Pillon, Biden e gli atleti transgender

E un prevedibilissimo avvelenamento del pozzo contro la legge Zan

Ci avete segnalato un post del senatore Simone Pillon, un post dove si parla di un’iniziativa del neo presidente americano Joe Biden. Vi riporto il post per intero:

Lei è Allyson Felix. Ha vinto qualunque cosa. Ha più medaglie d’oro di Bolt. Corre 400 metri in 49,26 secondi. Da qualche giorno le sue medaglie non valgono più un fico secco.
Perchè? Perchè Biden, imponendo tra i suoi primi atti le lagnose ideologie Gender (che non esistono) ha stabilito che i maschi (a patto che in quel momento si sentano femmine) possano liberamente concorrere nelle competizioni femminili. Sarebbe come stabilire che un atleta (maschio quindi senza apostrofo) di 25 anni possa competere con gli under 14 o gli over 65, in base all’età autopercepita. A occhio e croce, solo nei college americani ci sono almeno 300 ragazzi capaci di fare meglio di Allyson, senza contare il resto del mondo… Ciò significa che nessuna donna potrà più vincere una gara di atletica. Se lo avessi proposto io, avrebbero detto che Pillon vuole confinare le donne alle gare di cucina e ricamo ma, siccome lo hanno imposto loro, diranno che le torte sono squisite e i merletti bellissimi. Vergogna! Fermiamo questa idiozia. Noi stiamo con Allyson e con il suo sorriso. Evviva le ragazze che si impegnano nello sport, e hanno tutto il diritto di poter competere con altre ragazze, e non con maschi in cerca di facili medaglie. PS. questo post potrebbe esser considerato discriminatorio in base alla approvanda legge Zan, e costare fino a 6 anni di reclusione, oltre al divieto di svolgere attività politica, di avere patente, passaporto e licenza di caccia. Se mi arresteranno, portatemi arance di Sicilia.

Partiamo dalla fine, perché le cose vanno subito chiarite. Pillon vi piglia per il culo, non è affatto vero che la Legge Zan preveda fino a sei anni di carcere per un post come quello scritto dal senatore. Si tratta di una legge fatta per contrastare discriminazione e violenza, non opinioni personali. Chi vuole che crediate che è stato istituito il “reato d’opinione” sono soggetti come lo stesso Pillon, che hanno disperatamente bisogno di supporto per contrastare normative anti-discriminazione come la legge Zan.

La legge prevede:

  1.  la reclusione fino ad un anno e sei mesi o multa fino a 6000 euro per chiunque istiga a commettere o commette atti di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere;
  2.  la reclusione da sei mesi a quattro anni per chiunque istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per quanto elencato;
  3.  la reclusione da sei mesi a quattro anni per chiunque partecipi o presti assistenza ad organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi aventi fra i propri scopi l’incitamento, la discriminazione o la violenza per quanto elencato;

Vi pare che Pillon nel suo post abbia fatto una delle tre cose? No, siamo d’accordo non ne ha fatta nessuna, quindi è una bugia sostenere che potrebbe rischiare il carcere. Quando qualcuno gli chiederà di ammettere di averla detta? Magari durante un bel confronto televisivo dove ammettere le proprie responsabilità? Ma quando mai i giornalisti del nostro Paese oseranno mettere all’angolo gli intervistati? Sia mai! Come mi è stato insegnato nella mia unica e breve esperienza televisiva, da noi, anche quando c’è da attaccare, non lo si fa, perché poi i personaggi in questione non si fanno intervistare volentieri la volta successiva. Ed è per questo che a fare carriera come giornalisti abbiamo soggetti del calibro di Bruno Vespa, perché mai e poi mai metteranno in imbarazzo l’ospite.

Pillon nel suo post, oltre a raccontarci la bugia del suo “rischio del carcere”, fa anche altro: avvelena il pozzo.

Sia chiaro, la tematica che tratta è importante e delicata ed è giusto parlarne. Perché va bene difendere quella fascia di popolazione che si sente a disagio nei panni in cui è nata, però è anche vero che questo non deve andare a discapito di altri. Ma davvero Biden ha introdotto regole che fanno sì che Allyson Felix si trovi con medaglie che non valgono più nulla? Ovviamente no. Biden non ha voce in capitolo sulle medaglie olimpioniche. Quanto fatto al riguardo dal nuovo POTUS ha impatto sullo sport interno al Paese, principalmente nelle scuole. Dove comunque sono già previste altre regole in merito. Regole che vi riporto tradotte in italiano:

  • “Uno studente-atleta transessuale di sesso maschile che ha ricevuto un’eccezione medica per il trattamento con testosterone per disturbo dell’identità di genere diagnosticato o disforia di genere e/o transessualismo, ai fini della competizione NCAA può competere in una squadra maschile, ma non è più idoneo a competere in una squadra femminile senza che questa debba cambiare lo stato della squadra in una squadra mista.
  • Una studentessa-atleta trans in cura con farmaci per la soppressione del testosterone per disturbo dell’identità di genere o disforia di genere e/o transessualismo, ai fini della competizione NCAA può continuare a competere in una squadra maschile ma non può competere in una squadra femminile senza cambiarla a uno stato di squadra mista fino al completamento di un anno solare di trattamento di soppressione del testosterone.

E comunque ripetiamo che un conto sono le gare interne, un conto sono le medaglie olimpioniche. Biden ovviamente non ha alcun potere decisionale sulle regole nelle Olimpiadi per gli atleti trans, quindi non può essere colpevole di “confinare le donne alle gare di cucina e ricamo” checché ne dica il senatore Pillon.

Bastava andarsi a leggere la tanto vituperata Wikipedia:

The new guidelines require only that trans woman athletes declare their gender and not change that assertion for four years, as well as demonstrate a testosterone level of less than 10 nanomoles per liter for at least one year prior to competition and throughout the period of eligibility. Athletes who transitioned from female to male were allowed to compete without restriction. These guidelines were in effect for the 2016 Rio Olympics, although no openly transgender athletes competed.

Le nuove linee guida richiedono solo che le atlete transessuali dichiarino il proprio sesso e non modifichino tale affermazione per quattro anni, oltre a dimostrare un livello di testosterone inferiore a 10 nanomoli per litro per almeno un anno prima della competizione e per tutto il periodo di ammissibilità. Gli atleti che sono passati da donne a uomini sono stati autorizzati a competere senza restrizioni. Queste linee guida erano in vigore per le Olimpiadi di Rio 2016, sebbene nessun atleta apertamente transgender abbia gareggiato.

Glielo dite voi al senatore? Come sia possibile raccontare bugie e mezze verità comodamente strapagati coi soldi delle tasse di tutti gli italiani senza che nessuno ci chieda mai il conto delle nostre bugie è una cosa che non smette mai di sorprendermi.

Ma d’altronde siamo il Paese di santi, poeti, mafiosi, cialtroni e cattobigotti…

maicolengel at butac punto it

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!