Ashya, il bimbo col tumore al cervello

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È fresca di prime pagine la notizia che vede Ashya, il bimbo rapito da un ospedale inglese l’anno scorso dagli stessi genitori per venire portato in una clinica in Spagna, guarito dal suo tumore.

Tante testate oggi l’hanno messa in prima pagina. Tanti ne hanno parlato, tanti hanno fatto pseudogiornalismo. Io amo la BBC, che cerca sempre di restare imparziale, e anche in questo caso è l’unica fonte da cui mi fornisco, i fatti parlano di cittadini britannici, perché devo avere come fonte una testata italiana? Specie quando la suddetta invece che informarmi mi riporta una visione distorta della notizia?

“NOSTRO figlio è guarito”. Sono le parole che qualunque genitore vorrebbe poter pronunciare. Parole ancora più drammatiche se il male contro cui lotta il bambino è un cancro. “È un miracolo “, dice Naghmeh King, madre di Ashya, 5 anni.

Le ultime analisi mostrano che non ci sono più segni del tumore al cervello di cui soffriva”

le fa eco Brett King, il padre. La scienza non crede ai miracoli…
Il fatto che i King siano Testimoni di Geova, movimento cristiano che tra le sue norme annovera il rifiuto delle trasfusioni di sangue, ha dato per qualche tempo alla vicenda una tinta da fanatismo religioso. Il nocciolo della questione, tuttavia, appare molto più prolisso, anzi burocratico: le regole del National Health Service, il servizio sanitario pubblico britannico….

Ci raccontano le premesse e poi arrivano alle conclusioni con l’epilogo di questi giorni:

L’epilogo lo ha raccontato ieri uno scoop del Sun. Ashya ha ricevuto la protonerapia in una clinica specializzata di Praga. Poi è ritornato in Spagna con i genitori. Sottoposto ad analisi, risulta che non ci siano più tracce del tumore. “Se è così, e non abbiamo motivo di dubitare che i suoi genitori non dicano la verità, siamo felici per il risultato della cura”, commenta la dottoressa che gli ha fatto la protonterapia nella repubblica ceca. Ashya ha ripreso a parlare, anche se non perfettamente, e a muoversi e camminare, anche se con l’aiuto dei genitori: un video sul sito del tabloid londinese lo mostra mentre dà un calcio a un pallone, sorretto dal padre. “Se lo avessimo lasciato nell’ospedale inglese, non penso che sarebbe sopravvissuto, il risultato giustifica tutto quello che abbiamo passato”, dice il signor King. “È un miracolo al quale non avremmo mai pensato di assistere”, dice sua moglie.

E qual è la fonte? Il Sun, lo stramaledetto Sun inglese, testata buona per incartarci il pesce…ma perché non possono dire di aver letto la BBC, o un qualche Telegraph? Perché devono sempre citare due testate che vanno bene come fonte giusto per l’arrivo degli alieni, o i parti plurigemellari. Per non parlare della donnina che per 44 anni ha fatto capolinea a pagina 3:

Si questa è la fonte di Repubblica, così l’avete ben chiara, non una testata seriosa ed ingessata all’inglese ma un giornaletto da sala d’aspetto della stazione, anzi da gabinetti della stazione. Sia chiaro, è al Sun che i genitori del piccolo hanno rilasciato le loro dichiarazioni, per cui è logico che le testate italiane lo usino come fonte, ma se siete Giornalisti non dovete limitarvi ad un intervista ai genitori, ma cercare, magari contattare l’ospedale che l’aveva operato, magari verificare nei vecchi articoli dell’anno scorso come era andata la cosa. Come fa appunto la BBC, che ci spiega con attenzione:

Ashya had been diagnosed with a medulloblastoma, a type of brain tumour, which was successfully removed by surgeons in Southampton on 24 July. He then had a further operation on his brain on 22 August.

As a result of these procedures he was unable to speak, unable to eat or drink on his own and relied on a food pump.
In order to help prevent a return of the tumour, his parents wanted him to be given proton beam therapy – a treatment the NHS does not provide in the UK, although it does refer patients to other countries for treatment.
Proton therapy uses a form of radiation that targets cancer cells while leaving healthy tissue virtually untouched.

Quindi l’intervento su Ashya fatto nell’estate scorsa in UK è andato bene, il tumore era stato completamente rimosso, la protonterapia serve solo per scongiurare che si formino altri tumori rimuovere qualsiasi minuscolo residuo della massa iniziale senzaq causare danni ai tessuti sani (anche se per ora non è comprovata del tutto la sua efficacia) successivamente all’operazione. Ma questo Repubblica ce lo racconta solo così:

..quando Ashya viene operato per un tumore al cervello in un ospedale di Southampton, in Inghilterra. L’intervento lo lascia debolissimo, incapacitato a parlare, muovere un dito, sbattere le ciglia..

Perché non ci dicono che l’intervento è riuscito? Perché lasciare quella frase lassù in alto che parla di miracolo senza spiegare che il tumore era stato rimosso perfettamente dopo la prima operazione?

Ma perché il sensazionalismo la fa da padrone ormai.

La BBC è anche andata a parlare coi medici che l’avevano curato raccontandoci che:

University Hospital Southampton NHS Foundation Trust said it would be up to Ashya’s clinical team in Spain or independent expert oncologists to comment on his current condition and the validity of the claims.
It previously said Ashya’s chances of recovery with regular treatment had been “very good” and there would have been “no benefit to him of proton radiotherapy over standard radiotherapy”.

Quindi, i medici che l’hanno operato spiegano che Ashya aveva superato bene l’intervento, che le sue possibilità di recupero erano MOLTO BUONE e che non ci sarebbero stati benefici nell’usare la protonterapia rispetto alla normale radioterapia.

Perché in Italia questo non l’ho visto riportato da tanti? Stiamo davvero entrando in un epoca oscura fatta di miti e miracoli, lontano dalla scienza? Come l’ha chiamata qualcuno? Ah si,  il Cialtronevo! Sia chiaro ben venga che Ashya stia bene (anche se per ora nessuno in UK ha visto cartelle mediche o altro) ma non è un miracolo, è Scienza. Scienza che poteva andare a ramengo se il bimbo avesse avuto delle complicanze durante le fasi del suo “rapimento”.

Sia chiaro il mio articolo non vuole minimamente denigrare la protonterapia, tutt’altro, ma cercare di fare chiarezza in quello che tanti additano come “miracolo”…solo la Stampa è andata perlomeno a cercare di spiegare come funziona la cosa.

Auguriamo al bimbo tutto il bene del mondo! Ma vorremmo tanto tornare a vedere del sano Giornalismo con la g maiuscola sulle nostre testate italiane.