Chi vuole applaudire è libero di applaudire?

Mi avete segnalato un articolo che titola:

Il Parlamento Ue condanna Salvini per le “minacce” ai giornalisti

L’articolo è apparso su Europa Today e per ora non mi pare sia stato ripreso da altre testate, ma è un episodio interessante da riportare.

L’uso della parola “condanna”, da parte di Europa Today, è nell’accezione non di condanna giuridica, ma morale, condannano il suo non rispetto delle regole. Ma la notizia è vera.

Vediamo i fatti.

Matteo Salvini ha tenuto una conferenza stampa col gruppo ENF. Durante la stessa i supporter del gruppo hanno più volte applaudito. Ma le regole per la sala stampa sono molto precise, e non da ieri, ma da sempre.

Come ha spiegato Jaume Duch:

Members and staff are also permitted to attend press conferences, which are a key part of parliamentary work, but they are not allowed to speak, demonstrate, or applaud speakers, and certainly not to threaten or intimidate journalists carrying out their legitimate work

Ai membri e allo staff è anche permesso di partecipare alle conferenze stampa, che sono una parte fondamentale del lavoro parlamentare, ma non sono autorizzati a parlare, manifestare o applaudire gli oratori e non certamente a minacciare o intimidire i giornalisti che svolgono il loro lavoro legittimo

Il rispetto prima di tutto. Mentre invece Matteo Salvini durante la sua conferenza stampa, alle rimostranze dei giornalisti che lamentavano gli applausi da parte della sua claque, ha detto:

Ragazzi l’educazione almeno oggi è troppo? Posso chiedere ai giornalisti educazione almeno oggi? Lo chiedo da giornalista. È troppo? Posso parlare? Se vi dà fastidio il voto mi spiace per voi. Chi vuole applaudire è libero di applaudire. (I suoi sostenitori applaudono) Siamo alle comiche. (Qualcuno lo interrompe) Sto parlando io se non le dà fastidio, se il risultato elettorale non le piace mi dispiace. Questo è il bello del risultato elettorale, c’è tanta gente a sinistra che è nervosa. E se la gente a sinistra è nervosa io sono contento. (Qualcuno fa presente che si tratta di correttezza) Perfetto, lezioni di correttezza da giornalisti che hanno trattato l’ENFR e la Lega in particolare come gli ultimi fra gli ultimi io non ne prendo. Hanno parlato gli italiani. Questa è la dimostrazione dell’Unione Europea costruita a tavolino da qualcuno che non prevede uomini e donne ma numeri e usano spesso e volentieri i giornalisti per propagandare un’ideologia che prevede numeri e consumatori, non uomini e donne. Se in questa sala finalmente, in questa Strasburgo solitamente dormiente, c’è gente felice, viva la gente felice. Pensate, lo dico agli amici stranieri, in che condizioni abbiamo vinto. Ma la vita reale viene prima della vita virtuale. I giornali possono scrivere quello che vogliono, possono partecipare se vogliono o possono uscire. Non mi interessa.

Ricordo, Matteo Salvini era dentro la sala stampa, per una conferenza stampa. I giornalisti in quella sala hanno la priorità e sono un po’ i padroni di casa. Le regole sono le stesse che si usano abitualmente nelle press room intorno al mondo. Non sono show politici, ma appunto conferenze stampa, dove la claque dovrebbe stare in silenzio. Non rispettare questa regola e invitare chi è in disaccordo ad allontanarsi è purtroppo una mancanza di rispetto per dei lavoratori che sono lì a fare quello per cui sono pagati. Matteo Salvini frequenta l’Unione Europea da troppi anni per non sapere queste cose. Sia chiaro, sapete benissimo quanto poca sia la mia stima per certi giornalisti, ma ciò non significa che le regole imposte non vadano rispettate. Ma dopotutto siamo nel Paese dei due pesi e due misure: poco conta quali siano le regole, se il nostro bias cognitivo le vede come sbagliate ce ne infischiamo, e poi ci lamentiamo quando qualcuno ci passa davanti in fila alle poste.

Non credo serva aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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