A lezione di fake

Una lettrice mi ha chiesto aiuto per un video che un suo contatto sta facendo circolare sui social. Il post è di un giorno fa, ma il video, come ho scoperto una volta che l’ho verificato, risale al 2017. Trovo sia un ottimo caso per fare un po’ di approfondimento su come la rete viene sfruttata per generare notizie dedicate a specifici target.

Il video mostra gente su una barca (“giornalisti” secondo la descrizione con cui viene fatto circolare) che filmano un falso salvataggio in mare… quando invece la barca è a pochi metri dalla riva e il ragazzo in acqua sa perfettamente nuotare.

Oggi sul web italiano viene condiviso con post su questi toni:

Questi sono i Giornalisti Manipolatori di Opinioni di Massa che abbiamo in Italia….se anche tu la pensi come noi, da OGGI….SPEGNI LA TV PER SEMPRE E ACCENDI IL CERVELLO‼️‼️‼️
Diventa insieme a noi, il CAMBIAMENTO.
The WALK of CHANGE

Nessuna prova che quel video sia mai stato spacciato per un vero video di salvataggio, ma a chi lo condivide non importa affatto, per lui è importante dare un segnale. Voi sapete benissimo quanto io non ami il giornalismo attuale, ma per accusare dei giornalisti d’aver inscenato un finto salvataggio servono prove. L’accusa è molto pesante, senza prove non si va da nessuna parte. Tutti siamo capaci di fare un video così e sostenere che quelli sulla barca siano giornalisti di una testata eticamente scorretta. Ma per sostenere quell’accusa bisogna avere prova che qualche testata abbia pubblicato i video girati dalle persone all’interno della barca. Video che invece non si trovano da nessuna parte.

Mentre invece il video, ripreso da lontano e in pessima qualità, viene diffuso nel 2017 da un gruppo di soggetti facenti parte di un movimento pro Brexit, gente che aveva tutto l’interesse nel diffondere diffidenza verso i giornalisti. La cosa più interessante è che dopo aver diffuso il video, senza portare nessuna evidenza del suo esser reale e non qualcosa di creato ad hoc dal loro stesso entourage, si sono lamentati quando Facebook gliel’ha censurato.

Il problema è che il video risulta avere come unica fonte lo stesso gruppo pro Brexit, non esiste traccia di nessun altro che l’abbia condiviso primo di loro, come non esiste traccia di qualche testata che abbia mai pubblicato le riprese fatte dalla barca. Tutto porta a pensare che sia una loro produzione interna fatta apposta per indignare i propri elettori. E non stiamo parlando di una paginetta stile “La verità ci rende liberi” ma la pagina ufficiale di Leave UE fondata dal miliardario Arron Banks. Ovviamente senza prove non posso certificare chi abbia fatto quel video, ma su chi siano stati i primi a diffonderlo in rete sostenendo che fosse la prova dell’esistenza di giornali che creano artificialmente i video dei naufragi non ci sono dubbi. Condividerlo significa non essere dotati di alcuno spirito critico, oppure esserne dotati ma sapere che i propri follower ne sono completamente carenti.

maicolengel at butac punto it
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