Boati supersonici

BOATISUPRESONICI

Quando la notizia si gonfia come le labbra (o il seno) di una pornostar

Romagna, 5 luglio 2016, ore 8:51 – Odo due profondi botti intervallatisi di circa un secondo. Per un attimo penso: “Porca miseria, cosa è saltato in aria? Un bancomat? Un’azienda chimica? Chissà se tra un’ora sentirò una voce da un altoparlante itinerante stradale modello “Fiat 127 Seveso ’76” che intimerà alla popolazione di barricarsi in casa e sigillare porte e finestre invitando tutti a mantenere la calma?”

Ma non passano altri cinque secondi prima che mi renda conto di quanto anch’io sia parte del drogato sistema informativo congiunturale che vuole catastrofismi ad ogni costo. Sì, io, proprio io col mio indice quotidianamente avverso a complottisti e cyber-visionari, rei di guardare troppi film su alieni, cospirazioni, agenti 007 e compagnia bella.

Io che penso alla catastrofe: che abbia contratto un virus?

“Ma cosa mi succede, e soprattutto cosa succede al mio mondo attorno?” domando tra me e me. “Perché due botti devono farmi pensare gioco forza alla catastrofe? Dopotutto quarant’anni fa i botti si sentivano, non dico giornalmente, ma quasi settimanalmente e non erano certo quelli di capodanno.”

Medito: c’è qualcosa che non quadra.

Giocavo in cortile come fanno tutti a otto anni… no, scusate, mi correggo… come facevamo tutti a otto anni (poiché oggi computer, tablet, videogiochi e telefonini hanno sostituito i cortili) e non capivo il perché di quei “tuoni” a ciel sereno. Poi guardavo mio padre, nei suoi occhi vedevo allegria e da lì capivo che non era nulla di grave: se lui sorrideva io non mi dovevo preoccupare. Ma la domanda era d’uopo e la risposta idem: “Oh, nulla… un aereo.”

Ma di aeroplani ne vedevo tanti, soprattutto quando in bicicletta passavo da via della Salute, dietro al vecchio scalo aeroportuale bolognese degli anni Settanta, e nessuno di essi faceva bang. Era ancora mio padre a spiegarmi che il bang lo facevano solo alcuni aerei che andavano molto ma molto forte. Ed io non capivo, ma capivo. Capivo che le volte seguenti, come quella in classe alle elementari, quando sentivo il o i bang provenire dal cielo, non mi dovevo preoccupare.

Sono passati i decenni, è arrivato internet e con esso tanti contenitori mediatici da riempire di notizie +/- degne di tale nome. Ma purtroppo le stragi, le bombe, le devastazioni, i femminicidi, le sparatorie nelle scuole, gli aerei che scoppiano in cielo o i terroristi che fanno esplodere palazzi non capitano tutti i giorni. Dico purtroppo perché queste sciagure sono una manna per tutte le redazioni, che in concomitanza di questi eventi esplodono di audience e clic.

Che fare dunque? Purtroppo io (pseudo)giornalista il pane lo devo mangiare tutti i giorni. Cosa scrivere se mancano i drammi e le catastrofi? Beh… si può sempre colorare un fatto: uno smorto giallino lo posso far diventare uno squillante arancione, anzi, già che ci sono, un bel rosso Ferrari… tanto… giallino, arancione o rosso… più o meno siamo lì: cioè no, ma voglio credere che la gente sia daltonica!

Ecco quindi che l’inconsueto diventa un fatto di cronaca, come ad esempio l’uovo con due tuorli, che sì, esiste da sempre, ma che visti i trend attuali prevedo riempirà le pagine di futuri siti web dell’informazione-del-nulla.

Negli ultimi decenni sono stati regolamentati i sorvoli su territori abitati da parte di jet militari ad alta velocità. È infatti quando un aereo in accelerazione supera la velocità del suono, che è di circa 1200 km/h (la velocità esatta dipende dalla temperatura dell’aria) produce il famoso bang. Questa disabitudine ai botti supersonici, che ha contribuito a migliorare la vita ai cittadini, sommata a tanti siti che devono essere riempiti con qualcosa-non-importa-cosa, ha trasformato un fatto consueto in una notizia boom, un boom come quello supersonico. D’altra parte non è colpa di nessuno se mancano le stragi. Mica si può scrivere una bella notizia: “Anche oggi nessuna strage in una scuola!”

La gente non vuol leggere belle notizie!

