Bot e bufale a Pescara

Sul Il Pescara, supplemento a Foggia Today, trova spazio questa notizia:

Pescarese di 108 anni ritrova un titolo di credito del 1948: adesso vale 32.500 euro

Non so nemmeno perché mi viene da parlarne, ormai dovrebbe essere chiaro, a chi di mestiere fa il giornalista, che queste non sono notizie da dare, ne abbiamo parlato più volte, ne hanno parlato in tanti. Eppure qualche tesserinomunito ci casca sempre.

Perché quindi scelgo di parlarne? Per sfatare nelle vostre menti quel mito del “se è scritto sul giornale sarà vero”, mito che come ormai da sei anni cerchiamo di mostrarvi è quanto di più falso.

Le regole per cambiare i Bot ve le abbiamo spiegate più e più volte, anche senza dover andare a sbufalare i fatti raccontati nelle poche righe di finto articolo (finto perché è chiaro che chi l’ha pubblicato ha solo riportato un comunicato stampa copiando, incollando e probabilmente omettendo). Un Bot del 1948 oggi non è più esigibile. Riporta in maniera molto chiara la sua scadenza, se non è stato riscosso all’epoca oggi va benissimo per farci un quadretto da appendere in camera.

E invece di soggetti che questa semplice nozione non la sanno e non hanno nessun desiderio di ricercarla è pieno il Paese. Come spiegavo a gennaio 2018:

Un Bot, che sia del 1953 o del 2016 come valore ha quello che aveva alla sua scadenza. Se voi aveste trovato una banconota da 500mila lire non potreste dire che oggi vale quella cifra al netto dell’inflazione. Quella banconota (oggi fuori corso) finché è stata legale valeva 500mila lire, oggi vale il suo eventuale valore numismatico (se ne ha) altrimenti è solo un bel ricordo. Per il Bot la storia è la stessa, se è scaduto vale la carta su cui è stampato, a meno che non sia pezzo particolare che possa avere a sua volta valore sul mercato dei collezionisti.

Non capire tutto questo e quindi dare spazio a comunicati come quello riportato serve solo a una funzione: convincere i lettori che esistano sistemi per cambiare in euro (con lauti guadagni) quei Bot.

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Sistemi che spesso hanno a che fare con l’associarsi a qualche agenzia per la difesa del consumatore. Agenzia che per darci consulenza chiederà dei soldini. Consulenze che però non cambieranno la legge, quel Bot (o quelle lire trovate nel materasso) continueranno a non essere convertibili in lire, checché ne dicano fantomatici avvocati. Vedere redazioni che ancora ci cascano ci dà ben chiara l’idea della pessima situazione del giornalismo italiano. Giusto per rimarcare la pigrizia di chi ha scritto e pubblicato l’articolo, esiste un sito che si chiama Centenari d’Italia che presenta tutti gli italiani che abbiano superato i 107 anni d’età. Angela Di Pietro non è tra i nominati.

Concludendo

Come rimarcò a suo tempo un caporedattore del Messaggero a cui facevo presente i tanti comunicati stampa falsi che venivano pubblicati sulla loro testata:

sono uno allanticainvece di tanti smanettoni internettiani ho preso in redazione ragazzi che stanno per strada e tornano al giornale con i taccuini pieni di notizie.

In pratica lui sosteneva che non fossero bufale, visto che lui aveva a libro paga ragazzi che andavo per strada a raccogliere le notizie (peccato che io stessi denunciando gli stessi comunicati stampa che tutt’oggi vengono pubblicati, anche dallo stesso Messaggero).

E sempre lo stesso soggetto ripeteva qualche mese dopo a altra segnalazione che avevo tentato di fare:

Caro Maicolangel, sbaglia solo chi prova a fare qualcosa. Tu puoi stare tranquillo, non sbaglierai mai, visto che continui a fare le pulci a gli altri.

Queste erano due risposte date nel 2014 da colui che nel 2016 assunse la vicedirezione della testata. Giornalismo evidentemente di qualità.

Me, non mi assume nessuno, non prendo lauti stipendi per cercare di fare il blogger in maniera corretta, e mai mi sognerei di rispondere in questi toni a chi evidenziasse errori su BUTAC.

Ma la meritocrazia in Italia è morta e sepolta.

Quello che sarebbe importante capire è cosa faccia l’Ordine dei giornalisti, cosa venga insegnato a chi decide di avvicinarsi a quello che a mio avviso è uno dei mestieri più importanti del mondo. Ma ormai abbiamo perso le speranze di vedere il benché minimo cambiamento.

maicolengel at butac punto it

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