Ancora Gender e disinformazione


GENDERSCUOLA

Niente, c’è poco da fare, la storia dell’insegnamento della Teoria Gender nelle scuole non smette di circolare, ed associazioni come i ProVita continuano a fare assurda disinformazione in merito.
Ne abbiamo parlato ormai davvero tanto, troppo secondo me, ma ogni giorno continuate a segnalarmi petizioni, video, articoli, tutti sempre diretti contro questa supposta Ideologia di genere. Non c’è una volta che vengano raccontate le cose in maniera onesta, non c’è una volta che non venga attuata disinformazione. Insomma, per portare avanti questa campagna si sono veramente raccontate bufale su bufale.
Ora sta circolando un “video informativo” dei Pro Vita, dove un signore ci racconta quella che secondo lui è la Gender Theory, la Teoria di Genere.
Ma le cose stanno davvero come ce le racconta?
Partiamo dal principio: ci viene spiegato che la Gender Theory compaia per la prima volta negli anni ’50 negli Stati Uniti; ci viene mostrato un elenco di testi che ne parlerebbero, a supporto della tesi che vede la Teoria Gender come un fatto conclamato di cui si parla da tempo. Tutto corretto, è vero che è da tempo che esistono gli Studi di genere. Li possiamo trovare anche su wiki se proprio vogliamo, ma ovviamente all’autore del video non interessa farci studiare, lui ha la verità in mano, lui sa cosa dovete e non dovete sapere in merito.
Come mai?
Beh innanzitutto perché si scoprirebbe che questi studi riguardano solo in piccola parte le comunità LGBT, per lo più riguardano uomini e donne eterosessuali.

This field includes women’s studies (concerning women, feminism, gender, and politics), men’s studies and LGBT studies.
the term “gender” should be used to refer to the social and cultural constructions of masculinities and femininities and not to the state of being male or female in its entirety

Io non so quanti di voi siano avvezzi all’inglese, ma è MOLTO IMPORTANTE capire questa frase, anzi è tutta lì la “teoria del gender” che dovrebbe spaventarci, vediamo di tradurla e spiegarla al meglio:

Il termine gender dovrebbe usarsi per la costruzione sociale e culturale della mascolinità e femminilità, E NON per il fatto di essere uomini o donne nella propria interezza. Ovvero, stiamo parlando di differenze SOCIALI e CULTURALI, non di sesso e aspetti fisici.
Questo è per me importantissimo da chiarire, perché è un punto che riguarda da vicino i nostri bambini, i nostri figli, il nostro futuro. Cento anni fa se nascevi donna sapevi che la tua vita al 99% sarebbe stata sposarti e fare figli, cinquanta anni fa sapevi che avresti potuto trovarti un lavoretto di qualche tipo, trent’anni fa un lavoro migliore… ed oggi? La situazione, proprio a causa dell’ottusità della gente e di un certo tipo di bigotti conservatori, è cambiata di poco. Una donna (o un uomo) trova ancora per sé lavori visti come maschili o femminili. Ci fa strano trovare la maestra dell’asilo uomo, ci fa strano trovare un muratore donna. Ecco, la Teoria del gender di cui si parla dagli anni ’50 è quella che cercava (e cerca tutt’ora) di capire come mai le cose siano così, e quali siano i fattori principali che causano questa disparità tra i sessi. Disparità che noi genitori (e tanti educatori vecchia scuola) accentuiamo quando comperiamo giocattoli da femminuccia alle bimbe e giocattoli da maschiaccio ai bimbi. Camere dei giochi piene di pistole e gru contro camerette piene di bambole e animaletti.
È successo a tutti, e continuerà a succedere se ci si lascia influenzare da soggetti come il signore del video.
Una delle cose che mi fa più sorridere è che ad un certo punto ci viene mostrata come PROVA della Teoria del gender una schermata di Facebook, dove si può scegliere di che sesso siamo.
facebookgender

