’espressione.

Butac oggi torna online. Senza rancore nei confronti di nessuno, con tanti spunti su cui riflettere per cercare di migliorare il servizio fatto finora.

Speriamo che il blocco di qualche giorno non abbia influito troppo negativamente sul posizionamento su Google, ma il numero di nuovi amici arrivati in questi giorni ci fa sperare per il meglio!

Purtroppo da venerdì scorso a oggi non abbiamo avuto modo di leggere segnalazioni o verificare nuove bufale, ma da stasera contiamo di essere operativi al 100%.

Come sempre ricordo a voi che ci leggete che nessuno di noi è tuttologo, che questo sito non è “la bibbia della rete” ma è col vostro aiuto che possiamo migliorare, con le critiche costruttive, che possono portare a correzioni e modifiche quando è il caso.

Grazie per tutto l’affetto, di cuore, ammetto che è stato inaspettato!

maicolengel at butac punto it