Belpietro e lo studio dello Spallanzani

Lo studio pagato da Speranza che demolisce il Green Pass?

Su La Verità del 29 settembre è apparso un articolo a firma Maurizio Belpietro, articolo che dimostra ampiamente come la testata che tanti a destra leggono come se fosse la Bibbia non ha alcuna intenzione di raccontare la verità, anzi gioca tantissimo sui titoli per dare ai propri lettori quello che vogliono: una conferma delle parole dei loro leader politici.

Titolo della prima pagina de La Verità:

Lo studio pagato da Speranza che demolisce il Green Pass

Sottotitolo:

Ricerca dello Spallanzani finanziata dal ministero della Salute contraddice in toto la politica del governo: I vaccinati possono riprodurre virus “vitale” proprio come i non vaccinati. Quindi il lasciapassare non serve

Aspettate un secondo, ma noi sapevamo già che i vaccinati possono contagiare, davvero sono stati spesi ulteriori denari per arrivare a una conclusione già nota?

Vado a recuparere il preprint, visto che lo studio citato per ora è ancora solo su Medrxiv. Titolo:

Virological and Serological Characterization of SARS-CoV-2 Infections Diagnosed After mRNA BNT162b2 Vaccination

L’abstract inizia così:

I vaccini contro il coronavirus 2019 (COVID-19) si stanno dimostrando molto efficaci nella prevenzione di malattie gravi; tuttavia, sebbene rare, sono state segnalate infezioni post-vaccino. Il presente studio descrive 94 infezioni (47,9% sintomatiche, 52,1% asintomatiche), avvenute nella Regione Lazio (Centro Italia) nel primo trimestre 2021, dopo prima o seconda dose di vaccino mRNA BNT162b2.

Belpietro nel suo articolo riporta questa parte dello studio:

I nostri dati mostrano che gli individui vaccinati che si infettano dopo la vaccinazione, sebbene rappresentino una piccola percentuale della popolazione vaccinata (0,3% nel nostro contesto), possono portare elevate cariche virali nel tratto respiratorio superiore, anche se infettati molto tempo dopo la seconda dose, cioè quando avrebbe dovuto essere sviluppata l’immunità correlata al vaccino.

Commentandola così:

Poche parole, ma assolutamente chiare, che smontano senza alcun dubbio l’utilità del green pass, dimostrando che non è una garanzia di immunità dal coronavirus e nemmeno un passaporto che assicura di non essere contagiosi.

La prima domanda che mi viene da fare è: ma a parte l’uscita infelice di Draghi di qualche mese fa, chi tra i medici dell’ISS ha sostenuto negli ultimi sei mesi che il green Pass o il vaccino fossero un passaporto che assicura la non contagiosità? A me risulta che già a febbraio 2021, ben prima che si parlasse di green pass, avessimo dubbi su quanto il vaccino proteggesse da possibili contagi o dall’essere veicolo di trasmissione. Quello che però si vedeva (e si vede anche nello studio preprint dello Spallanzani) è che chi è vaccinato ha molte meno probabilità di essere ospedalizzato o di finire in terapia intensiva, o peggio di morire.

Dallo studio dello Spallanzani:

…la maggior parte delle infezioni osservate negli individui vaccinati in questo studio ha avuto un decorso clinico lieve o asintomatico e quei pazienti con sintomi gravi presentavano comorbilità preesistenti e livelli di anticorpi medi inferiori rispetto a quelli che avevano un lieve o presentazione asintomatica.

Ovvero, l’andamento del contagio in persone vaccinate dipende in parte dalla situazione clinica del paziente: un cinquantenne vaccinato e in forma a livello di rischio non è uguale a un settantenne diabetico, fumatore e sovrappeso, anche se vaccinato. Tutte cose che un buon giornalista dovrebbe riportare al proprio lettore, invece che fare solo e unicamente battaglia politica. Ma il buon giornalismo nel nostro Paese è andato a farsi fottere tanti anni fa, purtroppo.

Sia chiaro, lo studio dello Spallanzani parla chiaramente di politiche di salute pubblica:

Questo risultato dovrebbe essere considerato con attenzione per la politica di salute pubblica, sottolineando l’importanza di una corretta comunicazione che il vaccino non conferisca l’immunità sterilizzante; pertanto, è ancora raccomandata l’adesione continua alle misure di prevenzione della salute pubblica per gli individui vaccinati fino a quando non viene raggiunta un’adeguata copertura vaccinale della popolazione o in presenza di individui vulnerabili suscettibili.

Nulla di nuovo, sul sito dell’ISS difatti fin da marzo 2021 è spiegato che anche i vaccinati devono rispettare le regole:

Una persona vaccinata con una o due dosi deve continuare a osservare tutte le misure di prevenzione quali il distanziamento fisico, l’uso delle mascherine e l’igiene delle mani.

La Fondazione Veronesi, ad aprile 2021, rifacendosi alle indicazioni del Ecdc (European Center for Disease Control) spiegava in maniera più aggiornata:

Quando a incontrarsi sono persone che hanno completato la vaccinazione contro Covid-19, il distanziamento e l’utilizzo delle mascherine possono essere allentati.

Il Green pass è un sistema politico, sfruttato per spingere quei 5 milioni di over 50 ancora refrattari al vaccino a vaccinarsi. Credo che questo sia palese. Bisogna spingerli per raggiungere quella copertura delle fasce più suscettibili all’aggravarsi della malattia. Bisogna che si vaccinino per riuscire veramente a riaprire con maggior tranquillità. Quella copertura, oltretutto, come già spiegato da tanti, va raggiunta il più velocemente possibile, per evitare appunto il famoso nascere delle varianti vaccinoresistenti, che per ora, per fortuna, ancora non si sono viste.

Lo stesso direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia, intervistato su La7 il 29 settembre 2021, si diceva rattristato che ci fosse voluto il Green pass per aumentare le fila dei vaccinati. E io concordo con lui, è da marzo 2020 che dico a gran voice che i governi, i politici e i media sono i principali colpevoli nel nostro Paese dei tanti, troppi decessi. Colpevoli perché hanno comunicato fin dall’inizio come i cialtroni ignoranti che sono. Nessuno ha studiato campagne serie per spiegare via via cosa stesse succedendo. Ai giornali andavano imposte linee guida da situazione d’emergenza, che prevedessero tra le altre cose evitare che pinco e pallino parlassero ab mentula canis di cose che non gli competevano. Lo stesso vale per i politici. Della pandemia dovevano parlare solo i responsabili dell’ISS, manco il Ministero a mio avviso avrebbe dovuto metter bocca, è una carica politica che ha il compito di amministrare la cosa pubblica, non esperti che si trovano lì per meriti sul campo.

Ma checché dica Belpietro, basta leggere le linee guida che da sempre si hanno sul Green pass per rendersi conto che nessuno, neppure del governo, lo considera un passaporto che assicura la non contagiosità.

Riportava il Sole 24 Ore il 27 settembre:

Il green pass non fa venire meno le regole di sicurezza previste dalle linee guida e dai protocolli vigenti 

Lo ammetto, a volte ho il dubbio che l’Ordine dei Giornalisti provi piacere intimo, quasi erotico nella malainformazione che circola nel nostro Paese.

Non si spiega in altro modo il loro costante silenzio.

maicolengel at butac punto it

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