Baxter Dmitry e il riscaldamento globale

Mi è stato segnalato un articolo che in italiano s’intitola:

Lo scienziato “Padre del riscaldamento globale” alla fine ammette che la teoria è sbagliata

Il titolone è bello forte, e la cosa mi ha incuriosito non poco. Apro il link e finisco sul sito Attività Solare (didattica, nowcasting in tempo reale e proiezioni future) sito già noto alle cronache antibufala. Ne aveva parlato l’amica Sylvie Coyaud nel 2016 su OggiScienza.

Ammetto che parto un po’ prevenuto dopo aver visto cosa dice Sylvie, e siccome a differenza sua non sono uno scienziato ma un umile blogger ho deciso di non passare subito alla lettura del testo, ma prima di verificare chi ne sia l’autore.

L’articolo pubblicato è chiaramente tradotto dall’inglese, e il nome dell’autore è riportato in alto, non è italiano, si chiama Baxter Dmitry, o perlomeno così si firma. Con questi due dati in mano non è mi è difficile risalire alla versione originale dell’articolo. Pubblicata su siti non proprio autorevoli.

Il primo che apro è Principia Scientific International, e il fidato uCheck mi avverte:

Attenzione! Principia Scientific è considerato un sito inattendibile

Sono ancora più curioso, chi è Baxter Dmitry? C’è una pagina Facebook con quel nome, chiaramente gestita dallo stesso Dmitry o suoi accoliti, anche se non ho la più pallida idea se sia il suo vero nome. Sì, perché Baxter è un professionista della bufala. Lui le crea insieme agli amici di YourNewsWire, testata di cui ci toccherà riparlare poco sotto. Baxter è stato citato su svariate testate, non in maniera positiva. Il nome è ovviamente uno pseudonimo, sfruttato da tempo per diffondere fake news.

La domanda che mi viene spontanea è: con che criterio si decide di tradurre e ricondividere un articolo quando la fonte è notoriamente bufalara? Evidentemente poco importa diffondere informazioni corrette. L’unica ragione per aver scelto la ricondivisione in altre lingue è il “guadagno”, che non significa a tutti i costi l’incasso di soldini, ma anche il guadagno in popolarità tra le proprie cerchie, il guadagno in “autorevolezza” con chi non ha le basi per capire che si tratta di fuffa. Basta notare che già nella prima riga del testo è presente un link proprio a YourNewsWire, link che dovrebbe dimostrare l’esistenza di studi seri sul Global Warming. Ma YourNewsWire è quella del Pizzagate, è quella delle bufale seriali. Il sito è stato eliminato da quelli che si pubblicizzavano tramite Google, dopo svariate polemiche da parte di testate serie che si trovavano i banner di YNW in bacheca. Accusati di diffondere bufale seriali di stampo russo sono ancora in piedi, e continuano a diffondere fuffa a tutto spiano.

Ma torniamo al nostro articolo sul riscaldamento globale. La frase su cui in teoria si basa il tutto è questa:

According to Hansen, Al Gore took the data provided in a “worst-case scenario” and intentionally twisted it, rebranding it as “Global Warming,” making tens of millions of dollars in the process.

Che tradotta (da Attività Solare):

Secondo Hansen, Al Gore ha preso i dati forniti dello “scenario peggiore” e lo ha intenzionalmente distorto, facendo rebranding come “Global Warming”, guadagnando decine di milioni di dollari nel corso del processo.

Ma non è affatto vero, Hansen nel 1988 non accusò Al Gore di aver rigirato i dati presentando il “peggior scenario possibile” come “Global Warming”. Nel 1988 fu lo stesso Hansen a presentare dei modelli che spiegavano il riscaldamento globale, modelli che si studiano ancora oggi, anche se la previsione fatta a distanza di trent’anni è un po’ diversa. Ma non ha mai contraddetto Al Gore sulla questione. È vero, tra Hansen e Gore ci sono state polemiche, non sull’uso errato dello scenario, ma su basi differenti. Secondo Gore bisognava accettare compromessi per avviare dei percorsi migliorativi della situazione, secondo Hansen invece la situazione è così grave che nessun compromesso va accettato e i termini degli accordi sul clima vanno rispettati rigorosamente.

L’articolo di Dmitry va oltre, e cita Ross McKitrick definendo lui come “Father of Global Warming”. Ma McKitrick non è definito da nessuno così, se non nell’articolo del nostro bufalaro. Anzi Ross, economista, è un negazionista del riscaldamento globale, noto per il suo attivismo in quel campo.

Sua questa frase:

It has become a commonplace to refer to the ‘environmental crisis.’ But I find the crisis rather hard to locate. On specific issues there is a continuum, ranging from non-issues, situations of concern, problems, and onward up to actual crises. Not everything is a crisis, just as not everything is a non-issue. Things mostly fall in between

che tradotto

È diventato un luogo comune riferirsi alla “crisi ambientale”. Ma trovo la crisi piuttosto difficile da individuare: su questioni specifiche c’è un continuum, che va da non-problemi, a situazioni di preoccupazione, a problemi, fino a crisi effettive. Non tutto è una crisi, così come non tutto è un non-problema, solo, le cose per lo più si trovano in mezzo.

La pagina a lui dedicata su RationalWiki vale la lettura.

Onestamente su queste basi cedo le armi, se non vi siete convinti della malafede di Dmitry, e sulla malafede di chi ha scelto di tradurre, copiare e ripubblicare il suo articolo c’è poco che possa dirvi per farvi cambiare idea. Non ho voglia di perdere ulteriore tempo a analizzare quello che è un articolo pubblicato in origine su una testata nota per la fuffa che distribuisce in giro.

Una considerazione va fatta: dovrebbe risultare lampante di come esista una rete stretta di soggetti che ritengono idea intelligente tradurre e ricopiare articoli da fonti non verificate. Comprendere che siti che usano YourNewsWire come fonte sono siti gestiti da soggetti in malafede (o talmente ignorante da non riconoscere la fuffa) è importante. Primo per tracciare una mappa dei vostri contatti, dividendoli tra chi condivide questa robaccia e chi invece evita. Ma ancora più importante sarebbe fare uno studio sulla rete di fuffari in giro per il mondo, rete che condivide articoli come questo a più non posso. Seguirli, studiarli, capire cosa li muove sarebbe bellissimo. Ma è un lavoro troppo grosso per un singolo piccolo blogger e il “grande giornalismo investigativo” italiano è interessato alle fake news, non per studiarle, ma purtroppo con grande frequenza per diffonderle.

In chiusura un link interessante che mi è saltato fuori cercando il nostro Dmitry, con validi suggerimenti per districarsi nella rete della fuffa!

maicolengel at butac punto it
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