Asporto, decreti e ordinanze

Sta circolando un video, rimesso in giro anche dal simpatico tizio che sta alle Canarie, che mostra un signore particolarmente incavolato. Il video mostra appunto un uomo, credo di Rovigo, che si lamenta di una scena a cui ha assistito e invita i cittadini a non pagare più sanzioni e tasse.

Non ve lo linko, che regalare visualizzazioni anche no, ma ne ho scaricato l’audio. All’inizio volevo trascrivervi il testo, ma nove minuti di audio sono lunghetti. Per non parlare del quantitativo di volgarità che finirebbero indicizzate da Google.

Attenzione contiene linguaggio scurrile e volgare, evitate di ascoltarlo a volume massimo mentre siete in fila in posta, o a casa che badate ai bimbi…

Riassumiamo i concetti espressi

Comprensibile che anche voi non abbiate proprio voglia di ascoltare 9 minuti di rabbia. Il signore nel video si lamenta del fatto che dei Vigili abbiano minacciato un gelataio di chiusura, perché i suoi avventori consumavano fuori nella piazza.

Nell’audio ci viene raccontato che nella gelateria la gente entrava da un lato e usciva dall’altro, e che dentro al locale nessuno consumava. Tra un’imprecazione e l’altra capiamo che l’autore del video si è lamentato con la polizia municipale, aggredendo verbalmente gli agenti.

Il problema qui è semplice

Si tratta di non aver compreso, vuoi per pigrizia vuoi per incapacità nelle verifiche, cosa è stato detto sulla possibilità data a locale di ricominciare col servizio d’asporto.

Asporto e consegna a domicilio per molti sembrano sinonimi, ma non è così. La consegna a domicilio, mai chiusa dai decreti del Governo, permetteva a qualsiasi locale che facesse appunto consegne a domicilio di continuare a restare operanti sul territorio. L’asporto invece era stato bloccato perché chi esce per andare a prenderlo è l’utente finale, non il rider che lo porta a casa. Per evitare assembramenti pertanto l’asporto era stato chiuso. Nei vari decreti finora è stato sempre presente anche la limitazione alla circolazione, se non per necessità che comunque vanno certificate.

Ora, in determinate regioni si è riaperta anche la possibilità d’asporto. Ma i veri firmatari dei decreti hanno specificato come stanno le cose.

L’ordinanza in Veneto

Vi riporto le parole di Zaia pubblicate su RovigoOggi ad esempio:

Per take away intendo che vai a prenderti, magari in gelateria, quello che hai ordinato e poi vai te ne torni casa

Sempre sulla testata rovigotta spiegavano ulteriormente:

L’ordinanza supera il concetto di consegna a domicilio che fino ad oggi era consentita e riporta quindi il cliente verso il punto vendita a ritirare quanto ordinato.

Quindi è abbastanza normale che i vigili siano andati a far presente al gelataio che può fare asporto, ma che i clienti devono aver ben chiaro che non possono andare in piazza a mangiarsi il gelato ma devono comunque riportarselo a casa e consumarlo tra le mura domestiche.

Concludendo

Arrabbiarsi incitando al non pagare tasse e sanzioni, come fa il signore nel video, significa davvero non aver voluto leggere alcunché delle ordinanze e decreti, non solo quelli governativi – ché mi appare chiaro che non abbia simpatie verso Conte – ma nemmeno quelle della propria Regione.

Una curiosità, sono pigro per cercare se qualcuno ne ha già parlato, ma è normale che nei sottotitoli, generati automaticamente da YouTube, compaia “minkia” con la kappa?


Non credo serva aggiungere altro…
maicolengel at butac punto it
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