Afghanistan, il massacro dei cani randagi…

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Nell’Islam i cani sono considerati esseri impuri, e in Afghanistan quelli che ci sono vengono utilizzati o come cani da guardia o per i combattimenti. Non c’è compassione per il loro destino. La paura è quella di contrarre la rabbia tramite morsi, aggressioni o graffi. Spesso, durante la cattura, la popolazione si raduna per assistere all’uccisione quasi come se fosse uno spettacolo liberatorio. 

Ma non ne abbiamo parlato giusto stamattina, spiegando (con link) che la visione del cane come bestia impura è in parte sbagliata?
E invece anche la Stampa è caduta in una trappola di aver poca voglia di fare fact checking, e ha pubblicato questo pezzo che racconta un dramma senza però raccontare l’antefatto! E questo è decisamente errato.
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O meglio il fact checking c’è stato, ed è stato copiare, tradurre ed incollare un pezzo di  AFP Kabul. Parola per parola, saltando le parti meno animaliste, rendendo la cosa solo e soltanto atroce, senza fornire quasi alcuna spiegazione se non la paura per la rabbia.  Pessimo giornalismo, davvero pessimo, perché la notizia nella sua interezza conteneva anche questi paragrafi, che la Stampa non ha pubblicato:

“Every day, after evening prayers, we do this mass poisoning programme, working until 10pm, and we come back at 3am,” said dog-catcher Islamuddin. “We find these dogs, poison them and dump them where they will be buried.” Like many residents in the Pul-e-Charkhi neighbourhood where he works, Islamuddin has no qualms about killing dogs as part of a city policy that is widely seen as a necessary health precaution. It is uncertain how many strays have rabies in Kabul, but the disease is feared as it is often fatal to humans if they are bitten or scratched by an infected dog. Riaz Gul, from the nomadic Kuchi tribe that has a small camp in Pul-e-Charkhi, believes his 12-year-old son’s recent death was caused by a dog bite. “He was bitten on his arm, and then after about 50 days he started to seem crazy and get ill,” he said. “I took him to a doctor and mullah, but to no avail, and he died.”Of course, I am scared of the dogs. About 200 of them live in packs in this area.”

“Ogni giorno, dopo le preghiere della sera, lavoriamo a questo programma di avvelenamento di massa, lavorando fino alle 10, e torniamo alle 3 del mattino”, ha detto l’accalappiacani Islamuddin. “Troviamo questi cani, li avveleniamo e li trasportiamo dove verranno sepolti.” Come molti residenti nel quartiere di Pul-e-Charkhi dove lavora, Islamuddin non ha scrupoli a uccidere i cani come parte di regolamento cittadino che è visto dalla maggioranza delle persone come precauzione sanitaria necessaria. E ‘incerto il numero di randagi hanno la rabbia a Kabul, ma la malattia è temuta in quanto spesso è fatale anche per gli esseri umani se sono morsi o graffiati da un cane infetto. Riaz Gul, dalla tribù nomadi Kuchi che ha un piccolo campo a Pul-e-Charkhi, crede che la recente morte di un suo figlio 12enne sia stata causato da un morso di cane. “E ‘stato morso sul braccio, e poi dopo circa 50 giorni ha iniziato a sembrare folle e si è ammalato”, ha detto. “L’ho portato da un medico e mullah, ma senza alcun risultato, è morto.” Certo, ho paura dei cani. Circa 200 di loro vivono in branchi in questa zona. “

Wherever the dog-catching team works, locals gather to watch the animals be trapped, poisoned and then die a slow death.”They attack people going to the mosque and children walking to school. They spread disease,” said Nasser Ahmad Ghori, director of the Kabul city health department. “It is difficult to control them as they are in such great numbers, more than 100,000, I guess, and increasing.”Ghori said plans to neuter dogs to stop breeding or to launch a rabies vaccination programme were being considered in consultation with veterinary and health officials, but no other practical solution was available at present. Animal welfare experts dismiss the cull as wantonly cruel, and futile.”We agree there is a major problem of too many dogs,” said Louise Hastie, a British expat who runs the Nowzad animal rescue shelter in Kabul.”But the cull only means that new packs of dogs replace the dead ones within weeks, and they are more likely to have rabies as they come down from the mountains.”The only answer is to trap, neuter, vaccinate and release the dogs. We are working with the authorities to set that up.”

Ovunque operino gli accalappia cani, la gente del posto si raduna per vedere gli animali intrappolati, avvelenati e poi morire di una morte lenta. “Attaccano le persone che vanno alla moschea e i bambini mentre camminano verso la scuola. Diffondono le malattie”, ha detto Ahmad Nasser Ghori, direttore del dipartimento della salute Kabul. “E ‘difficile da controllare perché sonocosì tanti (i cani randagi), più di 100.000, credo, e in aumento.” Ghori ha raccontato che sono stati considerati, con veterinari e i funzionari della sanità,  piani per sterilizzare i cani  o per lanciare un programma di vaccinazione antirabbica, ma nessun altra soluzione pratica era disponibile al momento. Gli animalisti liquidano la macellazione come arbitrariamente crudele e inutile. “Siamo d’accordo che vi sia un grave problema di troppi cani”, ha detto Louise Hastie, un expat britannico che gestisce il rifugio Nowzad per il salvataggio degli animali a Kabul. “Ma facendo così (senza sterilizzazione) nuove mute di cani sostituiscono quelli morti in poche settimane, ed è più facile che abbiano la rabbia siccome scendono dalle montagne. “L’unica soluzione è quella d’intrappolarli, sterilizzarli, vaccinarli e rilasciarli. Stiamo lavorando con le autorità per mettere in atto questo progetto.”

Quindi le due parti lasciate fuori dal pezzo sulla stampa sono, uno il paragrafo dove si spiega chiaramente perché si stanno uccidendo i cani, non solo paure, ma concrete certezze, i cani per fame, sete e/o rabbia entrano in città si avvicinano agli umani e gli attaccano con aggressività. Non attaccano solo i civili, il problema è riscontrato anche dai soldati che in Afghanistan hanno combattuto, la rabbia dei cani ha fatto almeno un morto anche tra i soldati americani.

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Insomma non è che li ammazzano così per sport, il problema è grosso, molto più grosso che quel copia, taglia traduci e incolla possa far sembrare, ed è un peccato, perché La Stampa è una testata che tuttora amo, per l’attenzione che ha messo spesso proprio sulla necessità di verificare i  pezzi che vengono pubblicati, verifica che qui si è fatta molto male. Perlomeno non partiamo da un comunicato stampa dell’AIDAA.

Quello che mi ha lasciato un po’ allibito è il copia e incolla senza nessuna menzione o link al pezzo originale, quello davvero è strano, credo sia eticamente corretto segnalare quando il pezzo non viene dalla redazione, ma da un’agenzia, tutti gli altri che l’han pubblicato hanno tradotto tutto l’articolo e segnalato la provenienza. Io al pezzo della Stampa un link lo regalo, sia mai qualcuno voglia segnalare alla testata la cosa…

Dimenticavo, il pezzo è più o meno la trascrizione di un video, non è per stomaci deboli:

 

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