Bambini costretti a studiare l’arabo?

Studiare l’arabo a scuola?

Ormai è consuetudine, da parte di certe famigerate testate online presenti da sempre nella nostra Black List, prendere un fatto accaduto veramente e rigirarlo in modo da suscitare indignazione anche quando non ce ne sarebbe motivo, quindi condividere la notizia a manetta su Facebook; ci sono arrivate condivisioni anche da parte di persone che ritenevamo ragionevoli, ed è per questo che abbiamo deciso di occuparcene.

A fine settembre 2017, durante una riunione del consiglio comunale di Rivalta (TO), la consigliera PD Sofia Zemmale (nata a Casablanca ma in Italia da vent’anni e cittadina italiana) ha fatto una proposta che ha suscitato immediate polemiche:

“Sarebbe bello  poter insegnare la lingua araba a tutti i cittadini, bambini e adulti, interessati a comprendere e a studiare oltre che una nuova lingua anche una cultura che troppo spesso viene descritta usando luoghi comuni assolutamente falsi”.

Come si vede, niente di straordinario; nessuno ha parlato di obbligo né di inserimento della lingua araba nei programmi scolastici. La proposta di Zemmale era, anzi, rivolta soprattutto ai bambini di famiglie nordafricane stabilite in Italia, che per mancanza di tempo o di possibilità da parte dei genitori rischiano di perdere il contatto con le loro radici e con le loro tradizioni. Zemmale stessa dice:

“Penso sia importante che i bambini conoscano la lingua dei loro genitori. Mia figlia, ad esempio, non sa scrivere in arabo e io non ho mai avuto il tempo di insegnarglielo. Adesso lei e gli altri ragazzi hanno un’importante opportunità e dalla prossima lezione mi aspetto di vedere sui banchi tanti bambini italiani”.

I corsi di arabo sono cominciati ai primi di dicembre, finanziati da donazioni private e ospitati gratuitamente in una sala offerta dal Comune; sono frequentati da ventidue bambini di origine nordafricana e da cinque adulti italiani.

Ma i soliti noti…

Si tratta quindi di una notizia tranquillissima, che non sarebbe uscita dalla cronaca spicciola locale. Ma potevano le testate online del calibro di Voxnews e di Imolaoggi rinunciarvi? Ecco come viene presentata la notizia:

Al primo consiglio comunale di Rivalta, Torino, tal Zemmale, consigliera di maggioranza, ha voluto esprimere quello che è il programma del Pd per i bambini italiani: “I bambini dovrebbero imparare a parlare l’arabo per fare un percorso inverso e contribuire all’integrazione”, ha spiegato in aula suggerendo “l’insegnamento della lingua araba a tutti”.

Era chiaro fin dall’inizio. Prima ‘dovevamo integrarli’, ora siamo noi che dobbiamo integrarci. Il prossimo passo sarà andarcene, tanto già il PD sta lavorando per questo.

Il consigliere di Forza Italia Michele Colaci non ha infatti apprezzato l’idea di Zemmale, che del resto è marocchina, nata a Casablanca nel 1975 e cittadina italiana solo sulla carta…

A parte le finezze tipo “una tal Zemmale” e “cittadina italiana solo sulla carta”, vedete da qualche parte nei link che vi forniamo un riferimento alla Sharia? Oppure a un preciso programma politico?

Noi vediamo soltanto l’ennesimo tentativo di fomentare la rabbia e l’indignazione dei lettori (e incidentalmente di aumentare il numero di click alla pagina).

Lady Cocca
Fonti:
http://www.torinotoday.it/politica/polemica-arabo-bambini-rivalta.html
https://www.newnotizie.it/2017/10/03/consigliera-pd-facciamo-percorso-inverso-integrazione-insegniamo-larabo-ai-bimbi-polemica/
http://torino.corriere.it/cronaca/17_dicembre_05/rivalta-corsi-lingua-araba-domenica-polemica-5ec39126-d9d1-11e7-97c8-2b2709c9cc49.shtml