Il botto del 5 luglio ha quindi riempito pagine su (troppi) siti, come ad esempio emiliaromagnameteo (cosa c’entra un bang sonico con il meteo?) che si spinge addirittura ad ipotizzare un conflitto aereo con un nemico sconosciuto: ma quanta fantasia! Ma quanta voglia di Top Gun, Mission Impossible e 007! Ottimi ingredienti da dare sicuramente in pasto al popolo-bue condividi-e-getta dei social forum. D’altra parte potrete ben capire: cosa raccontare di una normalissima estate in linea con quelle passate? Un’estate dove solo ora, in pieno luglio, si sono toccati (al nord) 35°C. Mancano le temperature bomba di 40°C e oltre… Mancano le trombe d’aria, le super grandinate…

Mancano le catastrofi!

Per fortuna che c’è ravennanotizie che denuncia conseguenze… catastrofiche (e ti pareva?): cani spaventati (!), muri che tremano e tende cadute (ommioddio). Pensate un po’ che quarant’anni fa nessuno si preoccupava di sentire i vetri della finestra vibrare per l’onda d’urto e le tende non sono mai cadute: ah, come rimpiango i tasselli di una volta! Quelli sì, che tenevano su bene le riloghe, altroché la porcheria d’oggi: che sia roba cinese low cost? Dice: “Mannòò, sono le case: una volta erano solide, oggi sono di cartongesso. Ecco perché cadono le tende.”

Peggio del peggiore bar di Caracas.

Ma il vero grande dramma sono loro: i cani spaventati. Questo sì che è un vero problema per l’Italia! Cioè: se il cane viene spaventato da un fulmine temporalesco non è una notizia, ma se lo stesso è sollecitato da un bang sonico, è davvero la fine del mondo!

bang 2

E che dire dell’interrogazione parlamentare dell’onorevole (!!) Giovanni Paglia ?

“Ho rivolto un’interrogazione al ministro della Difesa per sapere se siano aerei italiani quelli che hanno provocato un boom sonico in data 20 giugno e un altro il 5 luglio. Non si dovrebbe consentire di superare il muro del suono in prossimità di un centro abitato, se non in caso di comprovata necessità. Vorrei quindi sapere perché questo sia accaduto, provocando allarme e disagio nei cittadini ravennati, ma soprattutto la garanzia che il fenomeno non si ripeta. Resto in attesa di una risposta” comunica l’On. Giovanni Paglia di Sinistra Italiana.”

Io, spirito sottonaturale che non sono manco onorevole convengo che se l’aeronautica militare ha permesso questo, forse forse, ma proprio forse, una ragione di comprovata necessità ci sarà stata, no? Lei che cosa dice, onorevole onorevole? Non trova un po’ strano che in un paese di politici e amministratori che intascano tangenti di denaro pubblico, un paese di città dall’aria inquinata regolarmente spesso fuori limiti imposti, un paese di strade maltenute piene di buche a scapito della sicurezza, si debba interrogare per due botti che procurano allarme e disagio al proprio potenziale elettorato? Forse il male in Italia non è la corruzione, la disoccupazione o il degrado pubblico ma la preoccupazione della collettività per due botti in cielo?

Passiamo a ilrestodelcarlino che denuncia la fine del mondo, l’Apocalisse.

Dove? A Faenza.

A Faenza? Sì, a Faenza: si è talmente impegnati a descrivere la fine del mondo nel timore che qualcuno la possa ritenere una notizia del cavolo (ma non mi dire), che non ci preoccupa nemmeno di rileggere ciò che si è scritto per poter spiegare ai non-romagnoli che in realtà si parla di Faenza. Capirete… Dopotutto quando sta per finire il mondo (partendo da Faenza) mica ci si può preoccupare degli errori in ciò che si è scritto. Come dire: molto meglio l’orrore che gli errori.

A Faenza, dunque, secondo questi signori sarebbe scoppiata la psicosi per due botti: chissà quante emergenze al pronto soccorso psichiatrico… E chissà quando ci sono i tuoni durante i temporali: tutti si suicideranno! L’articolo racconta che in città tanti palazzi hanno tremato, ma io dico che sono quarant’anni (e ben di più) che ad ogni bang l’onda d’urto fa vibrare i muri, ed è sempre stato tutto normale: non è un sisma! L’articolo dice ancora che sono intervenuti i pompieri a fronte di una chiamata che denunciava la presunta esplosione di una pizzeria. Questo però signori miei si chiama “procurato allarme” e per questo esiste la denuncia! Ma al giornalista questo non interessa perché non attira clic: non è mica una sciagura e lui non è un opinionista. Dunque non se ne parla, preferendo insistere sulle potenziali catastrofi di pizzerie esplose. Dove manca la sciagura, la si ipotizza: come con gli alieni e i loro ufo negli pseudo documentari di fuffa.

