Analisi di un profilo di disinformazione

Oggi ci è arrivata l’ennesima segnalazione di un post che nega la siccità, un post pubblicato sul profilo di tal Adriana *********, che a sua volta condivide uno scritto firmato Pietro Faticoni. Lascio all’articolo nostro e di Open della settimana scorsa i commenti sul negazionismo della siccità. Qui su BUTAC ho pensato potesse interessare anche a voi qualcosa che sto notando sempre più spesso su certi profili che condividono disinformazione.



Sigla!

 

Viaggio nella mente di un complottista (fake o meno che sia)

L’account di Faticoni è chiaramente un fake, quello di Adriana meno, ed è per questo che mi sono messo a scrollare ogni immagine condivisa da quel profilo, chiamiamola una ricerca antropologica su come si è evoluto un profilo di disinformazione. Andando a ritroso nel tempo, tra le prime foto pubbliche condivise da Adriana nel 2013, troviamo un post dell’8 dicembre con un alberello di Natale. Il post è in italiano e spagnolo:



Dall’apertura del profilo Facebook fino a uno specifico momento il profilo ha condiviso svariate immagini al giorno, quasi mai, nel profilo aperto al pubblico, cose troppo personali. Praticamente tutte le immagini condivise dal profilo dalla sua apertura fino al 2016 hanno come fonte il web, e sono molto colorate e allegre.

Un classico profilo da Buongiornissimo caffè, che per circa un anno non ha mai dato motivo di pensare che dietro quegli aforismi e quelle immagini si potesse celare un complottista disinformatore.

Stiamo parlando di migliaia di post, tutti molto simili, tutti o quasi con pochissimo testo d’accompagnamento. Nel mentre, probabilmente, Adriana mandava richieste d’amicizia e ne accettava. Formando così un primo blocco di amici e follower (al momento il profilo conta quasi mille amicizie e quasi duemila persone che lo seguono, non grandissime cose). I post di Adriana si susseguono per mesi, nel frattempo in Argentina, grazie a una modella con lo stesso nome, cominciano a circolare post con un’omonima Adriana *********, questo giustifica in parte anche il fatto che sotto alle migliaia di foto condivise da Adriana vi siano commenti e like di soggetti che risultano vivere in Argentina, magari pensano di essere su un profilo della modella. Comunque dal 2013 al 2018 siamo di fronte a un profilo che condivide una miriade di immagini, perlopiù allegre e spensierate, qualche rara cosina new age, ma nulla di speciale.

Poi arriva il primo risveglio, a maggio 2018. Due giorni prima una torta di compleanno, poi senza nulla che lo facesse presagire:

Qualche giorno dopo un post contro i tifosi di calcio, post in cui viene inquadrato il cielo:

Da lì, per un po’, i contenuti pubblici di Adriana sono praticamente monotematici:

A luglio 2018 compaiono Trump e QAnon:

Ma fino a settembre 2018 i contenuti sono quasi esclusivamente scie chimiche, e qualche post del Movimento 5 Stelle, più alcuni meme di propaganda sovranista legata a Q.

Ottobre 2018, alluvione con allagamenti: Adriana evidentemente risiede in una zona colpita, e mostra alcuni video dalla finestra. Poi ancora un po’ di scie chimiche. A novembre compaiono anche Soros e Obama nella gallery, e le scie chimiche lentamente lasciano il posto a tutta la propaganda di Q e suoi copycat.

