Beirut, esplosione nucleare?

Alessandro Meluzzi sul suo profilo Twitter il 4 agosto, poco dopo l’esplosione a Beirut, ha pubblicato questo tweet:

Quella di Beirut ha l’aspetto di una esplosione nucleare… mini bomba atomica tattica?

Vero che l’esplosione che abbiamo visto in tanti video sembra che formi un classico fungo “atomico”. Ma come chiunque abbia minime conoscenze nel campo sa, non è una questione di atomica o meno ma solo di quanto calore viene generato dall’esplosione e di che gas si formano all’interno della stessa. Difatti possiamo vedere “funghi atomici” anche con normali eruzioni vulcaniche. Ma come ci spiegherà a fine articolo il professor Pellegrino Conte, dell’Università degli studi di Palermo, quello che si vede nei filmati dell’esplosione non è un fungo atomico, pur somigliandoci molto. Giusto per completezza qui possiamo ammirare uno scatto del fungo che si è avuto durante un’eruzione a Stromboli l’anno scorso:

PHOTO BY FIONA CARTER / TWITTER ACCOUNT OF @FIONACARTER / VIA AFP-JIJI

Ma in quell’occasione Meluzzi evitò di dissertare della questione. Perché aprire bocca se non si sa nulla di quanto si sta raccontando? Le ragioni sono palesi: a Meluzzi fa comodo che i suoi follower vivano costantemente nella paura. Sfrutta questo gioco da tempo, e qui su BUTAC più volte ci è toccato affrontare alcuni suoi post social, basati sul nulla ma condivisi da migliaia di persone. Stavolta per fortuna sono pochi quelli che l’hanno condiviso e apprezzato. Pochi, ma sempre troppi.

Cosa sappiamo dell’esplosione di Beirut?

Come vi dicevo, il professor Pellegrino Conte ha scritto un bell’articolo dove spiega i fatti noti, ve ne riporto un piccolo estratto:

Un’esplosione atomica sarebbe stata seguita da una contaminazione radioattiva che avrebbe messo in allarme tutti i paesi nelle vicinanze del Libano, inclusa l’Italia. Per quanto è dato sapere, fino ad ora non pare siano state previste precauzioni per contaminazione nucleare come quelle che furono adottate all’indomani dei disastri della centrale di Chernobyl o di quella di Fukushima.

ALLORA COS’ERA QUEL FUNGO BIANCO?

Vi ho spiegato più su che le reazioni di degradazione del nitrato di ammonio hanno prodotto tonnellate di gas (incluso il vapor d’acqua) che si sono espanse prima nel capannone dove il sale era conservato e poi nell’atmosfera. La forza esercitata dalle molecole dei vari gas prodotti durante le reazioni di decomposizione termica del nitrato di ammonio ha generato un’onda che si è propagata molto velocemente. L’elevata velocità dell’onda ha compresso molto rapidamente tutte le molecole di gas presenti in atmosfera, incluse quelle dell’acqua sotto forma vapore. Come conseguenza, molto verosimilmente, si è avuta una rapida condensazione di queste ultime con formazione della nuvola bianca osservata. Nelle condizioni atmosferiche di Beirut al momento dell’esplosione, la nuvola bianca ottenuta verosimilmente  per condensazione delle molecole di acqua vapore si è, poi, rapidamente dissipata.

Non risulta alcun livello di radioattività da nessuna parte, quindi è certo che non si sia trattato di un attacco nucleare. Le fonti governative hanno spiegato abbastanza chiaramente cosa è che ha permesso all’esplosione di essere così distruttiva:

President Michel Aoun said 2,750 tonnes of ammonium nitrate, used in fertilisers and bombs, had been stored for six years at the port without safety measures. He called it “unacceptable”.

E, seppur in maniera ufficiosa, hanno provato a ipotizzare cosa possa aver innescato la reazione a catena che ha portato appunto all’esplosione:

A security source and media said it was started by welding work being carried out on a hole in the warehouse.

Tutte cose che sono state riportate sulla stampa internazionale, quella affidabile, nelle ore successive all’esplosione. Tutte cose che un soggetto che fa comunicazione online avrebbe dovuto leggere e verificare prima di pubblicare il suo post sensazionalista. Ma evidentemente a Meluzzi sta bene così, lanciare sassi nello stagno per vedere l’effetto che fanno è la sua passione principale, e i suoi follower accettano questo comportamento senza lamentarsene, convinti probabilmente di esser di fronte a un grande comunicatore. Quando invece stanno seguendo una persona che ha un disperato bisogno di essere al centro dell’attenzione ed è disposto a tutto pur di restarci…

Non credo di poter aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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