Volendo prendere per buono questo esempio allora mostrare come l’inglese possa venire usato sul social network dimostra che c’è gente che ha deciso nella vita di parlare Pirate English o di scrivere Uupsidedownpside Down. Lo capite vero che è una boiata immane prendere come riferimento un social network? Con questo non voglio dire che non sia sintomo dei tempi, è verissimo, FB si è adattato alle richieste del pubblico che lo usa, i suoi clienti, ed ha deciso d’inserire in lingua inglese tutti quei “sotto”generi, per spiegare ogni possibile tipo di situazione una persona stia passando. Esattamente come si è scelto d’includere il “It’s complicated” quando si parla di relazioni sentimentali.
Ma la cosa non ha NULLA a che vedere con l’ideologia di genere di cui si parlava poco sopra.
Il signore del video ci spiega che:

la caratteristica dell’Ideologia Gender è quella di eliminare qualunque idea d’identità sessuale, noi nel corso della nostra vita possiamo ricoprire generi diversi.

Si tratta di una semplificazione fatta apposta per disinformare. È vero, l’Ideologia Gender intesa come sopra vuole che si elimino le differenze tra i vari sessi, e che una donna o un uomo possano nel corso della vita ricoprire ruoli diversi. Ma il succo non è principalmente legato alle relazioni sessuali (che sono quelle che spaventano i gruppi contro la Teoria Gender) bensì agli aspetti sociali e culturali della vita. Può una donna essere un buon CEO aziendale, certo, ma basta fare un paragone tra Italia e Stati Uniti per accorgersi che da noi è più facile che venga relegata a ruoli minori (anche da loro siamo lontani da una vera parificazione, sia chiaro, ma meno che da noi). Può una donna essere un bravo idraulico? Non vedo perché no, ma anche imbianchino, o muratore, o meccanico.
Il video prosegue con altri esempi fasulli, o esagerati, tutti fatti ad hoc per spaventare, per convincere lo spettatore che l’intenzione è creare un mondo di omosessuali che non guardino più se si è uomo o donna (evidente contraddizione dato che a un omosessuale interessa eccome di che sesso è il proprio partner!), un mondo dove non si facciano (evidentemente) più figli, destinato probabilmente all’estinzione in poco tempo.
Ma sono tutte sciocchezze, chiedetelo ad amici omosessuali, non stanno sperando in un mondo così, nessuno di loro lo sogna, sperano solo in un mondo dove siano accettati, e non rifiutati dalla società. Un mondo dove anche loro abbiano il diritto a non venire offesi e denigrati. Dove non esista discriminazione.
Chi mette in giro video come questo sono gli stessi che lottavano contro la legge da loro definita “bavaglio”, la famosa legge Mancino, di cui abbiamo già parlato su queste pagine.
Secondo gli autori del video il sogno della comunità LGBT sarebbe un mondo di gente con una sessualità “fluida” dove si salta di palo in frasca (mai metafora fu più appropriata) come se fosse la cosa più normale del mondo: solo così si arriverebbe alla felicità. Ma continuiamo con le sciocchezze. L’idea vera è che per essere felici e realizzati occorre non sentirsi discriminati per quelle che sono le proprie preferenze sessuali esattamente come non si dovrebbe essere discriminati per il colore della propria pelle o il proprio background sociale.
Secondo il signore del video l’ideologia gender propone di IMPORRE questa visione anche ai bambini. Se ci riferiamo a quanto ho provato ad evidenziarvi poco sopra potremmo dire che sì, è vero: si cerca di insegnare ai futuri adulti, fin da bambini, a vivere una vita senza discriminazioni nei confronti del prossimo. Quindi si propone che i genitori stessi nell’educare i propri figli smettano di discriminare. Volendo semplificare ai massimi termini:  se un maschietto vorrà comperare Il Piccolo Cuoco invece che Il Piccolo Chimico sarebbe giusto lasciarglielo fare, e così via, e se una bimba chiede Spider Man e non Hello Kitty in edicola si dovrebbe accontentarla. Perché così li lasceremo crescere felici.