Un profilo che prima condivideva solo cose allegre e con colori festaioli in un anno si trasforma completamente, anche a livello visivo:

Abbiamo preso in considerazione solo pochi mesi, ma da maggio a novembre 2018 Adriana è passata da solare e allegra sudamericana residente in Italia a complottista che condivide solo cose che mettono tristezza e depressione. Se è un profilo reale, vedere questa caduta nel buio fa malissimo:

Chi passa da quest’allegria

…alle immagini che avete visto poco sopra in meno di sei mesi ha subito un trauma, o è stato terrorizzato da abili manipolatori. O, nel caso peggiore di tutti, è un profilo gestito insieme a migliaia di altri da soggetti con precisi intenti manipolatori. Se fosse così saremmo di fronte a gente che ha lucidamente pianificato la creazione di migliaia di profili che per anni hanno agito normalmente, per poi cominciare a diffondere quella disinformazione di cui ora siamo tutti vittime. Io non posso certificarvi quale sia il caso, ma solo dirvi che di profili che hanno fatto percorsi simili ne ho visti tanti, troppi per far finta che la cosa sia più che una semplice coincidenza. D’altronde lo dicono anche gli studi: se si crede a un complotto si è poi portati a credere a tutti.

Il problema non sarebbe così grosso se non esistessero i social network, il problema diventa tale quando questi profili – veri o falsi che siano – hanno accesso alla rete e su di essa diffondono fuffa e menzogne con la stessa fame di click di quando lo facevano con arcobaleni e fiori colorati.

Da febbraio 2019 sul profilo di Adriana le scie chimiche scompaiono quasi del tutto (anche se sporadicamente le fa riapparire a comando). In compenso è tutto un fiorire di screenshot con citazioni di Alessandro Meluzzi, articoli di Primato Nazionale, e l’amico Pietro Faticoni che ricorderete da inizio articolo compare tra i fake condivisi:

La tecnica è già quella da disinformatore con tanto pelo sullo stomaco: non si condividono i post, si condividono gli screenshot dei post, così che se il profilo originale venisse chiuso per segnalazioni non si perderebbero le condivisioni sul nostro profilo.

Gli obiettivi sono quelli che ben conosciamo: i politici sporchi e cattivi, l’euro, i vaccini, Eurogendfor, la massoneria, e non siamo ancora arrivati a febbraio 2020, quando è scoppiata la pandemia. Sembra di guardare una macchinina radiocomandata:

Non sto a tediarvi oltre, potete immaginare come la bacheca sia andata avanti fino a febbraio 2022, quando mascherine, coronavirus, dittatura sanitaria & co hanno lasciato il posto alle foto filo Putin, a tutta quella becera dezinformatsiya che ci vedete combattere quotidianamente.

Nei post di Adriana ho trovato tonnellate di immagini che noi o i nostri colleghi abbiamo trattato negli anni, ma Adriana non legge i fact-checker (che nella sua bolla sono l’equivalente più o meno del male assoluto), lei segue OPPT, il Greg, Silver, ByoBlu, Meluzzi, mi ha fatto impressione rendermi conto che quasi non si fila giornalisti della notorietà di Porro e Paragone, rispetto a quanti altri assoluti sconosciuti da social screenshotta e condivide.

Io non sono nessuno, BUTAC non è nulla, ma io spero che ci siano fior di gruppi di lavoro a studiare questi modus operandi, che stiano analizzando questa evoluzione di certi soggetti da social network. Vedere in quanti sui social sono o si mostrano come Adriana dovrebbe farvi capire che la lotta è improba, a meno che non intervenga per davvero un algoritmo magico. Ma sappiamo che questo farebbe crollare le rendite di macchine come le piattaforme social. E ripeto quanto precisato all’inizio: non possiamo capire con certezza se Adriana sia un troll o un bot, è assolutamente plausibile che una persona spaventata da specifici soggetti particolarmente abili a manipolare la gente sia finita in un tunnel da cui non sa più come uscire.

Sono le persone come Adriana che fanno circolare la pubblicità, sono le macchine da social da (almeno) 6-8 post al giorno per (almeno) cinque giorni alla settimana che fanno sì che il business del complottismo possa andare avanti.

Non gli stronzi quelli come voi, che non condividono nemmeno i nostri articoli.

Non credo di poter aggiungere altro, spero che la passeggiata sia stata istruttiva.

maicolengel at butac punto it

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