Beppe Grillo e il Daily Mail

 

GRILLO-DAILYMAIL
Io capisco perfettamente che per rimanere il blog  più letto in Italia si è costretti a trovare tutti i giorni nuovi contenuti da pubblicare, ma accorgersi che pur di pubblicare qualcosa si è usata come fonte il Daily Mail, su un argomento delicato come la medicina lascia un filo esterrefatti. Questo è quanto titolava il blog di Beppe Grillo qualche giorno fa:

L’industria farmaceutica che sta uccidendo decine di migliaia di vite

Questo il titolo usato nella versione italiana pubblicata sul blog di Beppe Grillo. Questo invece quello usato dal Mail:

How Big Pharma greed is killing tens of thousands around the world: Patients are over-medicated and often given profitable drugs with ‘little proven benefits,’ leading doctors warn

Conoscere l’inglese sarebbe già abbastanza per accorgersi delle differenze tra i due. In UK viene subito spiegato di cosa si sta per parlare, pur essendo un tabloid buono per incartare il pesce sanno bene che l’allarmismo fine a se stesso può essere punibile con sanzioni. Quindi tamponano la cosa spiegando chiaramente in poche righe di cosa si sta per parlare. Il blog di Grillo non lo fa, da noi la sanzione sappiamo che non la farà nessuno e quindi ci si sente liberi di fare tutto l’allarmismo di questo mondo. Cavalcare il sensazionalismo poi dalle parti della Casaleggio associati è di gran moda.

Per il resto l’articolo di Grillo non è altro che una fedele traduzione dell’articolo del Mail. (Chissà se hanno chiesto il permesso e pagato eventuali diritti, sarei curioso.) Il DottPA è impegnato con lavori ben più importanti, ma per trattare un articolo come questo onestamente non credo sia necessaria una laurea in medicina.
Vediamo di analizzare quanto ci riporta il DM:

The Queen’s former doctor has called for an urgent public enquiry into drugs firms’ ‘murky’ practicesSir Richard Thompson, former-president of the Royal College of Physicians and personal doctor to the Queen for 21 years, warned tonight that many medicines are less effective than thought. The physician is one of a group of six eminent doctors who today warn about the influence of pharmaceutical companies on drugs prescribing. The experts, led by NHS cardiologist Dr Aseem Malhotra, claim that too often patients are given useless – and sometimes harmful – drugs that they do not need. They maintain drugs companies are developing medicines they can profit from, rather than those which are likely to be the most beneficial.

Sia chiaro il blog di Beppe traduce fedelmente tutto quanto il Daily Mail riporta:

L’ex medico personale della Regina ha chiesto che si faccia con urgenza un’inchiesta pubblica sulle “oscure” pratiche delle aziende farmaceutiche. Sir Richard Thompson, ex presidente del Royal College of Physicians, nonché medico personale della Regina per 21 anni, stasera ha avvertito che molti farmaci potrebbero essere meno efficaci di quanto si pensi. Thompson è membro di un gruppo di sei noti medici che oggi hanno messo in guardia sull’influenza che le case farmaceutiche hanno nella prescrizione dei medicinali. Gli esperti, guidati dal cardiologo Aseem Malhotra, del sistema sanitario nazionale, sostengono che troppo spesso ai pazienti vengono date medicine inutili – e talvolta dannose – di cui possono fare a meno. Affermano che le case farmaceutiche sviluppano medicinali da cui trarre profitto più che medicinali che abbiano effettivamente il maggiore beneficio per i pazienti.

La frase più importante di tutte è quella finale. Sicuramente corretta, è vero le case farmaceutiche sono aziende private che hanno come scopo fare profitti, quindi è NORMALE che cerchino di trarne il più possibile.

A cosa servono i profitti?

Esistono tantissime aziende che fanno la stessa identica cosa vendendo a migliaia di euro al litro rimedi fatti con acqua e zucchero, eppure non vedo il buon Beppe scagliarcisi contro. Non mi pare che esista un medico al mondo che abbia mai affermato che le case farmaceutiche siano benefattrici dell’umanità, come tutte le aziende hanno come primo obbiettivo fare soldi, è ovvio.

Quando andate a fare la spesa vi lamentate se il fruttivendolo ha un guadagno da quel che vi vende? Vorreste che invece che un guadagno ci fosse un equo baratto? Lo capite vero che è necessario che ci sia un guadagno? Che come il fruttivendolo deve pagare merce, affitto, bollette e campare col suo lavoro anche l’industria (qualsiasi essa sia) deve pagare stipendi, costruire laboratori, finanziare ricerche, quindi è normale che abbia dei ricavi, e che miri perché siano sempre più alti?