Da qui il video salta qualche passaggio, per spiegarci che ovvia conseguenza è l’accettare la famiglia omogenitoriale. Nulla di errato stavolta, è vero, anche questo è un messaggio che si cerca di fare passare ai bambini, proprio per evitare certi tipi di discriminazione. Ma tutto ciò nessuno sta cercando d’imporlo ai bambini, sono linee guida, suggerimenti, per cercare di fare evolvere la società, e il nostro modo di confrontarci con gli altri.
Poi si passa ad un grande cavallo di battaglia per chi disinforma: Genitore 1 e Genitore 2, vogliono toglierci Mamma e Papà.
La domanda che dovremmo farci è: perché in alcune scuole si è scelto d’adottare questa formula? La risposta è decisamente più innocente di quanto ci vogliano far credere: non tutti hanno una mamma e un papà, ci sono i bambini con un solo genitore in quanto orfani, ci sono i bimbi figli di divorziati, ci sono quelli che sono stati adottati e ne sono consci. Non a tutti questi bimbi piace che il patrigno/matrigna o il papà/mamma adottivi vengano erroneamente identificati come padre e madre. Si tratta veramente di una questione di lana caprina. Non è che è stato vietato di usare le parole “mamma” e “papà” a scuola o all’asilo, si è scelto nella documentazione ufficiale (in certi istituti) di usare termini più legali e meno identificativi. A scuola da me (cattolica, gestita dai padri barnabiti) già negli anni 80 del secolo scorso si usava Firma del genitore o di chi ne fa le veci. Nessuno gridava allo scandalo, la scuola era cattolica e privata, avrebbe potuto tranquillamente scrivere Madre o Padre ma non l’ha fatto.
Come mai non ho visto genitori portare via i figli traumatizzati dalla scomparsa di madre e padre? Forse perché non ci siamo mai posti il problema, visto che non era un problema.
Ci viene a questo punto presentata la risoluzione del Parlamento europeo adottata il 22 aprile 2015. La trovate qui. Nel video dei ProVita ci viene detto che questa risoluzione si baserebbe proprio sulla Teoria del Gender, ma stanno dicendo un’altra sciocchezza. No, la risoluzione si basa sulle stesse identiche ragioni per cui ne esistono riguardanti le discriminazioni razziali, o religiose. In un paese laico, come è l’Italia (e lo è l’Unione Europea) le discriminazioni non si devono fare per nessuna ragione. Rispetti la legge? Hai tutti i diritti di chiunque altro, quale sia il tuo credo religioso, il colore della tua pelle o la tua preferenza sessuale. Altrimenti decidiamo che insieme a chi nemmeno sceglie, ma VIVE un proprio orientamento sessuale diverso dall’eterosessualità, si discrimino anche tutti coloro che hanno scelto una religione rispetto ad un’altra, o quelli che hanno un colore della pelle diverso. O tutti o nessuno. Non siete nati cattolici o protestanti, buddhisti o musulmani, ci siete arrivati dopo un percorso di fede, spesso all’inizio, guidati dalla famiglia. E chi ha un’identità sessuale diversa dalla vostra ha fatto anche lui un proprio percorso, che l’ha portato a prendere la sua strada. Io non posso deriderti perché credi in una figura mistica che non hai mai visto e di cui non hai alcuna prova, ma tu puoi deridere e discriminare un altro perché ha orientamento sessuale diverso dal tuo? Siamo sicuri che sia corretto?
Per concludere: la scuola italiana ha recepito alcune linee guida dell’Unione Europea, che non hanno nulla a che vedere con la supposta Teoria Gender di cui state parlando ossessivamente da mesi. Continuare a fare allarmismo è uTonto.
Insieme al video (che se volete trovate qui) circolano anche nuovi e svariati documenti e moduli:

Non sto a trattare anche questi punto per punto, credo che Butac abbia parlato a sufficienza di queste cose:

Anche del comitato ProLife avevamo già parlato qui su Butac:

maicolengel at butac.it

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