Bare a Bergamo e finta pandemia

Ci è stato segnalato un post su Facebook, un post con poche condivisioni in italiano, ma che siamo sicuri sta facendo breccia nei tanti utenti rumeni che se lo stanno trovando di fronte.

Purtroppo non sapendo il rumeno ci risulta difficile tracciare i vari luoghi in cui è stato postato. Abbiamo trovato ad esempio una pagina Facebook di rumeni che vivono in Austria, come anche dei post su Twitter.

Ma poco importa quali siano le fonti, oggi vi vogliamo mostrare un sistema molto comune usato dai disinformatori seriali. Sono cose che abbiamo già visto in altri contesti, ma dobbiamo tutti imparare a stare più attenti a queste cose.

Vediamo prima di tutto il post, che ci mostra un confronto tra due foto:

Entrambe le foto, con colori lievemente diversi, mostrano uno stanzone pieno di bare. Su una delle due foto riportano Lampedusa 2013, sull’altra Bergamo 2020. Il post che circola in rumeno dice:

…mentire alle persone con la tv!!! basta cercare con Google da soli!

Ovvero il meme vorrebbe dare a intendere che le televisioni abbiano mostrato la foto in questi giorni, quando in realtà risale al 2013. Il tutto per spingere l’idea che la pandemia non sia reale e che a Bergamo non siano morte così tante persone. Ovviamente c’è gente che gli va dietro, e arrivano altre immagini indignate, come questa:

Due screenshot di servizi Tv americani dove è usata la stessa immagine di un ospedale ma il titolo in sovraimpressione pare localizzarle in luoghi diversi (una in Italia e una in America). In realtà nella seconda immagine la sovraimpressione è fissa e presente in tutto il servizio, che parla appunto di coronavirus negli States, ma informa anche sulla situazione all’estero.

L’idea è sempre la stessa, sostenere che la TV stia ingannando la gente sostenendo una pandemia che in realtà non esiste.

Allora, proviamo a capirci, nessuna TV ha mandato in onda l’immagine delle bare spacciandola per Bergamo nel 2020, quella foto/video è nota, molto nota, sono le bare del naufragio nei pressi di Lampedusa del 3 ottobre 2013.

Nessun canale italiano manderebbe mai quelle bare in onda sostenendo siano quelle di Bergamo, anche perché a Bergamo i morti li hanno portati via con camion militari se ricordate bene. Qualche funerale è stato fatto all’inizio, come mostra questo video del 19 marzo. Ma dopo i morti sono stati portati via e cremati a gruppi.

Il fatto che ci sia qualcuno che vuol dare a intendere che invece sia una foto “riciclata” serve alla logica complottista che sostiene che non esista alcuna pandemia, la logica che spinge perché la gente esca di casa come se nulla fosse, torni al lavoro come se nulla fosse. Quello che dovremmo aver ben chiaro è che chi sta spingendo questo genere di narrazione vuole solo una cosa, la rovina dell’Unione Europea, e la crisi totale dell’economia occidentale. Il Sars-Cov-2 sta già dando una bella botta a entrambe le questioni, se dovessimo avere una nuova curva in impennata come la prima saremmo rovinati. Non capirlo, perdonatemi, ma in questo caso non solo è sciocco, ma anche molto pericoloso.

Non credo serva aggiungere altro. Spero che i fact-checker europei che stanno lavorando con Poynter si accorgano anche di questa narrazione da contrastare, ché a me in Romania credo mi leggano in pochi.

La cosa curiosa è che la foto del 2013 viene usata in rete a caso, ho trovato un’italiana condividerla – probabilmente in buona fede – dicendo che era Bergamo. In Bangladesh viene associata alle vittime della CoVid-19 nel Regno Unito, insomma, verificare un’immagine non lo fa più nessuno, perché tanto chi se la trova di fronte al massimo legge le due righe di post che l’accompagnano e la ricondivide fidandosi alla cieca. Inoltre, la stessa foto del 2013 è stata usata a fine marzo, negli Stati Uniti. Sbufalata da AFP. Ma in contemporanea c’era qualcun’altro che la metteva in circolazione in Italia.

Chi è stato in Italia a usarle? Maurizio Blondet, che il 19 marzo riportava:

L’indecente falsificazione giornalistica  pro-terrore è giunta a questo: che ha presentato come di Bergamo la fila di bare del naufragio di lampedusa  dove morirono 360  migranti, nel 2013

E mostrava questa foto.

Che però non riporta affatto disinformazione giornalistica, ma due post di privati cittadini (da verificare se reali o meno) che non hanno alcun motivo di essere paragonati alla stampa nazionale. Quella foto era un errore, siamo tutti d’accordo, ma i numeri a Bergamo non erano una bufala come invece sostenuto da Blondet, a cui mi piacerebbe che, a lutto e lockdown terminati, i parenti delle vittime facessero una visita per chiedergli conto di frasi come queste:

La fila di autocarri militari che attraversano il centro di Bergamo, a passo d’uomo, fari accesi  – “E’  l’esercito  che porta via le salme per  cremarle in altri crematori”, annuncia un giornalista, con  la voce rotta; asseriscono i giornali e le tv;  e nessuno si chiede:  quanti sono?  Un autocarro per ogni bergamasco morto di  coronavirus?  in ciascuno ce ne sono tanti? non bastava un  camion per tutti? E Bergamo non ha forse un cimitero  per seppellirli? Si tratta di una lugubre finzione cinematografica di propaganda nera, ovviamente fatta apposta per  spargere il terrore.

Per riassumere

Abbiamo gente in Romania (e probabilmente anche da altre parti) che, basandosi su una foto e due didascalie, cerca di dare a intendere che la pandemia sia una finzione e che i giornali abbiano usato quella foto per spargere terrore in Italia. In realtà quella foto non è mai stata associata da nessun giornalista alla pandemia in corso, ma usata (forse) su bacheche personali di privati utenti e da un noto avvelenatore dei pozzi italiano. Continua a esserci questo corto circuito di fake news che sono ma non sono ma forse saranno…

maicolengel at butac punto it
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