Altro che psicosi, qua siamo alla follia! O alla scemenza. Senza poi contare tutte le persone (suppongo intervistate dal giornalista) che hanno pensato all’esplosione di una caldaia. Domanda al giornalista: perché una caldaia se i botti sono stati due? Prima di scrivere perché non ti poni la domanda? L’impressione che il giornalista aggiunga del suo attingendo dalla propria fantasia è molto più che forte!

C’è un altro sito di meteo che si occupa di questioni non meteo (che sia la nuova moda dei meteo fuffari?): è inmeteo che però ipotizza cosa? Ovvio: una nuova sciagura (ma dai…): dice infatti che numerose segnalazioni giungono da Faenza a proposito di due botti, ma dall’INGV rassicurano “Niente terremoti”.

Genio! Da premio Nobel!

Ma serviva l’INGV per sapere se c’è stata una scossa tellurica? Anche un idiota capirebbe che se uno telefona allarmato per due esplosioni, in caso di dondolamento di lampadari, pavimenti che si muovono ecc.. forse denuncia pure la scossa sismica. E che basta andare sui social forum per vedere come anche solo cinque minuti dopo una scossa (come la prima che colpì l’Emilia nel 2012) tutti ne parlano. No, non ci si pongono queste stupide domande, ma serve avere conferme dall’INGV come se nessuno si accorgesse di un medio/forte terremoto. Eh, certo, perché così si ha qualcosa in più da scrivere. Dove vogliamo mandare questa gente che scrive queste non notizie?

Concludiamo infine citando il sito estense.com che è tra i pochi a riportare la notizia senza pensare ai film di Hollywood e senza quindi destare ironici sorrisini di compassione. Basta poco, ovvero produrre spiegazioni sensate. È questo che la gente intelligente vuole: semplici spiegazioni! Che guarda caso sono le più coerenti e logiche che si possano immaginare: un aereo turco di passaggio diretto in Svizzera che per cause tecniche non è riuscito a mettersi in contatto con l’Aeronautica, e questa per precauzione ha fatto quello che chiunque farebbe: far decollare due caccia per andare a verificare da vicino che non vi siano concreti rischi per la sicurezza nazionale. Immaginate i Carabinieri che vi danno l’alt per strada: se non vi fermate qualcuno potrebbe incazzarsi e farvi passare dei brutti cinque minuti.

Dal momento che due aerei decollano da Grosseto puntando verso la Lombardia, dovranno pur metterci un po’ di “birra” nell’acceleratore, no? Ecco perciò che con l’accensione dei post bruciatori, l’aereo schizza come si deve, per raggiungere il misterioso pilota taciturno prima che esca dal territorio italiano. Con buona pace dell’onorevole Paglia, delle associazioni amici dei cagnolini e anche dei produttori cinesi di tasselli, scagionati dall’accusa di manufatti scadenti.

Morale della storiellina?

Una normale prassi militare è stata gonfiata come il seno o le labbra di certe attricette porno…

È la stampa, bellezza! La stampa! E tu non ci puoi far niente! Niente!

APPENDICE – Le foto oltre i botti

Per questo articolo, ho potuto constatare come il web sia pieno di spettacolari quanto pittoresche presunte fotografie che ritrarrebbero aeroplani nel momento preciso del bang supersonico. Avendo masticato per tanti anni fotografia, mi sento di dire che la stragrande maggioranza (se non la totalità) di queste foto sono frutto di elaborazioni grafiche.

Foto taroccate!

Guardate l’immagine dell’aereo sopra, oppure visionate questo video che racchiude alcune sequenze di passaggi aerei a velocità supersonica: noterete come il cono d’aria formatosi sia più indefinito, più irregolare nella sua forma e sfumatura a causa delle forti turbolenze. Molto diverso da quello che si vede in questo collage fotografico dove i coni sono tutti graficamente perfetti, segno evidente di un disegno aggiunto.

Possibile che nessuno dei redattori dei tanti articoli citati (e non) si ponga queste domande, preferendo chiaramente spacciarvi foto false?

Perché io mi pongo queste domande indignandomi anche un pochino, mentre tanta, troppa gente no?

Evidentemente, ordunque, anche le foto sono come le labbra e il seno delle attricette porno: quando sono “troppo” sono false!

Lola Fox

Bang
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