Così funziona l’economia, specie in un regime capitalistico. Si può essere in disaccordo, ma non è che l’industria farmaceutica sia diversa da quella informatica o automobilistica, sono aziende, devono rendere, mirano sicuramente a produrre prodotti che siano di grandissima distribuzione, quindi è molto più facile che io azienda farmaceutica XYZ punti ad una cura per il raffreddore piuttosto che ad una per il morbo di Chron. Nel primo caso avrò miliardi di possibili clienti, nel secondo qualche migliaio; sviluppare medicine ha costi che se spalmanti su miliardi di clienti diventano irrisori, se invece da distribuire su un gruppo ristretto di soggetti per avere la stessa resa dovrò vendere il preparato a cifre iperboliche. Oltretutto il guadagno dato dal farmaco dal basso costo (e grande distribuzione) serve a pagare le ricerche anche per il farmaco più raro e importante.

Questo non lo dico io in quanto mia opinione, è semplicemente un meccanismo economico e il fatto che si tratti di medicine non cambia niente. Lo fa forse da un punto di vista etico, non economico. Non sto sostenendo che sia giusto, ma semplicemente che funziona così. Il fatto che qualcuno lo ritenga ingiusto non lo autorizza a farla passare per una situazione eccezionale dell’industria farmaceutica quando non lo è.

Il dott. Thompson e il dott. Malhotra

Quanto sostengono Thompson e il Dotto Malhotra e che ci viene riportato da Grillo (ma lo stesso identico articolo compare anche sul blog InformareXResistere) parte dai dati della FDA, difatti basta andare a cercare quella che è la fonte del Mail per accorgersi che:

Dr Malhotra said, citing an FDA report that found adverse events from prescribed medications caused 123,000 deaths in the USA in 2014 and 800,000 serious patient outcomes, which include hospitalisation or potentially causing disability. The FDA report also states that the number of adverse events from prescribed medications have tripled in the past 10 years in America, he said.

Cacchio, 123mila morti per reazioni avverse ai farmaci nel 2014 sono davvero tante, il Dott. Malhotra ha ragione se questi sono i numeri. Dieci anni fa davanti a questi numeri ci saremmo fermati, non potendo verificarne la fonte. Oggi per nostra grande fortuna la rete ci permette di andare a cercare il dato, e a vedere cosa ci viene spiegato dall’FDA.
Il Dott. Malhotra prende il suo dato da questo rapporto americano che conferma quanto da lui riportato, ma spiega anche che:

Documenting one or more of these outcomes in a report does not necessarily mean that the suspect product(s) named in the report was the cause of these outcomes.

Ovvero:

Documentare uno o più di questi risultati in un rapporto non significa necessariamente che il prodotto sospetto citato nel rapporto sia stata la causa di questi risultati.

Come avevamo già provato a spiegare altre volte le reazioni avverse DOPO aver assunto un farmaco possono essere legate sia al farmaco che a una casualità. Come con la vecchia storia dei vaccini che causano autismo. La legge americana pretende che vengano riportate tutte le reazioni che vengono segnalate. Quindi se dopo aver preso una medicina faccio un incidente in macchina e ci resto secco può essere che un parente giochi la carta del colpo di sonno dovuto al farmaco (anche per vedere due soldini in più dall’assicurazione). Ecco questa viene inserita tra le reazioni avverse. E fa statistica, anche se non c’è nessuna ricerca che dimostri che il farmaco causa sonnolenza.
Detto questo, la maggioranza dei problemi che vengono evidenziati sono condivisibili: è vero, oggi ci sono soggetti (specie nei paesi anglosassoni) che usano i farmaci in maniera esagerata, senza averne realmente necessità, e questo fa sì innanzitutto che il corpo si abitui al farmaco e questo faccia sempre meno effetto, e in secondo luogo che ci sia il rischio di un intossicazione di qualche genere, con conseguenze anche gravi.

È colpa delle case farmaceutiche?

Non proprio, è colpa prima di tutto di una cultura del farmaco sbagliatissima, a seguire del medico che fa ricette tanto per accontentare il paziente, ed infine del paziente stesso che non accetta mai il suggerimento “vada a casa e si riguardi” che in moltissimi casi sarebbe l’unica medicina necessaria. Il paziente vuole la pillola, l’iniezione, la fialetta, vuole che qualcuno lo curi, e se non trova nel medico chi gli prescrive qualcosa si rivolge ai siti web (con risultati spesso ridicoli, a volte pericolosi).
Quindi per concludere questo muro di testo, sì è vero che si assumono più farmaci, si è vero che molti lo fanno con una leggerezza che può portare gravi rischi di salute, ma la colpa non è “delle case farmaceutiche” bensì di un insieme di fattori in cui il paziente gioca un ruolo chiave. Non evidenziarlo è sciocco.

maicolengel at butac.it

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