Barnard e lo studio di Goldman e Miller del 2011

Antivaccinisti, ignoranti o in malafede? Non mi è ben chiaro in quale categoria ricadano alcuni dei soggetti che ci segnalate qui su BUTAC, non mi è chiaro perché in molti casi scrivono in maniera forbita, citano e linkano studi in modi che mi fanno pensare siano persone di una certa cultura, persone assolutamente in grado di fare verifiche da soli prima di scrivere sciocchezze, e invece…

Paolo Barnard firma un articolo che si intitola:

VACCINI. L’ALLARME ERA NOTO AL GOVERNO USA DA ANNI. DATI UFFICIALI TERRIFICANTI.

Non ho molta voglia di riportarlo per intero, credo bastino l’inizio e la tesi portata avanti:

Nel Giornalismo, per smentire, fare a pezzi il Promotore di una pratica che si ritiene pericolosa, socialmente nociva, l’unica cosa da fare è scavare nella pancia di quel Promotore e scovare le prove che lui stesso sapeva alla perfezione che ciò che oggi promuove (o impone) è pericoloso e socialmente nocivo. Se ci riesci, il Promotore è finito. Oggi il maggior Promotore delle vaccinazioni al mondo sono gli Stati Uniti d’America, che impongono ai propri bambini 26 dosi-vaccini.

Quindi secondo Barnard il sistema è trovare prove made in USA che dimostrino come gli Stati Uniti siano da anni a conoscenza di un complotto.

…E io sono andato nella sua pancia, al top, come sempre si deve fare: The National Institutes of Health, del governo USA, e specificamente il National Center for Biotechnology Information. E ho trovato la prova che il Grande Promotore delle vaccinazioni sapeva da anni a livelli di altissima ricerca governativa che esistono pericoli MORTALI, e ignorati, sui vaccini, con prove terrificanti.

Barnard non è l’ultimo arrivato, sa scrivere bene della materia e leggendo quanto ci riporta tutto sembra trovare conferme. Cita uno studio di cui riporta sommariamente i risultati e conclude così:

ALL’INTERNO DEL GOVERNO DEGLI STATI UNITI D’AMERICA, IL PROMOTORE MONDIALE DEI VACCINI.LORO SAPEVANO CHE I VACCINI POSSONO UCCIDERE.

Credo che quanto sopra dovrebbe oggi diventare uno degli articoli più letti d’Italia da sempre, e non perché lo firma Barnard, ma perché proprio provenendo dalle viscere del Grande Promotore, delle sue multinazionali e della Ministra Beatrice Lorenzin, questo studio li fa letteralmente a pezzi.

Quanti di voi si fanno spaventare da racconti di questo genere? Ho paura tanti, anche perché lo studio esiste veramente e Barnard lo cita in maniera corretta. Ma come vi ho più volte spiegato esistono studi su tutto, e chiunque voglia portare avanti la propria tesi usando la rete è in grado di trovare a proprio supporto articoli che gli diano ragione, davvero su tutto.

Noi come sempre andiamo alla fonte, di Barnard ci importa assai poco, è solo l’ennesimo soggetto che cavalca l’argomento di moda, le vaccinazioni, e come lui tutti i blog che riportano le sue parole. A noi interessano le fonti, lo studio di cui Barnard parla guarda caso non ci viene linkato, ma l’ho trovato per voi, non era difficile.

Gli autori sono Neil Miller e Gary Goldman, ricercatori indipendenti, o meglio un ricercatore indipendente e un tecnico informatico, sui due autori non c’è altro. Nessuno dei due sembra avere alcun titolo che gli permetta di parlare di vaccini e immunologia, Goldman ha un po’ di pubblicazioni su PubMed ma nessun titolo accademico se non un PhD in Informatica. Miller ha solo due pubblicazioni e una laurea in psicologia, nei suoi CV sparsi per la rete si parla sempre di giornalista esperto in medicina, ma a parte la laurea in psicologia (senza alcun PhD) non vedo niente che lo trasformi in un esperto. Sono anni che la coppia rappresenta un faro per gli antivaccinisti americani, visto che entrambi sono contro l’obbligatorietà dei vaccini e sostengono da tempo la pericolosità degli stessi.

Quindi, abbiamo visto chi sono gli autori; andiamo a vedere lo studio, che magari è fatto benissimo, chissà se Barnard ha fatto qualche verifica o si è limitato a tradurre uno dei tanti articoli che ne parlavano.

Lo studio parte dai dati del World Fact Book, dati raccolti dalla CIA, che mostravano nel 2009 gli Stati Uniti al 34° nel mondo posto come mortalità infantile. Partendo da qui Miller e Goldman hanno preso i dati degli altri paesi, incluso il numero di vaccini presenti nel calendario vaccinale, e hanno realizzato questo grafico:

Il grafico che vedete è il fulcro dello studio, ma è un  grafico che qualsiasi ricercatore serio getterebbe nel cestino per le tante imprecisioni, per il cherry picking e per il modo in cui è stato costruito. Onestamente di perdere ore a parlarne ne ho poca voglia, negli anni ci sono stati altri ben più bravi di me nel debunking scientifico che se ne sono occupati. Ma voglio portare alla vostra attenzione solo una cosa: confrontare il numero di bambini morti in paesi diversi è un gravissimo errore. Perché da paese a paese le regole per definire l’Infant Mortality Rate cambiano, non di poco.

Citando Bernardine Healy, ex direttrice del NIH:

The United States counts all births as live if they show any sign of life, regardless of prematurity or size. This includes what many other countries report as stillbirths. In Austria and Germany, fetal weight must be at least 500 grams (1 pound) to count as a live birth; in other parts of Europe, such as Switzerland, the fetus must be at least 30 centimeters (12 inches) long. In Belgium and France, births at less than 26 weeks of pregnancy are registered as lifeless. And some countries don’t reliably register babies who die within the first 24 hours of birth.
Thus, the United States is sure to report higher infant mortality rates. For this very reason, the Organization for  Cooperation and Development, which collects the European numbers, warns of head-to-head comparisons by country.

Per sintetizzare, gli Stati Uniti riportano ogni nascita come viva, basta che mostri un qualsiasi segno di vita, a discapito di parto prematuro e dimensioni. Mentre invece in tanti degli altri paesi presi in esame per considerare la questione ci sono regole differenti. Quindi gli Stati Uniti hanno sempre il tasso più alto di mortalità infantile dando per vivi anche soggetti che in tanti altri paesi verrebbero non conteggiati o conteggiati direttamente come senza vita.

Questo dovrebbe bastare a farvi capire quanta fallacia vi sia nello studio; se necessitate di più materiale vi tocca conoscere l’inglese e andarvi a leggere il solito ScienceBlogs che ne aveva parlato in maniera ben più approfondita già nel 2012, ma come sempre è uno di quegli articoli che chi spinge il movimento antivaccinista evita attentamente di linkare.

maicolengel at butac punto it
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