Diritto all’oblio e la disinformazione!

ARTICOLO AGGIORNATO il 1 novembre 2023

L’articolo che segue è stato in parte censurato in seguito alla richiesta di Diritto all’Oblio del soggetto di cui parlavamo. Non abbiamo rimosso i suoi dati in quanto obbligati dalla legge, ma solo perché riteniamo che tutti abbiano diritto a una seconda chance, anche chi, come il soggetto in questione, si è macchiato di disinformazione più volte in passato (e oggi ha aperto una società che si occupa proprio di Diritto all’Oblio).

Il Diritto all’Oblio è un concetto giuridico che si riferisce alla possibilità per un individuo di chiedere la rimozione o la deindicizzazione di informazioni personali obsolete o non più rilevanti dai motori di ricerca su internet. È una manifestazione del conflitto tra il diritto alla privacy e il diritto alla libertà di espressione.

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Ieri Catena Umana attorno al parlamento ha condiviso una notizia messa in rete da OMISSIS, personaggio a cui piace inventare storie, peccato appunto siano spesso notizie inventate.
L’immagine messa in rete era questa:

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UN mix di due foto, non relazionate fra loro (e quindi unite in un unica intenzionalmente a scopo disinformativo) che accompagnava questo testo (frutto, ovviamente, della fantasia del sopradetto):

Cari amici,
si chiama Matteo, 34 anni, italiano, è stato arrestato dai Carabinieri di Ravenna, per essersi appropriato indebitamente di un rasoio – usa e getta – ed un paio di scarpe.
Senza soldi e senza lavoro, da tempo girava con scarpe rotte. E così dopo avere chiesto invano a vari enti caritatevoli un paio della sua misura – come ha riferito ai carabinieri -, ieri sera con due amici, ha deciso di mettersi in tasca un rasoio ed un paio di scarpe.
Valore della merce: € 27,89.
Matteo si è attribuito tutta la responsabilità dell’accaduto, spiegando di avere lavorato in passato come operaio, cameriere e magazziniere ma di non avere da tempo un lavoro e quindi di non avere i soldi per riuscire a sostituire le vecchie scarpe ormai tutte bucate tanto da avere chiesto invano pure a varie associazioni di volontariato.
Vedete amici, come detto più volte, questi sono i furti della miseria e della disperazione da non confondere con quelli metodici e organizzati.
Il gesto di Matteo è solo il simbolo di una parte dell’Italia che è ridotta veramente in situazioni economiche drammatiche, in totale dissonanza con il denaro pubblico sprecato e male usato, denaro pubblico che potrebbe essere messo a disposizione di quelle povere persone che non hanno nemmeno i soldi per permettersi un paio di scarpe.
OMISSIS

Nulla di quanto riportato trova riscontro nella cronaca, perché di notizia FALSATA si tratta. Ma l’aver usato due fotografie così dimostra la scarsa intelligenza di chi ha fatto circolare la cosa, ma come “Matteo” ha rubato un paio di scarpe e un rasoio? …e poi ? I carabinieri l’hanno trovato con le scarpe buone e quelle completamente con la suola tagliata? E che se ne faceva di quelle distrutte, aveva quelle nuove.
Ravenna Today racconta una storia simile (che però non trova riscontro finora da altre parti, e sappiamo come le testate TODAY a volte pubblichino anche loro roba non proprio corretta):

Ravenna | Furto | Scarpe | Centro commerciale
Un uomo di 34 anni originario della provincia di Monza e Brianza, disoccupato da tempo, è stato arrestato in flagranza di reato a Ravenna dopo aver commesso un furto in un centro commerciale.
L’uomo ha rubato un paio di scarpe, sostituendo le proprie con un paio di scarponcini prelevati da un espositore del negozio.
Una volta pizzicato dagli addetti alla vigilanza interna e ascoltato dai carabinieri ha ammesso di aver commesso il reato perchè necessitava di un paio di scarpe nuove poichè le sue erano rotte e bucate da tempo: non lavorando non aveva modo di comprarle e non aveva trovato disponibilità ad aiutarlo nemmeno dalla associazioni di volontariato a cui si era rivolto.
Il furto è stato commesso in complicità con altre due persone con lui nel centro commerciale: si tratta di una 26enne originaria della provincia di Cagliari e di un uomo di 40 anni da Ferrara.
Il 34enne brianzolo ha scelto le scarpe, è entrato nel camerino, si è tolto le proprie e poi, grazie alla complicità dell’amico che ha provveduto a togliere le placche antitaccheggio, ha indossato i nuovi scarponcini e nascosto le vecchie scarpe nella borsetta dell’amica.
I tre poi si sono diretti alle casse dove hanno pagato solo qualche confezione di cioccolato.

La foto spacciata da OMISSIS invece racconta DUE storie non relazionate con Matteo, quella in alto si riferisce all’arresto di un ragazzo minorenne che aveva rubato un paio di scarpe l’anno scorso, denunciato a piede libero insieme alla sorella, come riporta NewsBiella:

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La seconda foto, quella con le scarpe con la suola tagliata di netto invece si riferisce all’arresto di uno spacciatore all’Aeroporto Leonardo da Vinci appena atterrato da Tripoli, nella suola lo spacciatore aveva svariati grammi di cocaina:

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Voi lo capite che chi condivide una notizia facendo così è qualcuno a cui non dare alcun credito, che come si è inventato queste può inventarsi quel che gli pare e chi lo segue mai si renderà conto della sua poca onestà. E lo stesso vale per una pagina come Catena Umana Attorno al Parlamento, che spaccia e diffonde robaccia senza alcun controllo.

È triste aver visto che anche tra le mie cerchie di amici ci sono alcuni che non si rendono conto di questo, è l’ignoranza 2.0 quella causata dal “che male può fare”…ma come CHE MALE PUÕ FARE? Diffondere e condividere robaccia basata sul nulla FA MALE sempre e comunque, aumenta l’insoddisfazione del popolino, che crede che le cose siano davvero come raccontate…ormai la pratica è usata in tanti campi, e io spero che prima o poi voi lettori vi ribelliate a questa gentaglia, che si tratti di blogger come OMISSIS o testate giornalistiche come quelle che ancora pubblicano gli scritti di Lorenzo Croce. BASTA, chi diffonde sciocchezze deve pagarla, deve subire la scure dell’intelligenza, deve perdere lettori e condivisioni, è vergognoso che non succeda!

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