80 tonnellate di cherosene nel Mar Ligure

Da ieri in tanti ci avete segnalato una storia che evidentemente vi preoccupa. Questo il titolo di Repubblica, ma sono tante le testate che l’hanno riportato:

Aereo svuota 80 tonnellate di cherosene nel mar Ligure

È il caso di notare che si tratta di una notizia mal riportata e che occorre inquadrare meglio. Capita che gli aerei si liberino di carburante in determinate condizioni di volo, le motivazioni possono essere molteplici, ma di solito lo fanno in situazioni d’emergenza. Riporta Repubblica:

Pochi minuti dopo la partenza, il velivolo, più o meno all’altezza del trentino, ha riscontrato problemi tecnici che lo hanno costretto a invertire la rotta. Ma prima di tornare a Malpensa, come previsto dalle procedure di sicurezza, ha effettuato un’operazione di fuel dumping, ovvero di svuotamento del serbatoio prima di un eventuale atterraggio di emergenza, a circa 70 chilometri al largo della costa ligure, all’incirca nello specchio acqueo conosciuto come santuario dei cetacei.

Ovviamente quel riferimento al santuario dei cetacei spaventa, specie chi difende animali e ambiente, e difatti:

Per chiedere una dettagliata relazione di quanto accaduto, il capogruppo in consiglio regionale di rete a sinistra, Gianni Pastorino, ha scritto all’assessore all’ambiente, Giacomo Giampedrone. “E’ una situazione molto preoccupante che rischia di produrre l’ennesima ferita al nostro territorio- afferma il consigliere- chiediamo di essere messi puntualmente a conoscenza di tutte le iniziative che saranno attuate a protezione del nostro ambiente marino e dei litorali, al fine di salvaguardarli da una possibile marea nera. Del resto tutti ricordiamo cosa rappresentò, per le coste liguri, l’incidente della petroliera Haven. L’effetto delle correnti potrebbe determinare ripercussioni gravissime su flora e fauna ittica, provocando un danno incalcolabile per la popolazione ma anche per l’economia, considerato che la stagione turistica è ormai alle porte”.

Paura comprensibilissima, ma il capogruppo in Consiglio regionale poteva fare qualche ricerca prima di allarmarsi troppo. Il fuel dumpeling è una pratica nota, di cui abbiamo parlato anche qui su BUTAC. E spiegavamo appunto:

Il fuel dumping è una pratica che si utilizza per alleggerire un velivolo in vista di un atterraggio: ogni aereo ha un peso massimo oltre il quale l’atterraggio è pericoloso o almeno rischioso. Nella norma un aereo arrivando a destinazione ha consumato il carburante necessario per arrivarci quindi il peso è inferiore a quello di partenza, ma se per qualche motivo deve fermarsi prima bisogna potersi alleggerire. Ci sono 3 modi per affrontare il problema: il fuel dumping (che semplicemente significa “gettare il carburante”), oppure volare in condizioni di alto attrito (come per esempio in configurazione di atterraggio) che permette quindi di consumare più carburante ma con tempi maggiori del fuel dumping, oppure semplicemente atterrare in condizioni di peso maggiore, con tutti i rischi connessi.

Come spiega Wikipedia:

Fuel dumping operations are coordinated with air traffic control, and precautions are taken to keep other aircraft clear of such areas. Fuel dumping is usually accomplished at a high enough altitude where the fuel will dissipate before reaching the ground.

E ancora, spiegano su GreenTumble:

… the effect of the evaporated fuel vapours in the atmosphere is negligible assuming the fuel is highly volatile and both pilot and air traffic controllers have ensured that fuel dumping does not happen unless a specific altitude has been reached.

Lo scarico del carburante viene fatto ad altitudini tali da far sì che il cherosene sia completamente disperso nell’aria (o evaporato) una volta raggiunto il terreno. La diluizione con cui arriva a terra è talmente alta da non rappresentare alcun rischio ambientale. Questo se lo si scarica ad altitudini superiori ai seimila piedi.

Basta una verifica su Flight Radar per scoprire che l’aereo durante la fase di dumping volava a circa sedicimila piedi d’altezza, che sono decisamente di più di seimila.

È giusto essere preoccupati per l’ambiente, è giusto allarmarsi se qualcosa non quadra, ma prima di contattare i giornali, prima di gridare al lupo al lupo, nel 2019, qualche ricerchina la si può fare, no?

Non credo sia necessario aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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