Borse di studio per la sperimentazione alternativa?

ICARE-ASSEGNI

Gira sui social in maniera molto insistente un post dove si fa presente agli studenti universitari di Padova che spiega che un’ associazione sta organizzando Borse di studio a loro dedicate. Gli assegni sarebbero  dedicati allo studio di altri tipi di ricerca rispetto a quella che si fa utilizzando gli animali.

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Ma come mi è stato fatto notare da più studenti in realtà i bandi dell’associazione di cui si parla che si trovano in giro sono tutti riservati a LAUREATI, quindi perché fare questa ricerca a tappeto? Perché chiedere di aderire ad un gruppo? Ci sono davvero questi assegni per NON laureati? Se ci sono perché sulle pagine dell’associazione non ne trovo menzione?

Perché ne parlo su Butac? Innanzitutto sarei ben felice di vedere risposte (serie) alle questioni che sollevavamo qui, risposte che non ci sono mai pervenute. Ma cosa più importante, come fatto da Noemi con l’articolo sulle opportunità di lavoro, trovo pessimo che ci si possa permettere di attirare gente con determinate proposte quando le suddette sono inesistenti.

Sono pronto a correggere tutto se mi verrà mostrato che esistono assegni per NON laureati che collaborino con la stessa, ma non ne ho trovato traccia.

In compenso nella ricerca di questi assegni ci sono svariate cose che ho trovato e che credo sia il caso riportare.

L’associazione di cui parliamo sopra si chiama I-Care o almeno così mi pare, visto che siti ufficiali non ne trovo e che le informazioni su sedi e quant’altro sono decisamente poco chiare (la sede che trovo sembra un appartamento, ma mi sbaglierò sia chiaro). Mi lascia stranito che il nome scelto dall’associazione sia lo stesso usato per assegni di ricerca sul cancro che non hanno nulla a che vedere con la stessa, ma anche questa è una mia libera interpretazione. Però fa strano che l’AIRC pubblicizzi questo:

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E che quasi in contemporanea si parli di questo:

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Non si potevano scegliere nomi diversi? Io capisco AIRC, a loro il nome del bando arriva dalla comunità europea, son costretti a tenerlo così. Ma gli altri? Non potevano scegliere un altro nome, un altro modo di porsi? Il dubbio è che si giochi sull’assonanza, e che magari qualcuno faccia richiesta della seconda convinto di far richiesta per la prima.

Però i bandi esistono, sia chiaro, nessuno lo mette in dubbio, sono assegni che possono arrivare a  52.500 euro l’uno, peccato che per parlarne si usino termini impropri, come riporta Daniele Oppo sul suo blog:

In almeno due punti del bando si accusa lo Stato italiano di stanziare cifre irrisorie alla ricerca sui metodi alternativi. Oltre al punto già citato sopra, tra i “Considerati” del bando si può leggere anche qualcosa in più:
“il finanziamento nazionale stanziato per il 2014 per i cosiddetti metodi alternativi pari a un risibile e inutile 52.500 euro (D.L. 26/2014, art. 41, comma 2);”

Bé, non è vero. Non è vero che lo Stato finanzia questo tipo di ricerche con soli 52.500 euro. E non è vero che i soldi sono destinati solo agli Istitui Zooprofilatici Sperimentali e non ai tradizionali centri di ricerca.

Perché come spiega subito dopo:

lo Stato non ci mette solo 52.500 euro, ci mette quelli più un milione di euro all’anno per tre anni, più i proventi di alcune sanzioni applicate a chi non rispetta la disciplina sugli abbattimenti degli animali.

Ma c’è un’altra cosa che mi ha lasciato interdetto. I bandi sono di I-Care o di Atra?

Perché a dare un’occhiata  l’0fferta sembra la medesima, per il medesimo progetto, con le stesse identiche modalità. Quindi gli assegni totali sono 4 da ATRA e 4 da ICare  per un totale di 8 o sono solo 4 e vengono pubblicizzati da due associazioni con nomi diversi? Sarebbe bello capirci di più. Sarebbe sensato vedere un sito ufficiale di un’associazione che riceve anche i contributi del 5 per mille, e invece restiamo nell’ignoranza. Beata ignoranza? No perché se c’è qualcuno che usa soldini in parte anche miei per qualcosa che ancora non ha portato risultati mi piacerebbe sapere come e dove li spende quei soldini.

Oltretutto nel leggere il bando mi è saltata all’occhio un’altra clausola che non mi è chiara:

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Nella richiesta di partecipazione al bando è possibile inserire la richiesta d’anonimato in caso di vincita. Anonimato? Ma come, di solito si è fieri d’aver vinto un qualcosa e qui invece chi concorre può chiedere di non venir nominato se vincesse l’assegno. Come mai?

La trasparenza  è una virtù, specie se si fanno raccolte fondi poi sarebbe bello spiegare ogni centesimo come viene speso, no? Che risultati portino queste ricerche, dove siamo arrivati e dove stiamo cercando di andare. Quanti soldi sono ancora necessari per raggiungere lo scopo. Ma senza che l’associazione abbia un sito ufficiale tutto questo risulta difficile.

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