Oggi, spero per l’ultima volta, torno a parlare di 5G, perché anche durante lo scorso weekend siete in tanti ad avermi mandato questo volantino:

5G Quinta generazione di telefonia mobile pensata per collegare oggetti e persone in un’unica grande rete.

Il volantino sotto a un titolo abbastanza innocuo presenta due colonne una intitolata 5G Cosa comporta e l’altra 5G Conseguenze. 

L’abbattimento alberi

Parto dal basso visto che abbiamo già trattato l’argomento ben due volte.

Nel volantino si dice che il 5G comporta:

L’abbattimento di alberi perché ostacolano le microonde.

Come conseguenza ci dicono che meno alberi causano:

…più irradiazione e più CO2, con tutte le altre conseguenze del caso… dovremmo piantare più alberi!

È vero che il fogliame può bloccare la propagazione del segnale (e questo dovrebbe dirla lunga sulla potenza di queste microonde) ma tutti i casi portati ad esempio finora dai tanti siti anti microonde non riguardavano il 5G. Anzi, spesso erano opere di riqualificazione urbana che prevedeva un numero maggiore di alberi dopo l’espianto di quelli vecchi, a proposito del “dovremmo piantare più alberi”…

Adoperate su larga scala

Il claim del volantino su cosa comporta il 5G:

L’utilizzo  di nuove frequenze a onde millimetriche mai adoperate prima su larga scala

Con la conseguenza che:

noi tutti e l’ecosistema saremo cavie di un enorme esperimento senza essere stati avvisati dei rischi per la salute e senza il nostro consenso

Se vogliamo essere pignoli è successa la stessa cosa con tutte le nuove tecnologie, da sempre. Ogni singola innovazione tecnologica prima passa test e studi in laboratorio, poi una volta ritenuta sicura si procede alla commercializzazione e all’uso su larga scala, continuando a monitorarne possibili effetti. Pensateci un secondo, come è possibile testare qualcosa su larga scala senza renderlo disponibile a tutti? Detto ciò le onde millimetriche non sono una nuova scoperta, l’ambito di applicazione su larga scala lo è.

La ricercatrice Marina Barbiroli spiega, in una esauriente intervista sul sito di Minerva – Associazione di divulgazione scientifica, che:

 …studi sull’interazione tra campi elettromagnetici e sistemi biologici sono in atto dagli anni ‘60 (introduzione del servizio televisivo) del secolo scorso e il loro numero è notevolmente aumentato a partire dagli anni ‘90 con l’avvento della telefonia mobile;

Ad oggi sono stati pubblicate 28,455 pubblicazioni scientifiche e 6,360 sommari di studi scientifici individuali, tutti  sugli effetti dei campi elettromagnetici.

Questo a sottolineare che il campo elettromagnetico a diverse frequenze è un agente fisico che è stato studiato in maniera estremamente estensiva, come nessun altro agente fisico, e per un intervallo temporale molto esteso;  il risultato complessivo è che l’identificazione di eventuali effetti nocivi dell’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF), a livelli inferiori alle linee-guida sull’esposizione (che proteggono da noti effetti termici a breve termine), non è ad oggi dimostrata.

Le soglie limite

Il claim del volantino su cosa comporta il 5G:

Innalzamento delle soglie limite per i valori di irradiazione cautelativa media attuale 6 V/M previsto aumento fino a 61 V/M

Con la conseguenza che:

In fisica 110 volte più di oggi

 Le onde elettromagnetiche a cui si fa riferimento quando si parla di 5G non sono ionizzanti, non hanno radioattività, esattamente come quelle dei forni, o delle piastre da induzione.

EDIT: come giustamente fate notare avevo citato un documento ARPA che però riguardava le ELF invece che le frequenze corrette, riferimento al doc di ARPA eliminato, non cambia il resto del contesto.

Migliaia di wi-fi

Il claim del volantino su cosa comporta il 5G:

5G+2G+3G e 4G + migliaia di wi-fi attivi

Con la conseguenza che:

Impennata delle radiazioni elettromagnetiche complessive

Sempre dall’articolo di Minerva, stavolta a parlare è il prof Vittorio Degli Esposti (autore di molti articoli nel campo dell’elettromagnetismo, la propagazione radio e i sistemi wireless):

…i sistemi 5G non porteranno necessariamente ad un aumento dell’esposizione alle onde radio. Un terminale che in un certo momento utilizza per una certa connessione il 5G non utilizza il 4G o il 3G, e quindi probabilmente emette minori livelli di campo.

Un collegamento dati tra “cose” anziché fra “umani” provoca minore esposizione per questi ultimi. Infine un collegamento che utilizza onde millimetriche anziché le frequenze tradizionali, probabilmente provocherà minori effetti ai tessuti umani, perché al crescere della frequenza diminuisce la capacità di penetrazione nei tessuti, e gli eventuali effetti si limiteranno a uno strato di cute più superficiale.

Basta stare a una minima distanza dalle antenne per non subire alcuna “radiazione elettromagnetica”, il segnale va da antenna a antenna, da dispositivo a dispositivo. Se non avete un’antenna in casa e non avete telefoni cellulari siete tranquilli. Anche se girate per strada, senza avere con voi dispositivi mobili attivi, siete al riparo. Il segnale è fatto apposta per essere intercettato dalle antenne, non dai corpi umani. A distanza di un metro o due dalle micro antenne, e di circa 50 cm dal dispositivo mobile la potenza del segnale crolla. Quindi per proteggersi basta non avere wi-fi in casa, telefoni cellulari e tablet (e aggiungerei forno a microonde e piastre a induzione).

L’ultimo claim è praticamente una ripetizione del penultimo, non ha senso insistere. Prima di concludere però vi riporto, sempre dall’articolo di Minerva (di cui consiglio la lettura) qualche approfondimento su quello che tanti invocano (senza motivo nel caso del 5G), il principio di precauzione:

Il Principio di Precauzione (PP) è condivisibile. Si applica però qualora una nuova tecnologia porti ad un sensibile aumento dell’esposizione a un certo agente.

E’ il caso per esempio della tecnologia diesel nelle automobili che nel passato ha provocato un notevole aumento delle polveri, in cui però il principio di precauzione non è stato applicato, se non tardivamente, per adottare opportune contromisure.

In particolare il principio di precauzione può essere invocato solo quando sono soddisfatte le tre seguenti condizioni preliminari:

  • identificazione degli effetti potenzialmente negativi,
  • valutazione dei dati scientifici disponibili e
  • valutazione del grado di incertezza scientifica

Nel caso dei campi elettromagnetici nessuna delle tre precedenti condizioni possono dirsi soddisfatte. Inoltre ci sono tutta una serie di misure per i decisori da adottare al fine di avvalorare il PP e senza le quali il PP perde di validità, tra cui:

  • finanziamento di programmi di ricerca
  • Informare il pubblico sulle misure di sicurezza supplementari
  • Implementazione di valori limite speciali

Nessuna di tali azioni è stata intrapresa dai decisori italiani al fine di avvalorare e sostenere il citato PP.

Non credo serva aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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