Agenzia delle Entrate e Green pass

Oggi ci è arrivata l’ennesima segnalazione su una notizia un pelo datata, ma abbiamo comunque scelto di trattarla perché sta tutt’ora circolando. Sto parlando della notizia che vedrebbe il Ministero delle Finanze (se non addiruittura l’Agenzia delle Entrate) avere degli interessi nell’emissione del Green pass.



Titolava VisioneTV il 7 gennaio 2022:

Agenzia delle Entrate e dati sanitari: ora sappiamo a cosa serve il green pass

L’articolo è affiancato dalla solita costante richiesta di soldi:



Riporto dal testo dell’articolo:



…per stanare gli ultracinquantenni disobbedienti, i dati dell’Agenzia delle Entrate saranno incrociati con quelli dell’anagrafe vaccinale. Una sorta di nuova grande Equitalia che, in barba alle più elementari leggi sulla privacy, incrocia dati sanitari e biometrici con dati fiscali e invia multe a chi non adempie alle imposizioni del governo. Non è un caso che il green pass sia rilasciato dal ministero delle finanze e non da quello della salute

Partiamo dalla fine, ma davvero è il Ministero delle Finanze a rilasciare il Green pass? No, e basta entrare sul sito dedicato al Green pass per leggere la risposta alla domanda “Che cos’è il Green pass”:

È una Certificazione in formato digitale e stampabile, emessa dalla Piattaforma nazionale del Ministero della Salute, che contiene un QR Code per verificarne autenticità e validità.

Quindi siamo alla prima bufala: non è il Ministero delle Finanze che emette i Green pass ma appunto quello della Salute.

Ma davvero c’è un incrocio di dati?  A cosa dovrebbe servire? Cioè io, Ministero della Salute, so che Pinco Pallino over 50 non è vaccinato anche senza il Green pass. Non ho bisogno di alcuna certificazione per “stanare” chi è disobbediente, infatti in Italia (come nel resto del mondo) esiste un’anagrafe vaccinale che sa chi si è vaccinato e per cosa, quando ecc ecc. È da lì che parte la multa da 100 euro. Senza che il Ministero delle Finanze abbia bisogno di alcun accesso al Green pass.

Lo so che adesso arriverà il solito bastian contrario a lamentare che anche se non lo emette il Ministero delle Finanze poco conta, sono comunque loro ad aver realizzato la app Immuni e la app VerificaC19. Ed è vero, le app per il controllo della pandemia sono state realizzate da Sogei, Società Generale d’Informatica che è una società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ma questo non significa affatto che siano app realizzate per carpire dati (che oltretutto non mi è chiaro cosa, e come, abbiano a che fare con le multe).

Certo che a nessuno fa piacere, in una società dove siamo già super controllati, far sapere ogni accesso in determinati luoghi, dal ristorante al club delle bocce, dal museo al cinema; sicuramente viene l’ansia a pensare che qualcuno possa controllare quello che facciamo, ma fa anche molto ridere che spesso i più ansiosi per questo genere di controlli siano anche quelli che passano le giornate a condividere i fatti loro sui social usando cellulari con il GPS attivo, ma tant’è.

Come però è stato detto allo sfinimento fin da Immuni:

I dati personali del titolare della certificazione non vengono registrati dalla APP a tutela della privacy.

Quindi la app non registra nulla e non invia dati su di noi, li riceve soltanto, da un database del Ministero della Salute.

Continuare a condividere disinformazione come quella spacciata da VisioneTV significa contribuire all’information disorder.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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