Artemisia annua: guadagnare sulla disperazione!

GUADAGNAREARTEMISIA

Sono passati ormai 4 mesi dall’ultima volta che ho condiviso sui social il vecchio articolo che avevamo scritto sull’Artemisia annua. Eppure ogni giorno ci sono centinaia di persone che tornano a leggerlo, migliaia al mese, al punto da esser tutt’ora uno dei 10 pezzi più letti su Butac in un anno.
La cosa mi preoccupava non poco, perché i pezzi a cui facevo riferimento sono di febbraio 2014: com’è possibile che ancora tanti cerchino informazioni in merito all’Artemisia annua?
La risposta me l’ha data un contatto su Facebook. Un erborista, che mi ha spiegato che sono tantissimi i clienti che chiedono un modo per poter trovare l’artemisia annua. La pianta “che cura dal tumore” loro stessi o i propri cari, galvanizzati dalla lettura di uno dei tanti blog che la raffigurano come la salvezza per i malati. Il problema è che, come mi ha spiegato l’erborista in questione, molti suoi colleghi se ne infischiano dell’etica e cercano di accontentare il cliente ed ingrassare la cassa.
Proprio ieri è uscito un articolo del dott. Fabio Fiorenzuoli su Farmacista33. Il dott.Fiorenzuoli è medico, esperto in piante medicinali, fitoterapia e fitovigilanza. Non l’ultimo arrivato, e difatti il suo blog è davvero interessante per chi volesse seriamente cercare di prendersi cura del proprio corpo usando la fitoterapia. Ma sull’Artemisia, esattamente come noi un anno fa, non cede, si arrabbia, si sfoga.

non mi ha stupito per nulla la telefonata di ieri, della moglie di un mio paziente, contentissima, perché aveva trovato finalmente l’Artemisia, la pianta che stava aspettando da qualche settimana senza trovarla. Aveva letto su Panorama che poteva servire per il cancro di suo marito, esultava povera donna… aveva le lacrime, si sentivano scendere pure al telefono. E credevo che l’avesse trovata come prodotto cinese.
“No no – dice lei – ora si trova senza problemi, però non so come si debba spalmare, è una crema, come la devo utilizzare quindi ?
Quindi cosa? dico io.
“No qui c’è scritto che la devo spalmare, però invece ho sentito che gliela devo far mangiare a mio marito. Allora? ”
Allora cosa Signora? Ma cosa sta dicendo? Si è sicuramente sbagliata Signora!
Non credo si sia sbagliato chi gliel’ha venduta, nè chi gliel’ha consigliata, nè chi … non so, ma io le devo dire francamente che non ci credo. Non credo proprio si tratti di qualcosa di non corretto, vedrà è tutto a posto. Ma è impossibile pensare di spalmare l’Artemisia su un paziente con un tumore sperando che venga assorbita, sappiamo che non viene assorbita, e soprattutto pensare che questo possa servire a suo marito. Primo.
Secondo, l’Artemisia, quella cinese appunto, cioè l’Artemisia annua come la chiamano i botanici, non è ammessa in Italia come integratore, perchè si tratta di una pianta con una sua tossicità. Quindi non la può assumere per bocca a meno che qualcuno non gliela prescriva.
“Appunto -dice lei- proprio perchè è tossica lo è anche contro il tumore!”

La paziente del dott.Fiorenzuoli conclude la telefonata in maniera brusca dopo che il medico le ha fatto notare che non funziona così. Gli studi fatti in merito sui principi attivi presenti nella pianta, principi che vengono studiati estratti e concentrati, per ora non hanno portato alla scoperta di alcuna cura. Gli studi dureranno ancora qualche anno, e anche quando si arrivasse ad una cura non la si ricaverebbe da qualche composto non bene identificato venduto in erboristeria giusto per far cassetto, perché ora va di moda l’Artemisia… magari inventandosi astruse maniere di farla assumere, evitando l’ingestione che può anche esser PERICOLOSAMENTE tossica.

Il dott.Fiorenzuoli alla fine del racconto spera di risvegliarsi da un sogno, anzi un incubo, in cui immagina che

non c’è nessuno che voglia approfittarsi dei malati, e soprattutto dei malati oncologici, quelli cioè che si attaccano a tutto pur di avere una chance in più, che non c’è nessuno che voglia gettare discredito sulle erbe stesse o che alimenta la confusione del mercato pro domo sua, che trasforma il mercato delle erbe in mercato delle vacche…


Purtroppo tristemente il suo non era un incubo, ma l’amara realtà: c’è pieno di gente che cerca di approfittarsi delle debolezze e delle malattie altrui per trarne un qualche guadagno, che sia solo un guadagno d’immagine o monetario poco conta, si sta speculando su povera gente, non è corretto, è cattivo, sbagliato!
E invece basta una veloce ricerca per accorgersi che esistono confezioni di artemisia annua in compresse vendute ad oltre 50 euro a pacchetto,
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senza alcuna motivazione se non incassare denaro a spese di persone disperate: spesso nei siti che la vendono vengono riportati link ad altri siti che ne esaltano le proprietà antitumorali, quasi mai le stesse compaiono sugli stessi domini in maniera da evitare denunce.
E basta fare un giro tra erboristi, chiedere lumi in merito, per accorgersi che una percentuale (spero bassa, ma il mio test non è stato promettente) di loro non menzionerà minimamente le questioni così ben espresse dal Dott. Fiorenzuoli: nessun rischio tossicità o controindicazioni, solo voglia di vendere un prodotto sovrapprezzato – l’Artemisia annua – che oggi è molto richiesto. Qualcuno vi dirà che non sa nulla di presunte controindicazioni, qualcun altro citerà ricerche a casaccio per dimostrare che l’Artemisia non è assolutamente tossica, senza spiegare che ANCHE SE FOSSE non ci sono benefici alcuni ad assumerla in compresse o creme, ma che se mai si studierà una cura sarà probabilmente localizzata all’area da trattare per colpire in maniera concentrata solo quella determinata zona. Curarsi fai da te è sempre sbagliato, checché ne dicano pagine e paginette di avvoltoi del web e non solo, seguite tristemente da malati che ormai esaltati da quelle che credono cure miracolose sono disposti a tutto per difendere i loro “salvatori”.
È triste e sconsolante tutto ciò…
maicolengel at butac.it
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