Acqua, zucchero e disinformazione

OMS

Scaltrissimi esperti di marketing probabilmente legati all’industria dell’omeopatia stanno facendo ricircolare articoli che risalgono a otto anni fa. Voi lo capite senza sforzo quale sia il trucchetto: metto in giro un articolo che mi dà ragione, poco importa se sia di ieri o di anni addietro, la gente è pigra, pochi verificano la data, quelli che lo fanno danno per scontato che sia ancora l’ultima novità in materia, e il gioco è fatto. Manipolare la percezione del pubblico.

Ed è questo che fanno articoli che titolano:

L’OMS decreta l’ingresso dell’Omeopatia nel gruppo delle medicine tradizionali

Curioso che il titolo del documento dell’OMS sia:

Safety issues in the preparation of homeopatic medicines

E curioso anche che a pagina 5 venga scritto questo:

The World Health Organization wishes to express its appreciation for the generous financial support provided by the Regional Government of Lombardy for the development and publication of this document, including financial support for the organization of a WHO consultation during the development process.

Che tradotto significa:

L’Organizzazione Mondiale della Sanità desidera esprimere il proprio apprezzamento per  il generoso sostegno, anche finanziario, fornito dalla Regione Lombardia per lo sviluppo e la pubblicazione di questo documento, incluso il supporto per l’organizzazione di una consultazione dell’OMS durante il processo di sviluppo.

Quindi il documento è realizzato anche grazie alla collaborazione finanziaria (generosa) della Regione Lombardia.

Come mai paga la Lombardia?

Come spiega il documento stesso poco più avanti, qui tradotto per vostra comodità:

Nella Regione Lombardia circa il 20% della popolazione usa regolarmente l’omeopatia come medicinale, ma quasi il 60% della popolazione la usa occasionalmente per il proprio salute e benessere, e questi numeri stanno aumentando. Inoltre, più del 34% delle persone usa medicinali omeopatici per l’autoguarigione. Certo, per queste persone è necessario garantire lo stesso livello elevato di qualità e sicurezza offerto a tutta la popolazione lombarda. Dal 2002, il piano socio-sanitario della Regione Lombardia ha sostenuto il principio della libertà di scelta tra diverse opzioni di cura.
Di fronte alla situazione attuale, è estremamente importante per la protezione di tutti i consumatori assicurare i requisiti di base per i farmaci omeopatici ai livelli internazionali, nazionali e regionali.

E tradotto dal burocratese: in Lombardia ci sono tanti che usano prodotti marcati come omeopatici.

La sicurezza prima di tutto

Per sicurezza si è deciso di verificare che fossero prodotti rispettando le norme minime di sicurezza, che normalmente non sarebbero state necessarie. Visto che ci sono persone che usano questo al posto di veri farmaci è importante verificare che non presentino pericoli. Lo stesso documento spiega subito dopo:

Per questo motivo, Il governo della Regione Lombardia ha fornito il proprio sostegno e cooperazione all’OMS per sviluppare questo documento tecnico, al fine di garantire che i farmaci omeopatici soddisfino gli standard minimi e garantire l’alta qualità dei preparati omeopatici, sia in Lombardia che nel mondo. Inoltre, è nostro desiderio che queste linee guida ufficiali per il controllo di qualità e sicurezza dei preparati omeopatici possano essere utilizzati come riferimento per facilitare l’istituzione di regolamenti in quei Paesi in cui non ne sono ancora stati introdotti. Questo documento potrebbe anche essere utilizzato per la promozione della consapevolezza dei cittadini in merito alla sicurezza e qualità della medicina omeopatica.

Siamo sicuri serva commentare oltre?

Se vogliamo leggerle razionalmente, le cose che dovevano essere dette il documento dell’OMS le spiega in poche righe. Ben vengano le linee guida, benissimo che ci siano Paesi che scelgono di usarla, ma si tratta di terapia di autoguarigione, che non è riconosciuta dalla medicina ufficiale. Anzi è stata smentita da tutti gli studi più seri in materia. Qui ci si sta solo preoccupando che nel cercare di autoguarirsi uno non si faccia ulteriore danno, prendendo un preparato a base di acqua, zucchero e fede.

Fitoterapici

Come viene spiegato nel documento (e chiunque di voi può verificare andando a controllare in farmacia) i preparati che vengono venduti come omeopatici non sempre lo sono. Sotto quella dicitura, per questioni sempre legate al marketing, alcune aziende distribuiscono anche fitoterapici, che sono molto differenti nella loro composizione rispetto ai veri omeopatici. I fitoterapici non sono acqua, alcol e zucchero, ma sono veri preparati, con principi attivi presenti, che se non controllati possono avere anche effetti collaterali indesiderati.

Concludendo

Nessuno all’OMS con quel documento voleva certificare una validità del preparato omeopatico come cura. Non c’è da nessuna parte una certificazione di qualità in quel senso. Solo sicurezza. Solo tutela del paziente che ne fa uso.

Ma trasformare il tutto in abile operazione di marketing è strategicamente perfetto.
Tutto molto semplice.
Su Butac della materia abbiamo parlato fin troppe volte. Qui le trovate tutte.
maicolengel at butac punto it

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