ANSA e le madri Medea

Categorie: Cronaca, Disinformazione

Oggi ci mettiamo davvero poco, su ANSA ieri 14 giugno è uscito un titolo che a nostro avviso rientra perfettamente nel concetto di disinformazione.



Il titolo è questo:

Quelle madri Medea, in 20 anni 480 vittime figlicidi

Sui social viene condiviso solo col titolone, ma se leggiamo il testo dell’articolo nelle primissime righe troviamo:



In vent’anni oltre 480 bimbi morti in Italia per mano dei genitori: sei figlicidi su dieci sono commessi dalla madre, mentre i figli maschi sono le vittime prevalenti sia delle mamme che dei padri assassini.

Quindi, non sono solo “madri” ma anche padri, in misura lievemente minore, ma non così tanto. Se (se, e vediamo a breve perché) i numeri citati sono corretti, su 480 vittime 288 sono per mano di mamma e 192 per mano di papà. Titolare come se fossero solo le mamme a commettere figlicidio è fare disinformazione, anche un filino misogina.



Perché basta un po’ di spirito critico per capire che se (se) quel numero si presenta così è perché spesso è la mamma a passare più tempo con i figli, e quindi ad avere più occasioni di tensione e di stress che, per fortuna in rarissimi casi, possono sfociare in raptus omicida. Ma non in quanto mamme, bensì in quanto genitori. Titolare come ha fatto ANSA secondo noi di BUTAC è pura disinformazione che va a colpire solo una parte di famiglia. Chiaro che ci si vuole collegare ai recentissimi fatti di cronaca, ma anche per rispettare il dolore delle famiglie coinvolte in queste situazioni non sarebbe il caso, per una volta, di fare un po’ di corretta informazione sul tema?

Facendo qualche ricerca sul numero dato da ANSA, del quale non viene indicata la fonte, abbiamo trovato su Facebook un post della giornalista Lorenza Pleuteri che si è occupata in passato dell’argomento. La giornalista ribadisce che il dato è senza fonte e fa alcune ricerche per capire da dove viene quel numero, analizzando tra le altre le ricerche Eures sugli “Omicidi in famiglia”: la conclusione di Pleuteri è che chi parla di “480 bimbi morti in Italia per mano dei genitori” (ANSA, ma anche Repubblica) sta facendo un errore ulteriore: cioè sta considerando tutti i “figlicidi” come aventi vittime bambini, mentre le vittime di genitori omicidi under 14 sarebbero in numero molto minore e, in alcuni anni, provocate in numero maggiori dai padri che dalle madri:

Temo che il giornale abbia preso una ricerca eures sui figlicidi (con vittime di tutte le età) trasformando i figli (anche quelli adulti) in bambini. Ma non tutti i figli uccisi da un genitore erano under 14, anzi.
L’anno scorso, cercando in fretta, ho trovato 15 under 14 uccisi. E non è vero, non per il 2021, che ad uccidere sono state di più le mamme, numeri alla mano: ce ne sono 5, a fronte di 5 padri e di 2 compagni delle madri e 1 domestico e 1 passante squilibrato. Quest’anno siamo a 8 under 14 uccisi, 2 da mamme, 3 da padri naturali, 1 da padre acquisito e 2 da zii.

Rimaniamo ovviamente in attesa che ANSA ci faccia sapere la fonte dei suoi dati.

Per tornare all’articolo, all’interno l’utente che lo aprirà e lo leggerà troverà che a fine pezzo che sono citati anche i padri:

Sono stati tanti anche i padri assassini, in questa casi spesso per gelosia o faide familiari. Tra i casi più efferati, quello del ’94: Tullio Brigida – poi condannato all’ergastolo – uccise a Civitavecchia i suoi tre figli di 13, 8 e 2 anni per vendicarsi della moglie che lo aveva lasciato.

Nell’articolo più volte si parla correttamente di “genitori”, anche perché vengono citati studi che non mettono sul banco degli imputati solo una parte della coppia:

Anche se non esiste una banca dati sul fenomeno dei figlicidi, nel 2019 l’Eures – società di ricerche economiche e sociali – fornì un suo rapporto secondo cui dal 2002 al 2019 erano stati 473 i figlicidi, un dato a cui negli ultimi tre anni si aggiungono almeno un’altra decina di omicidi di questo tipo. Tra le cause ci sono la conflittualità tra genitori, che può anche follemente sfociare nella soppressione del legame tra i coniugi attraverso la morte di un figlio, alla mancata accettazione del ruolo di genitore. Non solo. Spesso – secondo una tesi della criminologia sugli infanticidi – chi uccide lo fa perché non riesce a sopportare il bambino che è in se stesso.

In un’occasione tragica come questa la cronaca potrebbe essere spunto per un dibattito sulle cause che scatenano questi eventi, su come migliorare la gestione familiare da parte delle giovani coppie, su come evitare che succeda ancora, o anche, semplicemente, su come parlare meglio di queste tragedie. Invece troviamo questi titoloni “a effetto” che sembrano fatti appositamente per stimolare le interazioni sui social, senza lasciare spazio alla riflessione e all’approfondimento. Perché poi il problema è appunto che su tra tutti coloro che si trovano l’articolo condiviso sui social ne esiste una larga fetta che lo commenta senza leggerlo, che lo condivide senza approfondire, e con quel titolone è abbastanza ovvio che nella testa del lettore rimane l’impressione che siano “le madri” a uccidere “i figli”. Purtroppo ANSA è abbastanza restia a rispondere ai tag sui social e fare modifiche a titoli e articoli, ci siamo abituati, ma sarebbe bello se ne accorgesse anche NewsGuard che a noi chiede sempre conto delle smentite e di come le evidenziamo.

AGGIORNAMENTO PRE-PUBBLICAZIONE: in fase di pubblicazione ci siamo resi conto che ANSA ha modificato il titolo del suo articolo, senza segnalare alcuna rettifica, in:

Quelle madri Medea, in 20 anni 480 morti per mano di genitori

Rimangono i post sui social e rimangono condivisioni come questa in cui si parla di “panchine rosse”, quelle che vengono installate generalmente per commemorare le vittime di femminicidi:

Non vogliamo sapere quale collegamento tossico abbia fatto il buon account con nome falso per arrivare alle panchine rosse, quello che sappiamo è che si sta appoggiando al titolo di ANSA per giustificarlo.

Non possiamo aggiungere altro.

redazione at butac punto it

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